CREPE
Il 17 luglio la mia vita è finita.
Qualcuno potrebbe dire, invece, che quello strano giorno afoso la mia vita sia iniziata. Dipende tutto da chi racconta la storia. La me di allora o la me di due anni dopo.
Partiamo dal presupposto che ci si aspetta di avere più tempo di quello che si ha. Che essendo io una procrastinatrice cronica, aspetti indefinitamente il momento giusto. L'istante che mi faccia dire, ecco adesso sono pronta.
Ma anche secondo John Lennon, le cose belle capitano mentre sei occupato a fare altro. E non ti aspettano, questa è la verità, una volta che sono successe sfuggono dalle mani come un vaso liscio e viscido e non ritornano più.
Lasciano cocci rotti.
Allora entra in gioco la prospettiva. Alcuni ci vedono solo un mucchio di ceramica lavorata e colorata da buttare, attimi perduti e rimpianti. Altri, più attenti, riescono a dare valore ai pezzi, li rimettono insieme e sigillano le crepe con la fiamma luminosa della speranza.
Prima di conoscere lui, ero parte del primo gruppo. Credevo sul serio che la mia vita fosse finita. Non ne valesse più la pena, vivere in quel modo. Faceva male dentro e fuori. Piena di ferite segrete e crepe da cui entrava acqua, annegavo piano piano nel mio pessimismo. Certe volte diventava difficile respirare e lasciarsi soffocare sembrava così... naturale.
E probabilmente avrei continuato se non fosse arrivato lui ad afferrarmi per un braccio. A infilarsi nelle crepe del mio cuore e a riempirle con le sue canzoni.
A completarmi.
In punta di piedi, lo aveva fatto e basta. Forse senza saperlo. Di certo, senza che io lo sapessi. Mi aveva fatto cambiare prospettiva, senza che io lo sapessi. Eppure, non vedevo i frammenti come la seconda linea di pensiero.
Perché, ho scoperto che esiste un terzo gruppo. Quelli che tra le crepe scorgono il tesoro che il destino ci ha nascosto. Un tesoro fatto di storia personale, esperienze, istantanee dal passato che definisce il singolo. Esistono coloro che non sigillano soltanto la spaccatura, cercando di renderla invisibile. Ma la apprezzano e la valorizzano, loro.
In fin dei conti, le crepe sono ciò che rende unico e bellissimo il vaso.
E lui ha arricchito le mie crepe.
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Ciao a tutti e benvenuti in questa nuova storia! Il prologo è un po' poetico, però già dai prossimi capitoli ci immergeremo nelle vite antitetiche dei protagonisti.
Se vi è piaciuto, fatemelo sapere nei commenti, lasciate tante stelline e condividete la storia che la facciamo crescere insieme!
XO, Iris
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IL SUONO DI NOI DUE
RomanceLa stella americana della musica pop, Raul Miller, è in una fase di stallo. Sopraffatto dalla fama e dalle crescenti pressioni dell'etichetta discografica per il nuovo album, crede che sparire dalle scene per un po', alla riscoperta di se stesso sia...