Non voglio mentirvi, la bugia detta da Chishiya non fu esattamente la cosa peggiore che mi fosse mai capitata. Non sapevo bene perché, e fingevo di esserne comunque infastidita, ma a dire il vero c'era una parte di me che apprezzava sentirsi chiedere cose su di lui dalla gente della Spiaggia.
Eravamo diventati la principale fonte di gossip, e questo non era un bene, ma nessuno era particolarmente fastidioso nei miei confronti, al contrario; si limitavano a trattarmi come se fossi l'unica al mondo in grado di capire quel ragazzo, il suo punto debole.Inutile dire che non mi dispiaceva fingere che tutto ciò fosse la realtà. Potrei stare qui e rifilarvi la solita bugia del tipo "non sopporto che gli altri pensino che stiamo insieme, non vorrei mai stare con uno del genere", ma in quel caso risulterei ridicola e in una palese fase di negazione dei miei sentimenti. Non sapevo ancora come mi facesse davvero sentire, e ovviamente avevo ben altro a cui pensare al momento, ma l'unica certezza innegabile che avevo era che ero attratta da lui, nonostante spesso mi desse anche sui nervi. Decisi, nei giorni seguenti alla sua bugia pubblica, di negare solo con gli altri, ma almeno tra me e me di accettare l'attrazione che sentivo.
Lo evitavo ancora di più? Ovviamente.
Ma ora non lo facevo più solo per paura di quella debolezza che mi faceva provare, ma soprattutto perché mi spaventava l'idea di dovergli dimostrare affetto davanti agli altri per sembrare credibile. Per il momento, ero riuscita a cavarmela, liquidando le domande sul perché fossimo raramente insieme con "lo conoscete, sapete che tipo è Chishiya", e lasciando i miei interlocutori liberi di interpretare quella frase.Ma gli 8 giorni iniziali che avevo sul visto stavano per scadere, il che significava che a breve avrei dovuto prendere parte ad un nuovo game.
Ero preoccupata, parecchio, e come se ciò non bastasse, non avevo idea di come e quando Chishiya avrebbe voluto attuare quel suo famoso piano. Mi correggo: non ero solo preoccupata, direi più terrorizzata.La sera prima del giorno in cui avrei dovuto giocare un nuovo game mortale, bussai nuovamente alla sua porta, impaziente.
-Ti devo parlare, è importante-
Ci volle quasi un minuto, ma alla fine mi aprì, e la faccia assonnata che aveva mi fece immediatamente cambiare umore, dovetti letteralmente trattenermi per non ridere.Sorridendo, lo studiai, curiosa e sorpresa di non vederlo impeccabile e sveglio come al solito.
-Sei adorabile, ho interrotto il sonnellino?-
-Devo dormire molto, se voglio mantenermi sempre così bello. Non vorrai che il tuo finto ragazzo abbia delle occhiaie tremende, non è vero?-
-Rovinerebbe la mia reputazione-, mi mostrai d'accordo, e lui si fermò a guardarmi con gli occhi socchiusi. Stava dormendo in piedi.-Comunque, di cosa mi volevi parlare?-
Mi sentivo in colpa, vedendolo così stanco. Non mi ero resa conto di che ora fosse, e solo perché io non riuscivo a prendere sonno per l'ansia dei game, non significava che avrei dovuto irrompere da lui senza guardare l'orologio.
Scossi la testa e incrociai le braccia, abbozzando un sorriso.
-Non è importante-
-Hai letteralmente detto, anzi, urlato: "ti devo parlare, è importante"-
Cavolo, me ne ero già scordata.
Vedendo la mia espressione, sorrise guardandomi un po' intenerito.
-Lo so, dev'essere dura renderti conto che, anche mentre dormo, sono comunque più sveglio di te. Vieni, entra-Mi lasciai facilmente convincere, perché in fondo avevo davvero bisogno di parlare del mio stato d'animo con qualcuno. Non sapevo perché, ma mi ritrovavo a cercare conforto in lui, che conoscevo a malapena da una settimana, e che ignoravo per più della metà del tempo. A quanto pare, ero davvero disperata; avrei tanto voluto che i miei amici fossero lì con me.
-Fai come se fossi a casa tua-, mormorò con la voce impastata di chi è in un palese stato di dormiveglia. Era adorabile sul serio, anche se glielo avevo detto per scherzare. Mi sedetti sul suo letto, incrociando le gambe, e presi a giocare con l'elastico che portavo al polso, mentre lui stava lì, in piedi, a guardarmi senza avere idea della natura delle mie preoccupazioni.
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the border between us - Chishiya
FanficNon cercavo un supporto, né fisico né morale. Avevo sempre puntato all'indipendenza più assoluta, ad uno stato d'animo in grado di garantirmi più stabilità di quanta ne potessi ricavare da qualsiasi altra persona, ed il nuovo mondo nel quale mi tro...