Eccitazione,mente e corpo |

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Cesare era un uomo mentalmente superiore, sarà stato il suo lavoro da psicologo o un dono innato, ma era in grado di captare le sensazioni delle persone che lo circondavano, sia donne che uomini indistintamente.

Aveva una vita tranquilla, sposato da vent'anni con una bella donna, colta e curata ma che purtroppo arrivata a quarant'anni aveva perso parte della passione che gli aveva dedicato nei primi tempi, lui, sempre passionale, ma soprattutto mentale, non si rassegnava all'idea di una vita così "tranquilla" e pur amandola profondamente, sentiva di dover cercare il pepe della vita in altri luoghi, il locale di Francesco era uno di quei posti, le ragazze che cercavano di farlo bere erano un gioco mentale che lui vinceva facilmente e quelle che lo conoscevano evitavano di abbordarlo perché avevano capito che non avrebbero guadagnato gran che. Pamela era nuova, lui l'aveva davvero notata subito entrando nel locale, era davvero bella e sensuale, quasi fuori luogo in un posto a volte squallido come il locale di Francesco, lei era di classe, avrebbe potuto avere chiunque, perché si accontentava di stare in quel locale? Aveva deciso di scoprirlo.

Seduto a quel tavolino con lei, se la stava mangiando con occhi, la sicurezza di quella donna lo esaltava e dal primo momento aveva deciso che doveva destabilizzarla, c'era riuscito e adesso dopo averle sfiorato le gambe senza che lei se ne lamentasse si sentiva in vantaggio, lei lo studiava, si vedeva che era incuriosita e si stava domandando quale prossimo passo avrebbe fatto per conquistarla.

-Pamela, esprimi un desiderio, cercherò di esaudirlo.

-Tutto Cesare?

-Io so quello che vuoi davvero stasera, perché è quello che voglio io, vuoi davvero rimanere in questo squallido locale o vuoi venire a fare un giro con me?

Pamela si sentiva davvero rapita dalle parole e dallo sguardo di quest'uomo, non aveva mai provato con nessuno un trasporto del genere, era sicuramente pericoloso, ma era anche bellissimo, nei suoi occhi si sentiva una regina e quella sera unita alla sua voglia di novità ebbero la meglio.

-Lasciami andare a prendere le mie cose nello spogliatoio ci vediamo fuori dal locale.

Francesco vide la scena e vide uscire dal locale quell'uomo già visto spesso, provò a far ragionare Pamela, chiedendole se fosse sicura di volersene andare con lui, lei quasi non gli rispose, si scusò e uscendo gli promise che sarebbe tornata la sera dopo.

Cesare la aspettava sul marciapiede di fronte al locale, curando l'uscita per essere sicuro di vederla, si era stupito di come era stato facile convincerla ad andare con lui e si domandava se sotto a tutta questa remissività ci fosse qualcosa.

Pamela usci dal locale dentro ad un cappottone gigante, come la moda di quell'anno, dentro quel fagotto sembrava piccola e fragile le forme abbondanti nascondevano il suo voluttuoso corpo e Cesare quasi si penti di averla strappata alle sue abitudini, era giovanissima, temeva di chiedere quanti anni avesse, lei si mise a fianco a lui e gli chiese: dove mi porti?

-Ami il mare? Chiese Cesare

-Si certo, chi non lo ama?

-In un'ora siamo ad Albissola, ti va?

- Si mi va'!

Si incamminarono, fianco a fianco sul marciapiede e come fosse la cosa più naturale del mondo si presero per mano, la macchina di Cesare era un Mercedes nero sportivo e Pamela si senti davvero una regina a salire su quella macchina, lui le aprì lo sportello la fece accomodare nel posto a fianco a lui, chiuse la porta e si sedette alla guida, accendendo l'auto si girò verso di lei e le chiese:

-Sicura Pamela?

-Sono sicura Cesare!

Presero l'autostrada e iniziarono a viaggiare in silenzio, Pamela si adagiò su quel sedile comodo e Cesare guidando rilassato mise un sottofondo musicale pacato, era un silenzio piacevole, non imbarazzato, quasi fossero amanti da anni, lei lo seguiva in questa avventura, sentendosi al sicuro. Arrivarono al mare in poco più di un ora e Cesare mise la macchina col muso rivolto al mare in una piazzola illuminata dalla luna e spense il motore.

-Dormi Pamela?

