Capitolo 7

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Nico non sapeva per quanto erano stati abbracciati, minuti, forse ore... Ma la presenza di Will era confortante.

Il piccolo Di Angelo pianse tutte le sue lacrime, mentre Will gli passava dolcemente una mano sulla schiena.

Quando Nico decise di allontanarsi si sentiva gli occhi estremamente gonfi. Will lo guardó preoccupato.

-S..Scusa...- balbettó Nico.

-Nico, non devi chiedermi scusa, capisco come ti senti e sono qui per te.

-É che... Ho sognato... Mia madre e mia sorella.... Non era precisamente un sogno, erano vari ricordi e... Dio, Will, quanto mi mancano!

-Lo so... A volte anche a me manca mia madre.- Will lo strinse a sé e gli accarezzó la testa. -A volte mi vengono in mente alcune cose che abbiamo fatto quando ero piccolo...- Nico lo sentì sorridere mentre parlava. -Come quella volta che siamo andati al Luna Park e io sono voluto andare a tutti i costi nella casa degli orrori. Mi ricordo che avevo paura e che cercavo di non farlo a vedere alla mamma per rassicurarla.

Era molto raro sentire Will parlare della sua infanzia e Nico lo sapeva, guardó il biondo incredulo. I suoi occhi azzurri lo ricambiavano, ma erano lontani, persi tra i ricordi. In quel momento Nico si rese conto che Percy aveva ragione: a lui piaceva Will; Percy era solo una cotta, di Will si era innamorato.

Nico bació il più grande, senza riuscire a trattenersi. Will ricambió, ma poi si staccó di scatto.

-Nico!- esclamò, cercando di non urlare per non farsi sentire da Ade, nell'altra stanza.-Cosa...?--

-Sei così... Bello quando parli della tua infanzia.

-Ma a te piace Percy, Percy Jackson: alto, moro, occhi verdi... Non io.

-Anch'io credevo così...

-Nico, é così.- Will sospiró. -Mi hai baciato solo perché ora ti sono vicino emotivamente.

-Will...--

-Non dirmi che non é così, mentiresti ad entrambi. A te piace Percy, io non potrei mai piacere a nessuno.

-É qui che ti sbagli, idiota, tu sei fantastico! Solo che non tutti riescono a vederti per quello che sei. Certo, Percy é il ragazzo perfetto, ma tu... Tu, Will Solace, sei fantastico senza essere una mina-Percy-vagante.

-Dovrebbe essere un complimento?- lo sguardo di Will si addolcì.

-Si, lo é. Ma non é quello il punto. Il punto é che io sono stato un emerito cretino a non accorgermene: tu mi sei sempre stato vicino, Percy ci ha provato, ma lui ha Annabeth, non mi potrà mai ricambiare. Tu... Non credo che tu abbia notato il tuo stesso sguardo mentre pensi che io non ti stia guardando.

-Piantala di dire queste smancerie, non uscirebbero mai dalla bocca del mio Nico Di Angelo.

-E da quando sono tuo?

-Ho detto mio?

-Si.

-É che ho sonno, comprendimi.

-No, hai detto proprio "il mio Nico Di Angelo"

-Sei proprio insopportabile quando hai ragione!- Will sospiró.-Ad ogni modo, sono convinto che questa conversazione dovremmo continuarla domani e che sarebbe meglio per tutti e due se io andassi a dirmire sul divano.

-Will--

-Buonanotte, Nico.- Will uscì dalla stanza, portandosi dietro una coperta.

Nico si rigiró nel letto per almeno mezz'ora prima di capire che, in ogni caso, non sarebbe riuscito a dormire. Decise di fare altro. Prese in mano il cellulare. L'orario segnalava le 3 di notte. "Ad ogni modo: domani non vado a scuola". Inizió a girare per i vari social network. Ad un certo punto si addormentó, senza accorgersene, e si risveglió dopo un'ora con il cellulare sul naso. Guardó l'ora: le 9 e mezza.
Nico aveva fame, quindi decise di andarsi a preparare una sana colazione a base di caffè e crostata.

Preparó del caffè anche a Will e lo posó sul tavolino vicino al divano.

Appena finì di fare colazione notó un biglietto:

"Appena ti svegli chiamamami.
-Papá"

Si diresse verso camera sua e telefonó suo padre, che dopo un paio di squilli rispose:-Salve, chi parla?

-Papá, ciao.

-Nico! Hai trovato il mio foglietto.

-Come ogni mattina.- rise Nico.

-Volevo dirti... Oggi é sabato e domani c'é il funerale. Questa sera dovremmo cacciare di casa Will, e tu dovresti trovarti qualcosa da mettere.

-Mhm mhm...

-Ah, approposito di Will... Oggi l'ho trovato che dormiva sul divano, é successo qualcosa? Avete litigato?

-Spero che non sia successo niente...

-Okay, non ti va di parlarne. Ora devo andare... Ci vediamo 'sta sera.

-Ciao papà, a dopo.

Ade mise giù. Nico si lasció cadere sulla sedia della scrivania.

Il funerale é domani.

Bussarono alla porta della sua stanza.

-Nico?

-Entra pure.

Will aprì la porta e si presentó in tutto il suo splendore senza maglietta.

-Grazie per il caffè...

-Di niente.- Nico si morse un labbro.

-Nico... Volevo parlarti- il biondo sospiró.- di ieri sera.

-Will... Sono stato avventato, ma quelle cose le pensavo davvero.

-Non voglio che tu ti scusi, voglio solo spiegarti il mio punto di vista. Vedi, ci ho dormito su, e ho pensato che forse i tuoi sentimenti sono guidati dal dolore che provi e siccome credi che io capisca quello che provi, perché ci sono già passato..-- Will si interruppe.

Nico stava ridendo, ma la sua risata era glaciale. -Sai, dovresti fare lo psicologo. Comunque so dove vuoi arrivare, ora mi dirai che vuoi darmi del tempo per riflettere e che, magari, quando tutto ciò sarà finito potrò venirti a dire se i miei sentimenti sono gli stessi.

Will chiuse gli occhi, sospiró e annuì:-Nico... Io ti ricambio, ma voglio capire se il tuo sentimento é vero o solo guidato dalla perdita.

-Allora vai. Dammi questa famigerata "pausa per schiarirmi le idee". Vattene, ti chiamerò appena mi sono ripreso.

-Nico... Ti prego, non fare così.

-Will, l'hai detto tu: devo schiarirmi le idee.

Il biondo lanció uno sguardo afflitto al piccolo di Angelo, prese le sue cose e uscì dalla stanza. Dieci minuti dopo Nico sentì la porta di casa che si chiudeva e solo allora prese il telefono e andó sulla chat con Jason e gli scrisse: "Hey J, potresti... Venire un attimo? Voglio parlare con qualcuno e tu sei il candidato numero uno.-N"

"Arrivo, dammi 5 minuti.-J"

Puntuale come sempre, Jason suonó il campanello.

Nico gli aprì.

-Hey, amico, mi devi un caff-- il biondo si interruppe. -Che é successo?

-Questioni di ragazzi.

-Non... Potevi chiamare Hazel?

Nico sbruffó:-Le ragazze tendono a semplificare tutto quello che diciamo in azioni impossibili.

-Devo scriverla su una maglietta.- disse Jason pensoso.

-Comunque... Vuoi un caffè?

-Si.

-Bene, parlo più volentieri davanti a una tazza di caffè.

Come foglie nel vento ~Solangelo~Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora