Ali

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Al sicuro nelle sue stanze, Ricky aveva molto rimuginato sul breve contatto con lo stregone: su come fosse stato bravo ad avvicinarsi senza che lo percepisse, e su come fosse stato ugualmente abile a toccarlo e a trattenerlo. Pochissimi ci erano riusciti, lasciandogli sempre l'amaro in bocca perché aveva fama di essere imprendibile.

Si alzò, sfregando le mani tra loro e parlando una lingua differente ed antica mentre tra le mani tatuate si materializzava un libro di magia oscura dalla forte aura negativa, traboccante di maledizioni e storie antiche come l'universo stesso. Si accertò che la stanza fosse ben isolata dal resto della base, soprattutto dai componenti più sensibili e deboli, le pagine che si sfogliavano da sole fino a un'antica storia di massacri e creature di pura malvagità. L'intensità dell'aura sprigionata da quelle pagine era tale da scheggiare la barriera che li conteneva, sparando alcune ondate di negatività percepibili solo a pochi.

Con pochi ma complessi gesti, Ricky compattò le bestie in una minuscola sfera che brillava di un intenso scarlatto. La prese delicatamente, usando pollice e indice sinistri, percependone l'ondata di potere al suo interno, e la ingoiò assorbendo l'energia e i poteri di quegli esseri. Fortunatamente era sufficientemente potente da tenerli tutti prepotentemente a bada dentro di sé, assimilando all'infinito. Ormai ne aveva ingurgitati così tanto che il corpo da vampiro non era altro che un contenitore resistente e immortale, comodo per chi aspirava a diventare un potente incantatore d'arti maledette. La base e le loro scorribande coperte da salvataggi erano solo un modo più veloce per assorbire creature non appartenenti ai vari volumi che aveva. Anche se adesso la presenza dello stregone era incredibilmente problematica per questi rituali, dal momento che aveva immediatamente mostrato di percepire l'aura, e con molta probabilità un'ondata di energia era arrivata anche ai piani alti, dove stava lui. Ma non c'era la possibilità che un semplice stregone come lui potesse attraversare le sue barriere protettive, giusto?

"Qualcuno sta giocando senza di me"

Pensò lo stregone, alzandosi dal letto su cui si era sdraiato e aprendo la porta.

Agli altri era invisibile ma nulla sfuggiva ai suoi occhi e vide il serpente di aura maligna serpeggiare lungo il corridoio. Attirato dalla sua energia, si stava strusciando contro il confine della barriera che proteggeva la sua stanza mandando piccole scintille rosse.

"Non dovresti, la tua vita è già abbastanza breve non vorrei accorciartela"

Sussurrò, guardando che non ci fosse nessuno a camminare per il corridoio. Per quanto gli altri conoscessero lui e le sue capacità, non aveva la minima intenzione di spiegare il motivo per cui stesse parlando da solo al pavimento. Avrebbe dovuto raccontare di ciò che stava vedendo e senza alcuna informazione non voleva creare allarmi.

Si abbassò, e scrutò quella creatura negli abissi delle cavità oculari vuote.

"A chi appartieni? Forse una volta a te stesso ma adesso..."

Avanzò una mano oltre la barriera, e sfiorò le nebbie del serpente avvertendo una sensazione insolita. Era una magia dannata, senza dubbio, ma non sembrava così pericolosa non per lui almeno.

La serpe, preso magicamente corpo, cercò di attaccargli l'arto ma i riflessi dello stregone gli permisero di bloccarla dietro la testa senza alcuna difficoltà.

"Ti ho fatto una domanda: a chi appartieni?" Ora stava parlando nella lingua del suo lignaggio, che imponeva ordini a chiunque la ascoltasse.

Non che si aspettasse una risposta da uno spirito, non a parole almeno.

"Ah, quindi sei suo. Molto interessante" Disse, percependo il legame che univa quella lingua di potere al suo proprietario.

Volendo inviare un piccolo messaggio, lo stregone concentrò parte del proprio potere sul serpente fino a schiacciarlo e farlo scomparire in una nuvola di fumo.

Demon in disguiseDove le storie prendono vita. Scoprilo ora