Le doleur exquise

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"If I could take us back, if I could just do that and write in every empty space the words "I love you" in replaceThen maybe time would not erase mE"

-Unsaid Emily, Julie and the Phantoms

Cosa successe dopo non riuscirei a descriverlo, amici. Tutt'ora gli eventi successivi all'avvistamento sono un turbine di confusione nella mia testa. Ricordo perfettamente, però, le sensazioni di gelo, terrore ed impotenza che mi avevano assalito all'inizio tutte insieme. L'unica cosa che ricordo prima che si seminasse il panico è il sorriso di quella creatura: era storto, con denti macchiati e rovinati e la puzza di tabacco e alcol mi investì riportandomi indietro di anni ed anni, ad un giorno che avrei volentieri cancellato dall'esistenza ma che purtroppo sarebbe rimasto lì per l'eternità.

Dopodiché non capii più niente e a tratti non riesco ancora a ricordare niente. Era solo completo caos tra urla che mi rimbombavano nelle orecchie non capendo se erano miei o di qualcuno che mi stava vicino. Era come se fossi entrato in una specie di stato catatonico: c'ero ma non c'ero. Mi sentivo strattonare, dare schiaffi sulla faccia ma non reagivo, non ci riuscivo e non stavo capendo cosa stesse succedendo intorno a me. Gli ultimi ricordi che ho di quei momenti sono un vortice di movimenti, come se mi stesse girando la testa ad una velocità assurda. Poi ebbi un blackout, un buco —seppur piccolo— nella trama. Non seppi se ero svenuto finché, tempo dopo, mio fratello mi disse che in realtà ero cosciente ma non avevo la minima reattività. Ero come una bambola.

Non so quanto tempo dopo ripresi lucidità ma il ricordo successivo fu dello studio di Aaliyah. Sbattei le palpebre e presi consapevolezza dello spazio circostante e della mia psichiatra che sembrava essere in procinto di un infarto. Un'altra persona si sarebbe gettata contro di me tartassandomi di domande e invadendo il mio spazio personale ma Liyah era laureata e per fortuna sapeva fare perfettamente il suo mestiere. Mi lasciò riprendere in mano il mio corpo, mi sistemai sul divanetto e fissai i miei occhi nei suoi. La vidi trattenere il fiato e si strinse le braccia al petto.

«Atlas, sei con me?» mi domandò con tono di voce fermo e fintamente calmo. Io mi stropicciai un occhio e annuii sentendo la testa un po' pesante. Lentamente la ragazza si avvicinò e si inginocchiò davanti a me guardandomi con due occhi da cerbiatta. «Che ti è successo, tesoro?»

Intravidi con la coda dell'occhio un movimento e trasalii, sentendo l'istinto di scappare. Poi però vidi Jeongguk e Taehyung in piedi in un angolino: il primo mi regalò un sorriso rassicurante anche se riuscivo a vedere la paura nei suoi occhi, il secondo si stava mordicchiando le pellicine delle dita con così tanta insistenza che per un momento ebbi paura gli potesse uscire il sangue a tutte e dieci le dita.

Tornai a guardare Aaliyah e scossi con decisione il capo. Non riuscivo, non ce la facevo. Aaliyah mi prese con delicatezza la mano sinistra nella sua facendomi piccole carezze rilassanti. «Non devi avere paura. Siamo solo noi qui, come sempre, puoi dirmi tutto.»

Sì, totalmente da soli. Guardai di nuovo il fantasma diciottenne e notai che stava fissando in modo strano Aaliyah, poi si avvicinò alla scrivania e lo vidi congelarsi. Taehyung sembrava confuso tanto quanto me di quella reazione. Stava succedendo qualcosa nella testa contorta di Jeongguk e non sapevamo esattamente cosa.

«Scusaci Atlas, volevamo solo assicurarci stessi bene. Vorremmo andarcene ma non possiamo attraversare la porta,» Taehyung era sincero: sapeva che con Liyah sarei stato in ottime mani ma finché non avremmo aperto la porta non sarebbero andati da nessuna parte. Aaliyah evitava anche di tenere la finestra aperta poiché, avendo pazienti con un quadro clinico non esattamente magnifico, era meglio evitare incidenti.

Cercai di far capire a Taehyung che andava bene così con un lieve gesto delle dita, ma non ero sicuro lo avesse percepito. Pazienza, non era la cosa primaria. Liyah mi richiamò strizzandomi leggermente la mano, avendo notato che mi ero estraniato. «Non voglio forzarti, d'accordo? Voglio solo capire cos'ha scatenato quella crisi. Tuo fratello ha detto che neanche nella scorsa ricaduta ne hai avuta una così forte. Erano tutti preoccupati Atlas, anche io.»

Frammenti di anime - Angel with a shotgun II [Taekook]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora