Legolas pov :
Dopo pranzo passai l'intero pomeriggio con Tauriel ad allenarmi. Non lo volevo ammettere ma con la spada era molto più brava di me anche se primeggiavo ancora io nel tiro con l'arco. Modestamente avevo un talento naturale e lo esibivo con grande orgoglio.
Durante uno scontro con la spada però la colpii per sbaglio alla gamba e lei tirò un urlo di pure dolore mentre si accasciava a terra. Mi avvicinai a lei per vedere come fosse messa ma poco dopo lei si ritirò su in piedi di scatto prendendomi alla sprovvista facendomi cadere sul morbido manto erboso "Ti ho fregato anche questa volta pivello" esultò lei mentre sogghignava . "Oh mio Dio non puoi immaginare che faccia hai fatto quando ho urlato. Eri buffissimo, sembrava che avessi visto un fantasma" rise lei mentre mi porgeva una mano per aiutarmi a rialzarmi. Questa maledetta mi aveva fregato per due volte nello stesso giorno. Incredibile! "Io comunque non trovo cosa ci sia di divertente. Pensavo ti fossi fatta male per davvero " dissi mentre sistemavo i miei poveri capelli che, essendo stati nella terra, ora erano sporchi e disordinati
"Molto male principino. Continui a perdere con la tua amica mentre potresti batterti contro la leggendaria furia nanica" esordì Gimli spuntando da dietro un cespuglio. Ci mancavo solo lui. Alzai gli occhi al cielo esasperato "Che c'è nano? Vuoi per caso batterti contro il principe di Bosco Atro?" gli domandai in segno di sfida. In realtà non mi vantavo mai del mio lato principesco ma quando serviva nelle minacce devo ammettere che faceva un gran bel effetto."No mio caro orecchie a punta. Nel battermi con te non troverei gusto. Saresti un avversario troppo scarso. No no, io voglio battermi con Tauriel" lo guardai stupito, fingendomi offeso. Senza darmi neanche il tempo di rispondere i due iniziarono uno scontro che durò meno di due minuti e alla fine Tauriel batté Gimli con il minimo sforzo possibile. Applaudii divertito dalla faccia sconvolta di Gimli che era diventato rosso per la vergogna e si era seduto per terra a fissare la sua ascia.
"Gimli allora com'è perdere contro un elfo?" gli chiese Tauriel divertita "Ma complimenti ad entrambi . Insieme fate più di 5000 anni ma avete una maturità emotiva inferiore a quella di un nano di 70" Esordì Gimli anche lui divertito e con un velo di disappunto "Beh si è fatta l'ora di cena; Che ne dite, andiamo a mangiare?" domandò lui ed il suo stomaco brontolò all'unisono con le sue parole.
Ci dirigemmo così vero il salone per cenare. La fioca luce serale filtrava attraverso le vetrate del corridoio pitturandole di tutte le sfumature del rosa e del viola; l'aria fresca scherzava con i capelli mentre le magnifiche voci del coro reale risuonavano nell'atrio del castello.
Quando entrammo nella sala per mangiare trovammo ad aspettarci una cena squisita: era poggiate qua e la ciotole piene di lembas accompagnate da scodelle di spinaci ma troneggiava al centro della tavola un enorme piatto con delle pappardelle al cinghiale. Ainwen si era proprio superata quella sera.
Il nano accanto a me fissava le pietanze a bocca aperta e con uno scintillio negli occhi, chiedendosi da che piatto iniziare. Alla fine si fiondò a sedere ed iniziò a servirsi. Tauriel si sedette accanto a lui ed io difronte a lei.
Gustammo tranquillamente la cena chiacchierando del più e del meno quando ad un certo punto entrò nella stanza mio padre. Era vestito con un abito color glicine ed indossava la sua solita corona a forma di corna di cervo. Al suo ingresso scattammo tutti in piedi e fu divertente vedere Gimli che arrivava a malapena all'altezza del tavolo. "Buonasera. Sedete pure" esordì lui e detto ciò si andò a sedere a capo tavola sorseggiando il suo solito calice di vino poi iniziando a parlare in Sindarin chiese "Ma il nano per quanto continuerà ad alloggiare qui? Proprio non li sopporto quegli esseri sudici. Ah e comunque ottimo allenamento oggi. Figliolo smettila di fare il credulone ed impara a combattere piuttosto" mi schernì lui. Mi sembrava strano che avesse fatto un complimento senza però insultarmi al contempo. Mio padre era sempre freddo come il ghiaccio ed irremovibile quando si fissava qualcosa in testa "Padre, il mio amico resterà qui per qualche altro giorno e comunque io non sono credulone" risposi profondamente ferito nell'orgoglio. Io non ero un credulone ero solo preoccupato per Tauriel. Se le avessi fatto del male non me lo sarei mai perdonato. "Si certo come dici tu." rispose lui con un gesto della mano che faceva capire che non mi voleva proprio ascoltare. "Ah Tauriel domani hai la giornata libera" e detto ciò mio padre si alzò da tavola e si ritirò nelle sue stanze dalle quali non uscì fino al mattino seguente.
"Bene io vado a dormire, buona notte ragazzi" annunciò Tauriel poco dopo per poi andare di sopra. Non me ne resi conto ma la fissai mentre usciva dalla stanza. Il suo volto veniva delicatamente baciato dai raggi lunari riflettendosi in quei abissali e meravigliosi occhi ed io non riuscii a dire nulla. L'unica cosa di cui fui capace fu sospirare ed ammirare da lontano tutta quella bellezza.
Mi affrettai a finire la cena e poi corsi di sopra sotto lo sguardo curioso di Gimli. Mi mancava così tanto Tauriel che anche cinque minuti senza di lei sembravano un'infinità di tempo.

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Sguardi
Fanfiction"Tu per me vali più di qualsiasi cosa al mondo e se per poterti vedere felice dovessi andare all'inferno lo farei così da vantarmi coi diavoli di aver visto il paradiso senza mai esserci stato perché tu per me sei più speciale e bella del paradiso "