𝚇𝚅𝙸𝙸𝙸.𝙸

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Chi combatte contro i mostri deve guardarsi dal non diventare egli stesso un mostro

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Chi combatte contro i mostri deve guardarsi dal non diventare egli stesso un mostro. E quando guardi a lungo in un abisso, l'abisso ti guarda dentro.
Friedrich Wilhelm Nietzsche









𝙲𝙰𝙿𝙸𝚃𝙾𝙻𝙾 𝚇𝚅𝙸𝙸𝙸
Parte I







Caos.

Il caos è un concetto strano, vero?

Il caos ha molte forme. Il caos si esprime in molti modi. Il caos non è una cosa che si guarda. Il caos è una cosa che si sente, nel profondo del petto, è un ronzio costante nella testa, sotto la pelle, che va in crescendo proprio come il disordine stesso. È appeso a un filo. Non sai mai quando si scatenerà— ma, ahimè, quando succede? Non puoi non sentirlo. Non puoi ignorarlo.

Jeongguk non può ignorare la discordia che si crea tutto intorno a lui. Jeongguk non può ignorare la fredda rigidità delle sue membra. Jeongguk non può ignorare lo sguardo perso di Taehyung su di lui.

Jeongguk non può ignorare il corpo morto ai suoi piedi.

Cristo, l'ha riconosciuto a malapena. Non avrebbe potuto, se non fosse stato per il tatuaggio sullo stomaco. Anche quell'opera d'arte è a malapena riconoscibile. Il volto di Jeongguk non ha neppure la forza di contrarsi per il disgusto, mentre appoggia un ginocchio a terra.

Sì, è lui. Senza dubbio.
Eppure, non sembra lui. Jeongguk non riesce a distinguere i bei lineamenti che ha visto innumerevoli volte, ora imprigionati tra sangue e lividi, tra morte e orrore.

Il caos ha molte forme.
Questa è una delle sue forme silenziose. Ti guarda dritto nell'anima, pronto a divorarla in qualsiasi momento. Ma è silenzioso. L'inquietudine che si insinua nel corpo di Jeongguk è silenziosa, gelida, ma terrificante. Lo raggela sul posto, trasforma i suoi sensi in ghiaccio. Le connessioni tra le sue cellule cerebrali vengono interrotte. Tutto ciò che riesce a fare è fissare il caos che ha davanti, proprio come il caos fissa lui, prendendolo in giro.

𝐓𝐇𝐄 𝐖𝐈𝐍𝐃𝐒 𝐎𝐅 𝐂𝐇𝐈𝐂𝐀𝐆𝐎 ⁺ ᵗᵃᵉᵏᵒᵒᵏDove le storie prendono vita. Scoprilo ora