Sacrificio

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Lavinia Pov

Dopo aver scoperto il nome del misterioso bagnino per la seconda volta, parlammo per tutta la notte in riva ad un mare calmo, pronto ad ascoltarci.

Poi ci vedemmo a colazione, il giorno dopo e il giorno dopo ancora. Così quelle settimane di Luglio passarono piuttosto velocemente e riuscii ad essere un po' più felice.

Non sapevo cosa provasse lui, ma provò a baciarmi ancora, e io mi scansai. Non perché non lo trovassi attraente, piuttosto non sentivo che quella fosse la cosa giusta e non mi andava di illuderlo.

Non quando continuavo a sperare di vedere quel paio di smeraldi che brillavano sotto il sole.

Non dopo esser stata delusa così tante volte: Sean non era stato il primo ad illudermi di essere una persona speciale. Anche Andrea l'aveva fatto. E, in entrambi i casi, avevo promesso che non sarei mai più stata la seconda opzione di nessuno.

Era buffo pensare di avere una scelta, di avere il potere di decidere di chi innamorarsi. Rendeva tutto estremamente semplice e meccanico.

Dava una scossa di adrenalina pensare di essere così importante. Tutto quello che l'essere umano ha sempre sognato di essere, ma mai è stato.

Dopo la seconda volta in cui avevo rifiutato un bacio, Stefano si passò una mano tra i capelli chiedendomi quale fosse il nome del ragazzo che mi aveva spezzato il cuore non sapendo che, ironia della sorte, ero stata io a spezzarlo a lui.

Sbuffai una risata e scossi la testa chiedendogli di nuotare, quella volta. Mi rivolse uno dei suoi sorrisi gentili e si sfilò la maglietta, seguendomi a ruota in acqua.

Non mi sentivo pronta a parlare di Harry. Temevo che anche solo nominarlo mi avrebbe riportata dentro a quel loop infinito di attesa destinata ad essere delusa, come ogni cosa che avevo aspettato.

Le vacanze con entrambi i miei genitori sempre impegnati con il lavoro, il cavallo, l'università, gli auguri.

Alla fine dei conti, quell'anno la casa a Tirrenia mi aveva portato quello di cui avevo più bisogno: un amico.

E vista la mia scarsa fortuna con le seconde occasioni, non l'avrei sprecata.

«Non ti sembra di esagerare con l'abbronzante?» Lo sentii dire mentre teneva gli occhi nascosti sotto gli occhiali da sole. Stava trattenendo una risata. Sapeva benissimo che quella fosse protezione e che non riuscissi ad abbronzarmi.

«Tu sai tutto della moderazione.» Mi fermai per guardarlo meglio. «Specie sulla simpatia.»

Si tolse gli occhiali da sole e si mise a guardarmi senza dire niente.

«Cosa vuoi?»
«Non-» Tentò di avvicinarsi, ma io aggrottai la fronte dopo aver visto la sua.
«Che cosa stai facendo-»

«Lav,ferma. Stai. Ferma.» Continuò ad avvicinarsi e quando fu vicino, chiusi gli occhi. Avevo imparato che quel tono ammonitorio lo usava solo quando era necessario, e dal modo in cui mi esortava a guardarlo, doveva trattarsi di qualche insetto.

Strinsi gli occhi ancora più forte per paura di aprirli e perdere il controllo.

«Non muoverti, ho quasi...» Le sue dita affusolate, sempre fredde nonostante il caldo, mi sfiorarono la clavicola. «Fatto.»

Rabbrividii e continuai a tenere gli occhi chiusi. Parlò ancora, era vicino.

«Era soltanto un'ape, Lav. Solo un'ape.» Sentii la sua mano posarsi sulla mia guancia. «Apri gli occhi.»

Scossi la testa energicamente. La paura che avevo delle api, era più forte di quella della solitudine. Mi terrorizzava l'idea che un esserino così piccolo potesse fare tanto male, ma me ne aveva fatto. Da bambina ero stata punta proprio al centro del petto e per poco non svenni.

Le stelle dentro | Harry Styles |Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora