Il segreto

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Quando giunse il mattino, Yari sentí il suo fiato farsi pesante dall' agitazione. Aveva passato tutta la notte seduto sul portico a riflettere sulla sua scelta.
Come un corvo dorato, Vassili si presentó alle prime luci dell' alba e con estremo garbo, si avvicinó al ragazzo porgendogli la mano per fargli strada.
- Seguimi mio caro Yari, cerchiamo un posto più appartato- disse incamminandosi verso la foresta.
Una volta celati ad occhi indiscreti, il giovane dai capelli lucenti si fece più vicino, allungando una mano sulla guancia di Yari.
- Dunque? Qual' è la tua decisione?- sussurrò languido avvicinandosi sempre di più.
Yari si allontanò leggermente distogliendo lo sguardo da quel viso tanto gentile quanto spaventoso.
- Ti aiuteró- rispose il ragazzo deciso.
- Tra due lune, quando la neve sarà già caduta , lasceró dei segnali per trovare la tana dell' orso partendo dal fiume, dove la strada si fa contorta. Quando sarai giunto alla casa io ti aiuterò a rubare l' oro ma ne prenderai solo una parte, quel che basta per aiutare i nostri padri, e una volta fatto, io non ti seguiró.-
Vassili lo guardó confuso.
- Perchè non vuoi fuggire?l' unione delle nostre terre farebbe comodo a tutti e potrai abbandonare per sempre quel demone disgustoso-
Provó a farlo ragionare usando quel suo tono falsamente gentile.
- Io non voglio lasciare l' orso, io sono suo di diritto, io devo ripagare il mio debito ed è giusto che sia così-
Si limitò a rispondere il ragazzo non nascondendo il suo sdegno nel sentire quella descrizione di Medved.
- È per il bambino non è così?-
Yari si voltó di scatto per guardarlo negli occhi azzurri come il cielo, che nel giro di qualche istante erano cambiati totalmente, assumendo uno sguardo gelido e spietato.
- Non devi preoccuparti per il piccolo demone che cresce dentro di te, io ti sposerei comunque, se vorrai lo daremo a qualche schiava o ancora meglio lo affogheró io stesso nel fiume, non dovrai vergognarti di quel piccolo mos- ma prima che potesse finire, un colpo terribile gli arrivó in pieno volto.
- Sta zitto- lo avvertì Yari infuriato.
- Di solo un' altra parola e saró io ad affogarti nell' Atil*-
Lo minacció per poi incamminarsi verso casa senza aggiungere altro.
Vassili lo osservó allontanarsi, il suo zigomo sinistro aveva iniziato a fargli davvero male ma i suoi occhi si fecero compiaciuti.

- Dove ti eri cacciato?-
Chiese Medved al ragazzo vedendolo tornare a casa.
- Un' attacco di nausea mi ha svegliato, sono andato a fare una passeggiata - si giustificó Yari raggiungendo la porta di casa.
- E ci sei andato così?-
Chiese l' orso riferendosi all' unica sottile camicia di lino che ricopriva il corpo del marito.
Yari se ne accorse solo in quel momento e rosso dalla vergogna si fiondó in casa a prepararsi per partire.
Mezz' ora dopo Sasha si presentó tutto allegro di fronte all' isba di Ivan.
- Avanti! Il viaggio è lungo!- disse il mercante impugnando la sua amata pipa.
Quella mattina il tempo si era raffreddato d' improvviso, come se la festa del giorno prima fosse stata davvero il congedo finale al sole.
-Ti prego Sasha, prima di andare desidero fare un' ultima cosa-
Disse Yari prima di allontanarsi oltre il villaggio.
A poca distanza dalla sua vecchia casa una croce di legno spuntava dal terreno a memoria di quello che un tempo era stato il suo amato fratello.
- Ciao Maksim, sono venuto a portarti qualcosa- disse tirando fuori da una tasca un piccolo dolce al miele.
- Meriti di festeggiare anche tu la fine dell' estate- posizionò il dolce di fronte alla croce e unendo le mani inizió a pregare chiudendo gli occhi. Quando li riaprì , un usignolo stava beccando il suo dono e dopo averne preso un bel pezzo voló via.
Prima di tornare al carro, Yari si fermò a guardare la croce più piccola accanto a quella del fratello, dove con sua grande sorpresa vide degli oggetti incastonati nel terreno.
Nella terra umida di rugiada tre piccole statuette in legno facevano da guardia alla tomba di quel povero bambino nato senza aver mai donato al mondo il suono del suo primo vagito.
- Il tuo Dio non accoglierà mio figlio, ma i miei Dei lo faranno.-
Era stato Medved a parlare arrivandogli alle spalle, la cui ombra peró lo aveva annunciato ormai da tempo.
- Qual' era il suo nome?- chiese Yari inginocchiandosi e unendo le mani in preghiera.
- Barn*-
-Queste statuette che hai messo sulla sua tomba... lo salveranno dall' inferno?-
- Gli Dei proteggono gli innocenti e premiano i valorosi, per questo so con certezza che l' inferno non è posto per loro-
Rispose Medved facendo sfuggire a Yari una risata sottile.
- Dimmi Medved... è stato tuo figlio ad uccidere mio fratello?-
Yari credeva di sapere già la risposta, eppure desideró sentirla dalla sua bocca.
- Si, tuo fratello era malato, ma forse, se non fosse rimasto gravido ora sorriderebbe ancora.-
Ammise Medved con la sua solita freddezza.
- Tu lo amavi?-
- Si-
- E lui ti amava?-
Medved rimase sorpreso da quell' ultima domanda e ci mise qualche istante in più a rispondere.
- Gli dissi che poteva andarsene-
Sentendo quelle parole Yari si voltó a guardarlo incredulo.
- Mi pentii subito di aver accettato la proposta di tuo padre ma vederlo tanto gentile nei miei confronti mi fece sperare di aver finalmente trovato qualcuno disposto ad amarmi. Allora non ero ancora a conoscenza del suo male e vederlo impallidire giorno dopo giorno mi spezzava il cuore. Lui non si mostrava mai triste, sorrideva sempre ma io lo vedevo appassire senza capirne il motivo e interpretai quei segnali come un male che veniva dall' anima. Quando gli dissi che era libero di tornare a casa peró, lui mi disse che ormai la sua casa era al mio fianco.-
Yari non si stupì più di tanto, aveva vissuto con l' orso abbastanza a lungo da constatare quanto imprevedibile e affascinante potesse essere.
- Torniamo casa-
Disse infine Yari alzandosi da terra e incamminandosi verso il carro, consapevole che orami, tutto il suo odio verso Medved era svanito insieme all' estate.


Allora, io so che in molti paesi del nord esistono solo l' inverno e l' estate, in questa storia è così e quando parlo di autunno e primavera intendo quei brevi lassi di tempo che dividono le due stagioni. Inoltre io immagino i periodi caldi non troppo caldi, diciamo tiepidi, mai torridi.

Atil= fiume Volga
Barn= bambino in norvegese

MedvedDove le storie prendono vita. Scoprilo ora