Nella mattina in cui incontrai Colix c'era un'aria gelida che il solo ricordo riesce ancora a pervadere i più reconditi meandri del tempio che custodisco tanto accortamente. Arrivai con circa mezz'ora di anticipo, dunque ebbi il tempo di valutare se stabilirmi all'interno oppure attendere all'esterno e rivangare i tempi adolescenziali.
Or dunque, finii per optare per la seconda scelta noncurante della temperatura, un'errore imperdonabile ma l'indole di triste nostalgico ebbe purtroppo la meglio sulla razionalità del mio capo. Ero concentrato sul fare del mio meglio per nascondere l'emozione di rivedere uno dei compagni più fidati avuti in vita. Sospettai di non esserci riuscito appieno quando venni raggiunto dalla giovane cameriera al tavolo a cui sedevo. La ragazza si strinse nel proprio cappotto e mi parlò incerta.
-Ripeto la domanda per sicurezza, sei proprio sicuro di voler aspettare il tuo ospite qui?-.
-Credo proprio di si, grazie. Anzi, se potesse essere così gentile da iniziare a portare un caffè macchiato le sarei infinitamente grato-.
Incredibilmente, la donna rimase in silenzio. Temetti che mi stesse per maledire in modo ostile ma le paranoie rimasero tali e, ben presto, la vidi allontanarsi per avvicinarsi al bancone. Non dovetti aspettare più che qualche minuto prima di vederla tornare con una tazzina appoggiata ad un modesto vassoio di squisitezze e leccornie del locale. La zona esterna venne isolata con delle tende ed il nuovo interno lentamente portato a temperatura ambiente tramite stufe a gas.
A ripensarci, ero un cliente abituale del bar fin dai primi giorni trascorsi a Vaesra, la metropoli in cui mi sono temporaneamente trasferito per frequentare l'accademia superiore. La si potrebbe definire una scelta provvidenziale tant'è vero che la notte mi fermo ancora pensare cosa sarebbe successo se non fossi giunto in quelle mura. La mia esistenza quanto sarebbe mutata? Certamente non mi troverei a narrare delle vicende di Colix e Tyche in codesto momento. Probabilmente sarei una persona diversa.
Ecco che, parlando dell'eroe, quest'ultimo varcò la porta per entrare nel locale. Realizzare che non mi avesse notato mi procurò un sorriso sul volto che scomparve con la medesima velocità con cui era apparso.
Interrogai me stesso sulla ragione di tanto nervosismo, si trattava di un evento normalissimo per cui non c'era motivo di essere così straordinariamente emozionato. Non riuscii a trovare una risposta a questa domanda che i miei pensieri vennero distolti dall'arrivo di Colix. Mi alzai in piedi elaborando un'espressione il più ipoteticamente felice e lo salutai con un abbraccio. L'eroe si sedette poggiando la sua arma scintillante, un ombrello con il manico in metallo, nel fodero, ovvero il portaombrelli del locale. Ci fu un momento di silenzio interrotto dalla cameriera, la quale si occupò anche dell'ordinazione del ragazzo.
-Oh, certo che ne è passato di tempo dall'ultima volta che ti ho visto. Come stai?-.
-Sto bene come sempre. Lo sai, no? La mia vita è sempre noiosa e ripetitiva, cosa aspetti che ti racconti. Sono sempre la stessa persona che hai smesso di vedere ogni giorno da un paio di anni. Sono sempre strano e ambiguo allo stesso modo, non penso che cambierò mai sotto questo punto di vista. Che cosa triste da dire ad alta voce, mi dissocio. Ecco adesso non parlo più-.
Incredibilmente notai come mi fossi rilassato nel momento in cui avevamo cominciato la conversazione. Questa realizzazione evidentemente mi colse di sorpresa poiché mi ritrovai con le labbra aperte dallo stupore. Per mia fortuna Colix non se ne accorse dunque mi limitai a chiudere la bocca e mascherare il tutto con un semplice sorriso sereno.
Avevo dimenticato la sensazione che provavo quando ero con Colix ed il gruppo di amici che avevamo in comune. Una cosa magnifica, sapere di poter essere sé stesso senza dover tener conto di ciò che si dice. Ciò che mi faceva provare passare del tempo con loro era proprio questo: libertà. Non doversi preoccupare di passato e futuro, solamente essere grati per il presente e viverlo appieno divertendosi. A volte non si possiede sempre questa leggerezza e il peso del tempo finisce per distruggerti, forse è questa una forma di depressione mi domando. Erano passati ormai dieci minuti da quando avevamo a parlare e, mentre ascoltavo il giovane eroe, tentai di osservarlo per distrarmi dai pensieri perpetui che mi affollavano la mente. Non credo di averlo mai descritto fisicamente dunque lo farò adesso. Colix era un ragazzo quasi sul metro e ottanta, con corpo snello e muscoloso di natura. I suoi tratti più caratteristici erano indubbiamente gli occhi color "verano" (una citazione), tra l'altro il verde è proprio il suo colore preferito, ed i ricci castani che tendevano a formare quasi dei veri e propri boccoli.
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De Colix
PoesíaUn raggruppamento di alcuni brevi scritti di vario genere composti fra i banchi di scuola, nei giorni in cui l'amore irrora e infonde vita nei cuori della gioventù.