Capitolo 23

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Kate's POV
<<Vado io!>>

Entrambi mi guardano perplessi.

Li ignoro e mi reco nella camera di Justin.

Entro, prendo una sedia e la metto vicino al suo letto.

Dopo essermi seduta, inizio a parlare.

<<Ci stiamo ancora aspettando? Sai, continuo a parlare di te. Il problema di chi si è trovato tanto bene con una persona è che poi lo vuole ancora. Magari i segnali sono evidenti ma non siamo in grado d'interpretarli. Forse a te non importa più niente o mi pensi sempre. Il fatto è che io so cosa provo, so cosa penso di te e sono convinta che ne vali la pena, ma il punto è questo: so solo ciò che mi riguarda. Tutto il resto, a chi pensi, a chi sono rivolti i tuoi sentimenti, tutte quelle cose lì, per me sono un'incognita, un grandissimo mistero. I grandi amori non si perdono lungo la strada ma nessun amore nasce grande e ogni storia ha il suo perché, le sue tempeste, momenti no che portano ad allontanarsi o a stringersi più forte. Siamo esseri umani e ci stupiamo nel scoprirci vulnerabili. Siamo pieni di dubbi, perennemente avvolti da una fitta nebbia, eppure vogliamo che sia sempre tutto chiaro, limpido, sereno. È buffo, non credi? Siamo solo due stupidi che sotto sotto si amano ancora ma nessuno dei due sa come dirlo all'altro. Si è chiuso un capitolo, pensi. Invece è ancora là, aperto, spalancato. Tu vai avanti e io ti seguo di soppiatto. Non me ne sono resa conto, per un bel po' ho sfogliato pagine su pagine e poi mi sorprendo e diventa evidente che quell'addio era solo un momento. Tutto finisce, tutto riprende. Passerà del tempo e ci ritroveremo a ridere e a scherzare con chi sembrava ormai perso, dimenticato, e invece ha sempre conservato uno spazio nel tuo cuore. E il tuo posto è ancora qui, il tuo amore è ancora qui, le tue mani stringeranno le mie, i miei occhi si perderanno nei tuoi e nessuno dei due avrà più voglia di scappare.>>

Faccio un sospiro di nervosismo ma allo stesso tempo di sollievo.

Justin apre lentamente gli occhi.

E ora cosa faccio?

Non posso scappare però non voglio neanche farmi vedere.

<<Che ci fai qui?>>

Evito di rispondere alla domanda.

<<Cosa ti è successo?>>

Abbassa lo sguardo.

<<Mi stavo per suicidare.>>

Sgrano gli occhi e mi avvicino a lui con la sedia.

<<Perché?>>

Cerco di trattenere le lacrime.

Mi ricorda la vecchia me, quella morta e sepolta che non sapeva cosa fosse la felicità e vedeva tutto di nero.

<<Per te.>>

Non lo sguardo più negli occhi per qualche secondo.

<<Tu stavi per toglierti la vita a causa mia?>>

Qualche lacrima riga il mio viso.

<<Non è a causa tua ma è per te.>>

Iniziamo entrambi a piangere.

È come se ci stessimo liberando del dolore.

A volte fingiamo di essere felice perché risulta più difficile spiegare perché non lo siamo.

Io non riesco ad esprimere il dolore che ho dentro e probabilmente anche lui.

Dopo qualche minuto ci asciughiamo le lacrime.

<<Possiamo cambiare discorso.>>

Annuisco.

<<Tu ti stai sicuramente sentendo con un ragazzo, giusto?>>

My nightmare-Justin BieberDove le storie prendono vita. Scoprilo ora