Balalajka

129 4 0
                                    


Quella mattina Yari si svegliò ancor prima che il sole sorgesse, sebbene un po' per l' agitazione e un po' per la notte di passione non avesse dormito affatto .
Medved fu svegliato dai passi frettolosi del compagno che vagavano per l' isba alla ricerca dei suoi vestiti.
- Sono pronto, sbrigati a vestirti- lo incalzò, ma Medved si alzò tranquillo stiracchiandosi la schiena.
- Non vorrai andare alla festa vestito cosí, che figura ci farei?- gli disse rauco alzandosi dal letto lentamente.
- Seguimi- ordinò a Yari che era estremamente curioso di vedere cosa stesse per fare il cacciatore.
Medved si diresse verso il grande armadio intagliato e una volta aperto ne tirò fuori un piccolo baule in legno scuro. Con uno schiocco la misteriosa scatola si aprí rivelando stoffe dai colori vivaci.
- Prova questo- disse a Yari porgendogli uno zipùn verde scuro con ricamato sopra un motivo di rami intrecciati meraviglioso.
- Ma è stupendo! Dove hai trovato un abito tanto pregiato? Ti deve essere costato un occhio della testa- disse Yari indossando il capo di fronte allo specchio entusiasta.
- L ha cucito mia madre, rappresenta Yggdrasil, l' albero cosmico- gli rispose Medved tirando fuori un' altro zipun dai colori caldi e i ricami rossi.
- Che diavolo di storia sarebbe? Non ho mai sentito parlare di un albero simile durante la messa.- indagò ancora Yari sistemandosi la camicia nei pantaloni.
- Non l' hai mai sentito perché quell' albero non è stato creato dal tuo Dio.-
- Cosa vorresti dire con questo? Non esistono altri Dei, chi altro potrebbe averlo creato?-
- Ymir, il gigante primordiale-
Yari rise divertito.
- Ma che storie sono queste? Tutti sanno che il primo uomo si chiamava Adamo-
Medved gli sorrise di rimando abbottonandosi la camicia.
- Ognuno crede in ciò che gli pare più plausibile, chi può dire quale sia la verità?-
Yari lo guardò pensieroso ma prima di poter ribattere Medved gli si avvicinò per specchiarsi.
-Direi che siamo pronti per andare- concluse fiero afferrando la sua bisaccia.
I due si incamminarono nella foresta alle prime luci dell' alba ma con grande sorpresa di Yari, ad aspettarli tra gli alberi vi era Sasha con il suo piccolo carro di merci.
- Vedo che vi siete sistemati a dovere- si complimentò Sasha accennando ad un inchino col cappello rosso.
- Ora partiamo amico mio, il viaggio sarà lungo- lo intimò tranquillo Medved aiutando Yari a salire sul carro.
Durante il viaggio, per passare il tempo, Yari provò ad approfondire la conversazione iniziata quella mattina.
- Raccontami di più sui tuoi dei- chiese sinceramente curioso al cacciatore.
- Non credo sia il caso, quelli erano gli Dei di mio padre, io ho smesso di venerarli tanto tempo fa.-
Yari rimase deluso da quella risposta ma  Sasha intervenne allegramente.
-posso narrarvi io degli dei di suo padre perché
Sapete, sono anche i miei- confessò fiero il mercante.
- Raccontami dunque- accettò entusiasta il ragazzo.
- Beh devi sapere che tutto iniziò con un mondo immerso nel ghiaccio più gelido e nel fuoco più rovente...-
E una volta iniziato a raccontare il mercante narrò storie su storie fino a quando, quasi senza accorgersene, giunsero finalmente al villaggio.
- Siamo arrivati, sentite che movimento-
Disse il mercante, ed era vero, già da lontano si riuscivano a sentire canzoni allegre e il piacevole chiacchierio delle persone.
Yari non poteva credere ai suoi occhi, era finalmente a casa, tra la sua gente, tra i suoi amici.
Con un balzo si lanció giù dal carro e dopo aver scambiato uno sguardo complice con Medved iniziò a correre veloce come una freccia verso la sua amata isba.
Da lontano vide suo padre, seduto sull' uscio, il quale incredulo si incamminò incerto verso di lui come se quello di fronte a se fosse un miraggio.
- Padre, come sono felice di rivedervi- disse Yari abbracciando forte Ivan che aveva iniziato a piangere di gioia.
- Ragazzo mio, sei riuscito a fuggire! Quanto sono felice-
Yari lo guardò negli occhi con pietà .
- No padre, non sono fuggito, Medved mi ha concesso di tornare per la festa d' estate, per potervi rivedere.-
Fu in quel momento che lo sguardo di Ivan andò alle spalle del figlio, dove vide il carro arrivare.
- Saluti a voi boiardo Ivan, mi permetto di complimentarmi per il forte carattere che avete lasciato a vostro figlio- disse il mercante lusinghiero.
Ivan rimase confuso.
- Chi è quest' uomo?- domandò a Yari.
- Aleksander Olafson mercante viaggiatore al vostro servizio- lo precedette Sasha con un piccolo inchino.
- É dov' è Med- ma proprio mentre il nome dell' orso stava lasciando le sue labbra, Medved si alzò dal carro per scendere.
- Ma chi diavolo sei tu?- Domandó Ivan sempre più confuso.
Yari rise divertito - È il cacciatore padre, non lo riconoscete senza barba e spoglio della sua pelliccia?-
A quel punto anche a Ivan sfuggí una risata un po' nervosa.
Prima che chiunque potesse dire altro, un gruppo di fanciulle vestite con abiti colorati  e fiori tra i capelli si intromise tra loro circondando Yari.
- Oh Yari non posso crederci!-
- O Yaya che bello rivederti!-
- Chi sono quegli uomini? Sono stati loro a salvarti dall' orso?-
- Cosa hai fatto a quella stupida bestia?!-
Yari non sapeva cosa dire, era entusiasta di vedere tutte le sue vecchie amiche ma si sentí anche profondamente imbarazzato nel sentirle parlare in quel modo del cacciatore.
- Amiche mie è cosí bello riavervi, ho cosí tante cose da dirvi, ma vi racconterò tutto tra poco, voi andate alla festa, vi raggiungerò al più presto- disse loro tra un bacio e un abbraccio per mandarle via ed evitargli altre brutte figure.
Medved non si scompose, come se nessuno avesse detto niente.
- Perdonale cacciatore, loro non...- provò a scusarsi Ivan ma Medved lo ignorò rivolgendosi poi a Yari.
- Ora devo andare a fare una cosa, tu va a divertirti, tornerò presto- gli disse tranquillo per poi incamminarsi da qualche parte oltre il villaggio.
-Beh andate ragazzo, godetevi la fine dell' estate- lo incoraggiò Sasha con l' appoggio di Ivan.
Yari annuí felice e senza esitare si diresse al villaggio.
Tutto intorno i suoni e gli odori fecero provare al ragazzo una calda sensazione di nostalgia, di ricordi felici, quando ancora la solitudine era lontana dalle sue giornate.
- Yaya!- lo chiamarono le quattro ragazze che lo stavano aspettando.
- Avanti raccontaci tutto!-
- Si cosa ti è capitato, chi è quel bell' uomo che ti ha accompagnato?-
- Ti ha salvato dall' orso? È lui che ti ha vestito con questi abiti stupendi?-
Yari si sentí in soggezione sentendosi rivolgere tante domande.
- Lasciatelo stare- si intromise una quinta ragazza dai capelli biondi tenendo in mano una coppa di birra.
- Il nostro caro Yari avrà sete, facciamolo prima accomodare di fronte a del buon cibo e a qualcosa da bere, avrà tempo per raccontarci ogni cosa-
Yari ringraziò la ragazza con lo sguardo e come detto le fanciulle lo trascinarono impazienti di fronte ad un grande tavolo apparecchiato all' interno della grande sala dei concili ,dove uomini, donne e bambini mangiavano con gusto e scherzavano ascoltando musica.
- Avanti dicci tutto- insistettero le ragazze versandogli ancora birra nel boccale.
- Non sono fuggito dall' orso, è stato lui a portarmi qui, era lui l' uomo vestito di rosso-
Tutte le ragazze impallidirono.
- Anche mio padre non l' ha riconosciuto, ma vi assicuro che è cosí-
- Hai per caso infranto un maleficio baciandolo come nelle fiabe?- chiese una incredula facendo sghignazzare le altre.
- Si forse è cosí- assentì Yari bevendo.
- E dicci com' è la sua casa? E dove ha trovato abiti tanto graziosi?-
Yari ci pensó un attimo prima di rispondere. Non aveva intenzione di raccontare la rissa del primo giorno, della vecchia casa, della solitudine, perché sapeva che cose simili sarebbero riuscite solo a peggiorare l' idea che avevano del cacciatore.
- È proprio come diceva Maksim, la sua casa è immersa nella foresta, e dentro cela tesori inimmaginabili. Possiede un baule colmo d' oro e abiti più belli di quelli dei gran principi, mi fa mangiare tanta carne e venera dei bizzarri.-
Le ragazze si guardarono incredule tra loro.
- Allora è proprio come in una fiaba, hai baciato il mostro e lui si è trasformato in un bel principe- Disse una.
Yari continuò a sentirsi a disagio, le sue mezze verità lo rendeva inquieto e questo lo incoraggiò a versarsi altra birra.
- Ora peró raccontatemi di voi, come vanno le cose al villaggio?- a quella domanda le fanciulle si incupirono.
- Ad essere sinceri le cose non vanno bene caro Yari, i raccolti sono scarsi, i Tatari minacciano i confini delle terre dei boiardi e tuo padre ha perso ogni cosa, la nostra speranza era che ti sposassi con il figlio del boiardo Dimitri, la vostra unione avrebbe unito le nostre terre salvandoci dalla fame che ci aspetterà questo inverno, ma le cose non sono andate così-
Yari rimase scioccato da quella verità e solo in quel momento si accorse che il banchetto era composto solo da erbe amare, un piccolo bue, qualche pollo magro e pane nero.
- Non preoccuparti però, ce la faremo, tuo padre è saggio e troverà un modo per sistemare le cose- lo rassicurò la quinta ragazza accarezzandogli i capelli scuri.
Yari si sentì in colpa, lui mangiava bene ogni giorno mentre tutti i suoi compaesani erano dimagriti molto quell' estate e il fatto che una parte della colpa fosse anche di Medved gli fece  risbocciare quel germoglio d' odio che era riuscito a soffocare con tanta fatica.
Fu proprio quando i suoi pensieri andarono al marito che quest' ultimo, seguito da mormorii e occhiatacce si fece vivo tra la folla.
Nessuno lo accolse, tutti lo squadrarono con occhi diffidenti e senza dire niente tornarono a fare ciò che avevano interrotto, persino la musica cessò per qualche istante prima di ripartire come se nulla fosse.
Yari osservando la scena ricordò le parole di Medved " Come credi che mi accoglierà la tua gente?" ed era vero, nessuna donna gli aveva offerto da bere e nessun' uomo lo aveva accolto, e questo faceva infuriare Yari immensamente, ma prima che potesse alzarsi per raggiungerlo Sasha attirò l' attenzione di tutti.
-Amici miei, per ringraziarvi della vostra ospitalità, vi suonerò qualcosa che rallegrerà questa splendida giornata-
Yari rimase sorpreso da quell' iniziativa e curioso osservó la scena in silenzio come tutti gli altri.
Sasha afferrò una balalajka dalle mani di un musicista e sotto gli occhi di tutti la porse al cacciatore.
- Avanti ragazzo mio, come ai vecchi tempi- lo incoraggiò il vecchio prendendo una fisarmonica.
Ciò che avvenne poi fu quasi surreale, tutta la tavolata era caduta in un silenzio di tomba .
Medved si sedette su uno sgabello e incerto osservó lo strumento con gli occhi lucenti dall' emozione e sfiorando leggermente le corde, iniziò a suonare.
( qui parte la canzone)
Tutti rimasero a bocca aperta, il vecchio e l' orso suonavano in maniera impeccabile alternandosi allegramente e aumentando sempre il ritmo.
Tutti i presenti colti da una nuova allegria si alzarono dai loro posti e mossi dalle note gioiose e pulite incominciarono a danzare attorno al grande tavolo.
Anche Yari fu trascinato nella danza ma il suo sguardo non si distaccò mai dalla magica visione del possente orso intento a suonare con tanta maestria la piccola balalajka.

MedvedDove le storie prendono vita. Scoprilo ora