Capitolo 2

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Quando le guardie mi lasciano in pace mi trovo in una stanza, piuttosto grande. Mi sdraio sul letto e scoppio a piangere, ma a quanto pare i miei pianti attirano l'attenzione della dea.
-Smettila di piagnucolare.- dice lanciando dei vestiti sul letto -I miei occhi hanno visto di peggio. Ora togliti quel camice da manicomio e indossa il vestito che ti ho dato.- continua con voce fredda prima di uscire dalla stanza. Mi asciugo le lacrime e mi cambio, poi mi guardo allo specchio: é un completo che assomiglia a quello delle maid, blu, e sulla testa indosso un fiocco nero. Esco dalla stanza e vado dalla dea, inginocchiandomi a terra.
-Cosa posso fare per lei, dea?-chiedo.
-Ora entrerà una sessione di uomini. Mi hanno detto che per estendere al massimo il mio potere su Lonely City ho bisogno di qualcuno al mio fianco, perció tu mi starai accanto.-risponde piuttosto scocciata.
Vado vicino al suo trono e, al suo segnale, le gigantesche porte si aprono: una folla immensa di ragazzi si mette in fila. Sono tutti bellissimi, ma dea li rifiuta tutti.
-In fondo non ho bisogno di qualcuno al mio fianco, sono già potente così.- dice alzandosi dal suo lussuoso trono ed evocando la sua falce. Indietreggio, terrorizzata, ma lei va verso il centro della sala. Dalle porte entrano un sacco di guardie, le quali tengono un ragazzo più o meno dell'età della dea.
-Finalmente ho l'onore di ucciderti, Key.-e conclusa la frase ride in modo sadico.
-Tsk...non durerai tanto qui, Alice. Questo posto si ribellerà presto, credimi. Sarebbe più brava a governare quella serva che ti fiancheggia di te.-ribatte il ragazzo, guardandomi.
Una ribellione? Non ci avevo pensato. La dea scoppia a ridere.
-Scemo, cretino, bastardo, deficiente...é inutile parlare, oramai sei morto.-dice la dea appoggiando la falce a terra -Hai un ultimo desiderio, Key?-chiede.
-Sì, fammi lavorare al fianco di quella ragazza.-risponde.
La dea ride, mentre io, rimango di sasso.
-Ok, ma hai 30 giorni di vita, dopo di che muori.-dice.
Le guardie lasciano andare il ragazzo, che da quanto ho capito si chiama Key, e lui viene vicino a me.
-Accompagnalo e procuragli un'uniforme da maggiordomo.-mi ordina la dea.
-Seguitemi.-dico al ragazzo e lo porto in una camera vuota.
Lui chiude la porta e mi sbatte delicatamente contro il muro, con un sorriso sadico sulla faccia.
-Io so cosa vuoi...-sussurra. Spalanco gli occhi e tremo, ho una fobia verso i ragazzi come lui, perché da piccola sono stata violentata.
-D-di cosa parla...signore?-chiedo con un filo di voce.
-Tu vuoi ribellarti alla dea della morte, vero? Lei ha ucciso 1000 persone in 3 giorni e tra quelle 1000 persone c'erano tua madre e tuo padre. Sei sola.-dice.
-O-ok, mi hai scoperta, ma..- lui mi interrompe poggiando il dito sulle mie labbra. Ho paura.
-Ti aiuteró a tirare fuori il tuo potere e ti riveleró i punti deboli di Alice. -
Io annuisco e lo ringrazio timidamente, poi gli do il cambio ed esco dalla camera. Fuori dalla porta faccio un sospiro di sollievo. La dea mi chiama.
-Sì, signora?- chiedo andando da lei.
Lei mi toglie la fascia nera che ho sulla testa e aggiunge -Quando non la indossi puoi uscire dal palazzo reale ed andare dove vuoi, ma ti proibisco severamente di andare sulla Terra.-
Annuisco e faccio un inchino. Non capisco perché non posso andare sulla Terra. Esco e mi dirigo verso una collina, dove mi sdraio a guardare le stelle. Ma qui, le stelle, non si vedono neanche un po', dato che il cielo di Lonely City é rosso. Quardo il cielo cupo e vuoto, mentre le lacrime mi rigano il viso.
-Kelly...Kelly...-sento.
Mi guardo intorno e vedo una fiamma rossa. Guardi la fiamma e avvicino la mano, quando all'improvviso essa si fa più grande e prende le sembianze di un ragazzo.
Mi alzo in piedi e mi avvicino a lui.
-Io ti conosco, ma tu non conosci me: piacere, sono Arthur, fratello di Alice Black. Penserai: "Ma mi avevano raccontato che era stato ucciso da lei". É vero, ma anche io ho dei poteri forti e sono riuscito a stabilire dei contatti con Lonely City. Ora sono solo un demone senza corpo.-
-W-wow...-dico.
Lui sorride e dice: -Anche io ti daró una mano a fermare Alice.-

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