-No, mi sto godendo il momento, è incredibile come io mi senta bene qua con te, siamo praticamente sconosciuti ma io mi sento al sicuro, come è possibile?

-Non devi temere nulla con me, voglio solo esaudire i tuoi desideri, li sento palpabili nell'aria e adesso sento che vuoi essere baciata.

Così dicendo si sporse verso di lei e inizio a sfiorarle le labbra con le sue, delicatamente, mentre la sua mano si appoggiava alla sua nuca tenendole la testa, Pamela si stava lasciando trasportare, sentiva le labbra sulle sue e le venne spontaneo schiuderle e iniziare a baciarlo, il bacio si trasformò in passione la mano sinistra di Cesare sotto la sua nuca, mentre quella destra si stava appoggiando al suo seno, era sodo e al suo tocco un piccolo capezzolino era apparso sul tessuto di raso rosso del suo vestito, la schiena di Pamela si inarcava, il bacio era sempre più profondo. Ora la mano di Cesare stava accarezzando tutto il suo corpo, i suoi fianchi e lei godeva di questo contatto.

-Ti voglio gli disse lei.

-Anche io tesoro, l'Hotel qua di fronte ha sempre una camera libera per me, andiamo!

Scesero dalla macchina mano nella mano, ridendo corsero verso l'entrata dell'Hotel, era notte fonda, ma appena il portiere vide Cesare lo salutò e gli diede la chiave di una stanza.

-Incredibile che tu abbia una stanza tutto l'anno

-Normale invece, domani mattina vedrai la vista dalla nostra camera e capirai quanto vale.

Salirono in ascensore e Cesare schiaccio il quarto piano, appena partito l'ascensore, lui si appoggio a lei e ricominciò a baciarla, con passione, come le piaceva, sentiva il desiderio crescere il lui e di conseguenza saliva anche il suo. Arrivarono davanti alla camera ridacchiando come due adolescenti, lei si era sfilata le scarpette rosse per non fare rumore nel corridoio, era tardissimo, lui aprì velocemente la porta e la chiusero dietro di sé, senza nemmeno accendere la luce la stanza era illuminata dalla luna sul mare, un letto grandissimo con delle lenzuola di raso nero li aspettava. Pamela lo buttò sul letto e salì su di lui:

-Sono venuta fin qua con te, facendomi portare docilmente, non credere che adesso mi avrai docile come un agnellino, io sono una pantera a letto.

-Ho paura, ma sono disposto a rischiare.

Così dicendo le sfilò il tubino rosso, scoprendo un completino di pizzo rosso fuoco che accendeva ancora di più i suoi desideri.

-Sei stupenda Pamela, ti adoro

-Anche tu non sei male Cesare

Rotolandosi sul letto finirono di sfilarsi tutti i vestiti e si infilarono sotto le lenzuola di raso nero, il contatto della loro pelle con le lenzuola era stupendo e venne loro istintivo abbracciarsi e iniziare di nuovo a baciarsi, pelle contro pelle, una bella sensazione, la chimica funzionava, stavano bene entrambi, era bello accarezzarsi, la pelle calda e morbida di Pamela gli dava la consapevolezza di avere tra le braccia una donna stupenda, Pamela assaporava le carezze di lui che le provocavano sensazioni meravigliose, lui si infilò tra le sue gambe e iniziò a baciarle tutto il corpo, collo, petto, seno, mordicchiando piano i capezzoli la fece gridare di piacere, tenendo i seni in mani si mise a leccarle i capezzoli con dolcezza, provocando in Pamela un fiume in mezzo alle gambe. Poi iniziò a scendere verso il pube, leccando ogni centimetro di pelle che incontrava, fino ad arrivare alle grandi labbra, lei lo sentì, lo voleva, aprì le gambe e aspetto la magica sensazione della sua lingua nel suo profondo intimo, Cesare iniziò a leccarla con dolcezza, sapeva dove titillare, dove leccare da uomo esperto che era e lei era la prima volta che apprezzava cosi tanto le attenzioni di un uomo nel suo intimo, era fantastico, la stava facendo già venire e il suo urlo perforò il silenzio della stanza, lui la abbracciò forte e le disse quanto era splendida, dopo che il respiro di lei si calmo le fece appoggiare la testa sul suo petto e le disse di rilassarsi.

-Sono felice che hai goduto, va bene così per questa sera, hai fatto godere la mia mente, dormi, domattina lo rifaremo. 

Pamela, passione e carattereDove le storie prendono vita. Scoprilo ora