s e v e n

92 5 2
                                    

Il professor Peters guarda attentamente il mio appartamento ma si sofferma sulle fotografie con le quali ho decorato il mio piccolo salotto.

<<Assomigli tanto a tua madre>> dice osservando una foto in cui c'è mia madre da giovane che mi tiene in braccio quando avevo pochi mesi di vita.

Mi avvicino alla foto anch'io per guardarla.

<<Me lo dicono in tanti>> dico sorridendo mentre guardo la foto.

Senza accorgermi mi sono avvicinata tanto a lui per guardare la foto. Posso percepire il suo respiro sui miei capelli quindi indietreggio abbassando lo sguardo.

Stare vicino a lui mi fa sentire strana, mi fa venire la pelle d'oca. Il suo profumo è davvero inconfondibile e virile.

<<Inizio a preparare il caffè, se vuole togliersi il cappotto può appoggiarlo sul divano>> dico dirigendomi in cucina e accendendo la macchina del caffè.

<<Sei molto gentile Alexia>> dice sorridendo e togliendosi il cappotto.

Dalla cucina lo vedo sedersi sul mio divanetto e sorridere.

Chissà cosa sta pensando.

Guardo se ho dei biscotti da offrirgli ma sono troppo in alto per prenderli, anche mettendomi sulla punta dei piedi non ci arrivo.

Ma come diavolo ho fatto a metterli là?

Poi ricordo di aver usato una sedia per raggiungere quello scaffale, così da avere più spazio nella mia dispensa.

Sento il mio professore ridere dal salotto e alzarsi per venirmi ad aiutare.

<<Vuoi una mano?>> chiede divertito.

<<Sì, grazie>> sorrido timidamente.

Mi sposto e lui senza nessun problema mi passa la scatola di biscotti.
Noto che rimane però in cucina insieme a me, ad osservare quello che faccio.

<<E dimmi Alexia, il tuo cognome mi fa capire che non sei di qui. Che origini hai?>> chiede appoggiandosi sul mobile della cucina.

<<Sono latinoamericana, El Salvador precisamente. Non so se ha presente?>> chiedo <<Gradisce dello zucchero?>>

<<Sì grazie, un cucchiaino può andare bene>> risponde sorridendo <<Ho presente, è vicino al Guatemala. E sei nata qui oppure ti sei trasferita?>>

<<Mi sono trasferita quando avevo 8 anni, quindi ho passato più metà della mia vita qui che là>> rispondo appoggiando sul tavolo le due tazze di caffè e i biscotti.

<<Grazie tante, ho fatto bene ad accettare>> mi guarda sorridendo.

Osservo come la tazza sembra davvero minuscola nelle sue mani e come se fosse a rallentatore lo vedo portarsi un biscotto alla bocca.

La sua bocca sembra così morbida e il suo sorriso...

<<Alexia? Vuoi un biscotto?>> chiede ridendo.

Oh mio Dio Alexia, sei rimasta imbambolata a guardarlo mentre mangiava un biscotto?!

Prof. Peters {Evan Peters}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora