·Capitolo 1·

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«Io sono un fallimento straordinario,
scusate ma mi merito un applauso.
Ti ho portata in alto, credendo di saper volare,
mentre precipitiamo me ne pento.
Vorrei poter fermare il tempo,
so che ti piacciono le foto,
Vorrei poter colmare il vuoto dentro,
Vorrei poter mandare i proiettili a rallentatore
per evitare le stronzate che sparano sul mio nome.
Ma non ho paura del giudizio di queste persone,
ho fatto dell'autodistruzione la mia armatura.
Tu mi hai visto superare sfide, salvare vite,
poi chiuso al cesso a fumarmi la kriptonite con te.
Che inizia a sbattere,
io che ti grido "Vattene,
non ho tempo per salvarti ho un mostro da combattere".
Mi porto addosso cicatrici e tagli,
e la mia vita è una fiction,
una serie di sbagli.
Il cigno nero resta tale anche se gli strappano l-»

Ah, merda.
Speravo non fosse quello che in realtà era.

Amavo svegliarmi la mattina sulle note di questa canzone (la mia preferita), se non fosse che quando si interrompeva così, capivo subito che era solo la solita e pallosa sveglia che mi disturbava dicendomi che dovevo andare al mio solito appuntamento settimanale con la scuola.

Mi chiamo Allison, ho quasi 19 anni, abito a Roma e ho una passione e un amore indescrivibile per Giorgio, altrimenti chiamato Mostro, il mio rapper preferito.❤

Mi trascinai giù dal letto controvoglia sapendo già cosa mi aspettava per le prossime 6/7 ore.

Frequentavo il quarto anno del liceo linguistico, ma la mia scuola sembrava uno di quei licei colossali americani da quanto è grande.

Ero sempre la più esclusa in classe tra i miei compagni e compagne, ma poco importava.
Spesso i ragazzi di quarta e quinta mi aspettavano all'entrata della scuola per cercare di violentarmi come succedeva da due anni, quindi venivo chiamata "Troia" da tutti per la maggior parte del tempo che passavo a scuola, ma a volte arrivavo mentre stavano chiaccherando e quindi riuscivo a cavarmela.

Adoro disegnare e spesso lo facevo durante le lezioni. Le mie compagne, quando per sbaglio vedevano ciò che disegnavo, mi dicevano «Wow, sei bravissima! Dovresti fare l'artistico!»

Secondo me non avevano capito che solo perché io ero brava a disegnare voleva dire che DOVEVO fare l'artistico.

No. Non se ne parla. Già non seguivo durante un'ora di storia alla settimana su tre, avrei dovuto anche sorbirmi otto ore settimanali di storia dell'arte?! Non se ne parla proprio.

Mi diressi verso il bagno per lavarmi, mi vestii, feci colazione, presi la cartella ed uscii di casa.

Abitavo a 5/10 minuti a piedi dalla mia scuola, quindi me la prendevo sempre molto comodamente fregandomene di arrivare in ritardo.

Riuscii ad evitare i soliti 2/3 ragazzi pronti a scoparmi e mi diressi a testa bassa verso la classe.

Era un mercoledì, quindi mi toccava stare fino alle due dentro quella struttura di tortura.

Appena arrivai...

~Il Figlio Del Diavolo~  #wattys2017Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora