Polunočnica

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Erano passati tre giorni da quando Yari aveva lasciato i segnali nella foresta ma di Vassili nessuna traccia.
La neve aveva invaso completamente il dvor* e il cielo si era ricoperto di una fitta coltre di nuvole grigie annunciando definitivamente l' arrivo del gelido inverno.
Yari osservava i pini che circondavano l' isba in attesa che il boiardo si facesse vivo, ma anche il terzo giorno l' unica sagoma ad emergere dalla boscaglia fu come di consueto quella dell'orso di ritorno dalla caccia.
- Yaram ravviva il fuoco, sto gelando- gli chiese Medved entrando in casa seguito da un forte soffio di vento.
Yari si affrettò a far accomodare il marito di fronte al camino per poi afferrare due grandi ciocchi di legno da gettare nel fuoco, ma quando il legname fu inghiottito dalle fiamme, a Yari parve per un istante di vedere qualcosa di insolito con la coda dell' occhio, un viso baffuto, ghignante era nato dal faló per un breve attimo e poi era scomparso tornando alla sua naturale forma scomposta e traballante.
- Sembra che questo inverno sarà più rigido del solito, il fiume si è quasi gelato del tutto e nevica solo da tre giorni, c' è qualcosa di diverso nell' aria, persino i lupi sembrano più famelici e feroci del solito-
Disse cupo Medved stringendo a se Yari alla ricerca disperata di un po' di calore.
- Riscaldami- gli sussuró lasciandosi cadere dalle spalle la scura pelliccia bagnata dalla neve.
Yari aiutò il marito a spogliarsi e con gesti delicati ma decisi gli sfiló gli stivali e il soprabito bruno.
- Siediti sulle mie gambe- ordinó il cacciatore a Yari, che senza esitazione eseguì la richiesta.
Medved prese tra le sue grandi mani ruvide il volto del ragazzo che inclinando la testa ne bació delicatamente un palmo.
L' orso aveva gli occhi lucenti di desiderio e lentamente diminuì la distanza tra i loro volti fino a far scontrare le loro fronti.
Quando le loro labbra si toccarono, Yari sentì un forte brivido lungo schiena, un brivido diverso dai soliti che sentiva quando Medved lo toccava, un brivido spiacevole e gelido che lo costrinse a staccarsi dal bacio.
- Cosa ti succede?- chiese l' orso confuso.
- Niente,è che ho sentito qualcosa di strano-
Ammise il ragazzo girandosi verso il fuoco inquieto alla ricerca di qualcosa di strano.
Quando tornó a guardare Medved,il cacciatore stava fissando truce le fiamme, come  a volerle rimproverare.
- avanti ora ceniamo- disse l' orso facendo scendere Yari dalle sue gambe.
Il ragazzo non capì la reazione di Medved che fino a un attimo prima era tanto calmo e dolce.
Quando fu ora di andare a dormire, Yari non smise un attimo di fissare le fiamme, quella strana sensazione che lo faceva rabbrividire non voleva andarsene.
Persino Medved sembrava essere inquieto ma stravolto dalla giornata di caccia si addormentó subito seguito poco dopo dal compagno rassicurato dalla presenza del gigante al suo fianco.

Quella notte la neve cessò di cadere, ma tutto si era tinto di un bianco innaturale illuminato dalla luna della mezzanotte.
L' unico rumore udibile fu quello di passi scricchiolanti nel dvor e tanto era il silenzio tutto intorno che quel piccolo suono svegliò Yari che guardando fuori dalla finestra vide una sagoma scura farsi vicina all' isba.
"Vassili!" Pensó alzandosi di soprassalto per raggiungere la porta.
Quando si ritrovò fuori, non vi era più nessuno, nemmeno un impronta a confermare che quello non fosse stato un miraggio.
Confuso e un po' inquieto Yari tornó dentro casa ma quando si ritrovò di fronte al letto qualcosa gli fece gelate il sangue nelle vene.
Una creatura scura dai lunghi capelli neri e spettinati era accovacciata sul corpo immobile di Medved intenta a baciarlo.
Le sue mani sottile e rigide toccavano il volto dell' orso come se quella sopra di lui fosse stata un' amante.
- C-chi siete? Lasciatelo stare-
Bisbiglió Yari afferrando un pezzo di legno e avvicinandosi cautamente.
Sentendolo parlare, la creatura si voltò verso di lui mostrando due occhi luminosi come fari e il volto di una giovane donna dallo sguardo crudele.
- Giovane sposo-
Sibilò lo spettro dalla pelle bluastra alzandosi in piedi con le movenze di un gatto.
- MEDVED SVEGLIATI! TI SUPPLICO AL-
Ma prima che potesse finire la frase la creatura era alle sue spalle con una mano premuta sulla sua bocca.
- Ssssssssh lascialo riposare, tanto non si sveglierà, ha ricevuto il bacio della mezzanotte-
Gli bisbiglió in un orecchio.
- Non temere, non posso farti del male, la mia padrona non vuole, sono qui per mostrarti una cosa, seguimi-
E con un soffio di vento la porta si aprì cigolando.
Yari stava tremando ma il solo pensiero di disubbidire allo spettro gli diede il coraggio di seguirlo fuori dall' isba.
Quando toccò la neve con i piedi si rese conto che non bruciava e silenziosamente seguì la sua terribile ospite verso la foresta.
- Dove mi stai portando? Chi sei?-
La Donna non rispose e continuó a camminare.
Yari la osservava diffidente, il suo corpo bluastro vestito solo dai lunghi capelli neri sembrava levitare sulla neve gelata.
- Mi vuoi divorare? È questo che vuoi?-
Riprovò a chiedere il ragazzo sempre più convinto di star sognando.
Anche questa volta la dama lo ignorò ma finalmente smise di camminare.
Con una mano il demone spostó un ramo d' abete per fare strada indicando all' altro di procedere.
- Va giovane sposo, guarda-
Yari ubbidì ma quando si trovó oltre l' albero il suo cuore smise di battere dal terrore.
Di fronte a lui un' intera radura era ricoperta di cadaveri ghiacciati.
Yari vomitò e guardando il demone accanto a se chiese:
- Perché mi mostri una cosa simile?-
Il demone lo fissó con i suoi occhi terribili e poi indicó un punto preciso in mezzo allo straziante campo di battaglia.
- Guarda meglio ragazzo-
Al centro della radura, impalato su una lancia, un volto familiare era contratto dal terrore e sbiancato dalla morte.
-V-Vassili, non è possibile-
Disse Yari senza fiato cadendo in ginocchio.
-Questo esercito era per te, il boiardo avrebbe ucciso l' orso e avrebbe portato con se te e il suo oro e questo la mia signora non poteva permetterlo-
Yari non sapeva cosa dire o pensare, era tutto troppo assurdo, un incubo, ma presto ne era certo, si sarebbe svegliato.
- Chi è la tua signora? Cosa vuole da me?-
Chiese calmo Yari al demone convinto del fatto che niente di quello che stava vivendo fosse reale.
- Tu hai dentro di te qualcosa di inestimabile per colei che serviamo, ora inizierai a vederci, a sentirci e il tuo legame con noi sarà sempre più forte finché svanirà completamente una volta che avrai adempiuto al tuo compito-
Il demone a quel punto si fece vicino a Yari e con un unghia affilata graffiò il suo ventre dallo sterno fino all' ombelico.
- Io osservo gli uomini da quando sono in fasce, tormentavo il tuo sonno da quando non vedevi che ombre nella notte, io so ogni cosa, ogni sogno, ogni pensiero nato dalla mezzanotte e quando mi rivedrai, Polunočnica è il nome con cui dovrai chiamarmi-
Detto questo la donna posó delicatamente le sue labbra su quelle di Yari che di colpo vide il bianco della neve farsi sempre più nero fino a che l' ultima cosa che vide, furono gli occhi terribili del demone della mezzanotte.

Dvor=cortile
Polunočnica= demone della mezzanotte che non può avere figli e che spaventa e rapisce i bambini nelle culle.
Perdonate la grammatica✌🏼🐻

MedvedDove le storie prendono vita. Scoprilo ora