guardai l'oraio sulla sveglia a batterie per terra: erano appena le 5 di mattina.
non ho mai avuto il sonno regolare, sono sempre stata una che dormiva poche ore o si addormentava la mattina e si risvegliava al tramonto.
perciò decisi di alzarmi da quel letto improvvisato e fumarmi una sigaretta.
fumare non è mai stato il mio hobby, anzi, mi ero pure messa in testa l'idea che essendo a borderland dovevo risparmiare energie per i game e robe correlate.
ma quando si ha un bisogno, molte volte sappiamo tutti di non riuscire a resistere, e quindi a cedere.
questo ci rende deboli?
no, ci rende umani.
ed è questo che ho capito a borderland, chiunque, anche chi non sembra, è umano, e ha un passato più o meno doloroso.
la luna continuava ad illuminare la tokyo spenta, ma per poco, dato che dopo poco sarebbe sorto il sole.
seduta sul balcone, con la sigaretta in mano, lasciavo la brezza sfiorarmi i capelli, scombinandoli leggermente, e respiravo l'aria fresca, alternandola con il tabacco che avrei aspirato poco dopo.
una cosa che mi mancava di più, oltre al mio defunto ragazzo, era la musica, sì, potevo passare quando volevo dal negozio di vinili e far andare qualcosa, ma non era la stessa cosa di ascoltare una canzone alla radio con i tuoi amici in macchina mentre il vento si aggiunge e urla libertà.
lì c'era solo silenzio.
e per quanto amassi la solitudine, odiavo profondamente il silenzio.
il silenzio mi provocava questo vuoto dentro di me, mi faceva pensare, e pensare mi stancava più di quanto non lo facesse la sigaretta che tenevo tra le mani, ormai finita.
per un paio di giorni potevamo stare tranquilli, potevamo pure recuperare le forze e non stare con l'assillante ansia dei game.
i miei contorti pensieri e le mie riflessioni giornaliere vennero interrotte da dei passi, era strano trovare uno di loro sveglio a quest'ora.
"che fai sveglia, volpe?" chiesi
"mi piace essere chiamata volpe" mi rispose ash
"le volpi sono selvatiche, amano il rischio, un po' come te" lo guardai
"è una battutina?" mi chiese
"per il fatto di shiya? assolutamente si" risi piano per non svegliare il ragazzo nominato poco prima
"quando stamattina e sto pomeriggio sei uscita per cacciare e cercare provviste abbiamo parlato tantissimo, mi sorrideva pure" eravamo al buio quindi non potevo averne la totale certezza, ma ero fermamente convinta che il suo sorriso fosse accompagnato da un rossore delle guance
"mi sembra di rivedermi in te, l'amore è così bello, quanto doloroso, ma sono sicura che shiya non sia una persona del genere, e poi c'è zia sere che ti aiuta" gli feci l'occhiolino
"sere posso chiederti una cosa? ma devi rispondere sinceramente" aveva una faccia seria
"certo, dimmi" lanciai la sigaretta da qualche parte, ormai completamente spenta
"ma a te piace chishiya?" mi chiese
per poco non mi venne un infarto dalla risata che mantenni
"è un bellissimo ragazzo e non lo nego, ma no ash, no, puoi stare tranquillo, non ho la minima intenzione di rubartelo" la mia risata venne sostituita da un'espressione seria e da un velo di tristezza poco intuibile
"e poi non so se riuscirò a farmi una vita amorosa dopo marco, ma ora non voglio pensarci"
continuai a mantenere il contatto visivo con il mio amico posizionato di fronte a me, poi continuai
"perciooò, avete parlato? posso sapere di cosa e cosa è successo mentre io potrei avervi lasciati strategicamente da soli?" sorrisi
per poco ash non mi alzò le mani, era sicuramente in imbarazzo dopo aver saputo questa cosa.
"non ho molto da raccontare, insomma, sai che discorsi si possono fare con chishiya"
"no non lo so" lo interruppi con un sorriso in volto, sono una comare, lo ammetto, ma non potevo farne a meno: amavo il gossip.
"allora. abbiamo parlato di game e di cosa dovremmo fare nei prossimi giorni, ma te lo dico dopo questo. poi abbiamo parlato di musica e ci siamo raccontati delle cose su di noi" poi comparì un enorme sorriso sul suo volto "lui mi sorrideva quasi tutto il tempo, ed è strano, perché è chishiya, ma ti giuro il suo sorriso è stupendo" gesticolava tantissimo e sorrideva, lo avevo perso: era completamente innamorato di shuntarō chishiya.
"e io intanto a cacciare tacchini per sfamarvi" risi "sono contenta per te, te lo meriti l'amore che ti è mancato in questi anni, e non farmi dire nomi" lo abbracciai e lui ricambiò, non abbiamo sempre avuto un rapporto "regolare" insomma, ma abbiamo sempre potuto contare l'uno sull'altra.
"vai a riposarti amo, io mi sa che andrò a fare una corsetta" gli dissi
"mi ricordi usagi, e comunque non ho sonno, verrei con te ma" indicò con la testa l'interno dell'appartamento, probabilmente riferendosi a chishiya, e lì capii.
"non so quanto quello che fate possa interessarmi. spoiler: tanto. ma se dovete fare quello che dovete fare, abbiate l'accortezza di cambiate le lenzuola, sono nel terzo cassetto della cassettiera" gli dissi
"e tu come fai a sapere dove sono le lenzuola pulite?" mi chiese
"l'istinto palermitano misto al napoletano del mio ragazzo di rubare qualcosa ogni tanto viene" risi, poi entrai in casa e presi da uno sportello dei biscotti ancora ben chiusi
"pensi che io possa piacere a shiya?" mi chiese il ragazzo abbassando lo sguardo e con un tono quasi come rotto, come se dovesse piangere
"la vera domanda è: perché non dovresti piacergli" gli dissi alzandogli il viso con due dita sotto il mento e sorridendo "non esiste la perfezione, ma credimi, l'ultima cosa che potrebbe fare chishiya è giudicarti, puoi stare tranquillo, e poi sei stupendo, guardati di più allo specchio" presi un biscotto e lo mangiai
"e se"
mossi l'indice davanti al suo viso come segno di negazione, accompagnato da un suono provocato dallo scontro tra la mia lingua e il palato
"non accetto né se, né ma e così via" poi feci un passo avanti verso di lui "qui a borderland rischiamo di morire ogni giorno, non lasciare che i tuoi pensieri ti distruggano la vita, che ti distruggano una possibile opportunità, elimina questi paletti che sempre ti poni"
ero incoerente.
dicevo al mio amico di non fare ciò che io facevo ogni giorno.
mi abbracciò ugualmente, ringraziandomi pure, con un sorriso sul volto, mi sentivo utile, per una volta.
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why am i still here?
Aventuraserena, una 20enne italiana si ritrova catapultata in un'altra realtà mentre era in vacanza a Tokyo. conoscerà delle persone che saranno importanti per lei, e ne perderà altrettante. capirà molte cose e arriverà alle sue risposte, mai da sola.