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Harry pov



Avevo sempre evitato la spiaggia la mattina presto. Il mare era troppo calmo e lo invidiavo.

Senza contare il fatto che non potevo nascondermi sotto l'ombrellone: molti erano ancora chiusi.

Perfino l'odore del mare era diverso: tanto intenso da entrarti dentro, facendoti provare lo stesso grado di solitudine.

Quella mattina, nonostante fossero passate le dieci, la spiaggia ricordava quella delle sette e mi sentivo finalmente in vena di fare un'eccezione.

Appena arrivato, la sabbia nascose i miei piedi e sentii i brividi passarmi lungo tutto il corpo. Poi mi avviai verso il bagnasciuga, cercando un po' di sole per scaldarmi.

Mi soffermai sull'orizzonte e la vista non mancò di farmi perdere il respiro.

Sorrisi tra me e me perchè vivere a Londra mi permetteva ancora di emozionarmi alla vista del mare e del cielo italiano.

Aprii un libro e iniziai a leggere, lasciando che l'aria sempre più calda si prendesse cura di me.

Quel libro proprio non voleva piacermi. L'avevo trovato sulle bancarelle dell'usato il giorno prima, e benché avesse una bella copertina, la storia non era entusiasmante.

Feci un sospiro perché per l'ennesima volta, il viso contrariato di Lav mi tornò in mente.

Lei non sopportava che un libro venisse giudicato dalla copertina, diceva di aprirlo, respirarlo e sentire che storia avesse da raccontare.

Un libro va ascoltato, diceva.

Il fatto è che mentre apriva il libro e lasciava che l'odore delle pagine le colpisse dolcemente il viso, l'unica cosa che riuscivo ad ascoltare era il battito accelerato del mio stupido cuore.

Mentre l'unica cosa che sentivo, era l'odore del suo shampoo al cocco.

Poi mi guardava con un labbro tra i denti e mi diceva che quelle pagine volevano dirle molto di più, sorrideva e andava alla cassa.

Avrei voluto dirle anche io di più. Ogni volta.

Avrei voluto dirle che l'avrei baciata in ogni singolo reparto, tra ogni scaffale, tra i libri che aveva amato e sottolineato; avrei voluto darle tutto quello che cercava tra quelle pagine.

Era troppo tardi.

E fu proprio il vociare indistinto di persone arrivate sulla spiaggia, a ricordarmelo.

Provai a leggere un altro paio di pagine quando alzai di nuovo lo sguardo sulla tavola azzurra. Il respiro mi morì in gola: un colore di capelli così intenso poteva appartenere solo a lei.

Dovevo smettere di guardare, era il momento giusto per dare un'occasione alla storia noiosa che tenevo tra le mani.

Non ci riuscii, però.

Quindi lasciai che i miei occhi le accarezzassero il corpo e ne fui geloso, ancora una volta. Si lasciava trasportare dalle onde sempre più agitate di quel mare a cui aveva ceduto una parte di sé.

Pensavo di vederla nuotare perché lei si sentiva libera quando lo faceva, ma non si mosse e continuò a non farlo anche quando l'onda le fu sempre più vicina.

Che si fosse addormentata?

Ed ecco di nuovo quella lotta tra testa e cuore.

Magari stava solo dormendo e l'ultima cosa che voleva, era esser portata fuori dall'acqua dall'idiota che l'aveva ignorata per tutto l'anno.

Ma continuava a non muoversi e io avevo bisogno di accertarmi che stesse bene. Feci un respiro profondo, ma poi l'onda la travolse. Senza esitare, mi gettai in acqua.

Ogni bracciata più forte dell'altra, con l'acqua che si infrangeva contro il mio petto e il suo corpo che si avvicinava alle mie braccia.

Lav, perdonami.

La presi tra le braccia e la strinsi come se la mia vita dipendesse da quello, poi la portai fuori dall'acqua.
Scaraventai quel libro via dall'asciugamano e la sdraiai proprio lì.

Le scostai i capelli dal viso e dal petto e iniziai a massaggiarle l'addome.

Uno, due, tre.

Guai a te, Ginger.

Quattro, cinque, sei.

Apri gli occhi.

Sette, otto, nove.

Non puoi farmi questo, è troppo crudele anche per uno come me.

Dieci, undici-

Iniziò a tossire e io trattenni a stento un sorriso, poi la vista si appannò per colpa delle lacrime. Mi stava guardando, ma non seppi dire se avesse realizzato chi fossi.

«Perché stai piangendo?» Aveva capito. La voce era debole, ma era tornata.

«E' solo acqua.» Mi fermai un attimo. «Sono venuto a prenderti, Lava.»

Poi chiuse gli occhi di nuovo e, a quel punto, le lacrime le stavano già scivolando sul viso.

Sarei dovuto arrivare prima, pensai.

Nota autrice

Scusatemi per il ritardo, sono stati giorni un po' particolari.
Spero che il capitolo vi sia piaciuto.
S

Le stelle dentro | Harry Styles |Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora