Non mi serve dire che sono uscita quasi di corsa da quell'aula per recarmi un attimo in bagno prima di iniziare il prossimo corso.
Non posso credere che questo stia succedendo veramente, a me?
Ho già detto quanto odio non avere il controllo? Tutto questo non l'avrei mai previsto.Mi sciacquo le guancie perché sembra che potrebbero prendere fuoco da un momento all'altro.
Appena mi sento meglio esco dal bagno spingendo la porta con una certa forza e sento che la porta sbatte contro qualcuno facendo cadere dei fogli.
<<Oddio mi dispiace tanto>> mi piego a raccogliere i fogli per terra, guardo le pagine in inglese terrorizzata.
Oh andiamo, Universo se stai cercando di farmi pagare qualcosa che ho fatto in passato questo non è né il modo né il giorno.
<<Signorina per caso ce l'ha con me? Perché io sono sicuro di non averle fatto niente a parte toglierle il parcheggio sta mattina>> lo dice in un tono serio ma ironico.
<<Prof. Peters mi dispiace molto, per oggi. Gli giuro che non sono una persona così maldestra. A quanto pare oggi non fa parte della lista delle mie migliori giornate>> dico raccogliendo i fogli dal pavimento e guardandolo per la prima volta negli occhi.
Ha due occhi intimidatori, marroni scuri quasi neri oserei dire.
Attirano molto la mia attenzione.<<Capisco, anch'io le chiedo scusa per averle rubato il parcheggio. Avevo paura di arrivare in ritardo e ci stava mettendo davvero molto. Qualsiasi persona normale avrebbe reagito come ha fatto lei.>> dice prendendo i fogli che avevo in mano e sorridendomi.
Per qualche strano motivo non riesco a parlare, sento la mia bocca secca. È la prima volta che mi succede, sentirmi così vulnerabile con una persona.
Respira.
<<Le avviso che da questo momento però non potrà più mandarmi a quel paese>> continua a sorridermi divertito.
Forse sembro una ragazza con qualche problema psicologico, devo dire qualcosa per non peggiorare la mia immagine.
<<Oh le assicuro che non succederà mai più>> ricambio il sorriso che fino a quel punto lui continuava ad averlo stampato in faccia. <<Mi presento, sono Alexia Jimenez>> allungo la mia mano per stringere la sua.
Alexia sei seria? Ti ricordo che non sei insieme a un tuo compagno ma al tuo prof di inglese.
Mi pento subito di aver allungato la mano, prego soltanto che non mi lasci così come una stupida con la mano allungata.
Ma cosa mi succede?
Il prof. Peters guarda la mano e poi guarda me, sembra divertito dalla situazione e allunga la sua mano per stringere la mia.
<<È un piacere Alexia Jimenez>> stringe la mia mano forte.
Noto subito quanto la sua mano sia molto più grande della mia. Ha delle vene ben marcate lungo di essa.
Alexia Jimenez da adesso sarai la giovane donna stramba dell'università.
Tolgo la mano e cerco di non sembrare imbarazzata. Ma non ci riesco.
<<Ci vediamo in giro prof, devo correre al corso di spagnolo>>
CI VEDIAMO IN GIRO PROF?
Il prof scoppia a ridere, sembro davvero così stupida?
Io mi limito a sorridere senza guardarlo direttamente negli occhi e iniziare a camminare verso il corso di spagnolo.
<<Buona giornata Signorina Jimenez>>
È stata la conversazione più imbarazzante della mia vita.
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Prof. Peters {Evan Peters}
FanfictionAlexia Jimenez inizia un nuovo capitolo della sua vita: la vita universitaria. Con il suo carattere forte e deciso vuole completare i suoi studi senza avere distrazioni, com'è ben riuscita a fare fino ad adesso. Evan Peters, un uomo elegante ed aff...