Capitolo 11

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Will rimase in ospedale per due settimane, durante le quali non rimase mai solo.

Di mattina le infermiere venivano a sistemarlo, e il medico lo visitava, mentre di pomeriggio si presentavano tutti i suoi amici a fargli compagnia, o almeno durante la prima settimana, poi dovettero tornare in California per continuare gli studi e allora solo Nico, Percy e Annabeth andavano a fargli compagnia. A volte Nico lo andava a trovare da solo, e al giovane Solace non dispiaceva affatto. Studiavano insieme, parlavano e ogni tanto si scambiavano qualche bacio.

Anche i rapporti con suo padre erano cambiati: quando era in città passava a salutarlo, e se andava via, lo chiamava almeno una volta al giorno per sapere come stava. Come se l'incidente gli avesse fatto aprire gli occhi. Una parte di Will desiderava che il padre mantenesse l'abitudine di chiamarlo quando era via... Magari non tutti i giorni, ma un paio di volte alla settimana non gli sarebbero dispiaciute.

Dopo quelle due settimane, Will fu dimesso e praticamente si trasferì a casa di Nico. Il moro gli aveva ceduto il suo letto, mentre lui dormiva su un materasso gonfiabile. Will non era sicuro di poter ringraziare abbastanza il signor Di Angelo di farlo stare da loro mentre aveva ancora il gesso.

Will e Nico stavano sempre meglio insieme.

Dopo un mese dall'incidente si ripresentó all'ospedale, come gli era stato detto dal dottore, per farsi togliere il gesso. Nico lo accompagnó.

Appena fuori dall'ospedale Nico gli chiese:- Come ti senti?

-Un po' instabile, leggermente malridotto ma decisamente più libero.

Nico rise. Will adorava la sua risata. Camminarono alcuni minuti in silenzio, mano per la mano, diretti alla fermata dell'autobus. Will pensó che Nico nell'ultimo mese aveva iniziato a pensare di meno alla nostalgia per sua madre e Bianca. Poi lo stesso Nico lo guardó qualche secondo con sguardo malizioso. -Cos'é quello sguardo?

-Quale sguardo?- disse il moro sorridendo.

-Quello sguardo, smettila, sei inquietante!

-E io che credevo di essere adorabile.- Nico lascio al biondo un piccolo bacio sulla punta del naso.

-Sei adorabile, ma non con quello sguardo.- rise Will.

-Smettila di insinuare cose sullo sguardo di altre persone: é maleducazione!- rise a sua volta Nico.

Dopo qualche secondo di silenzio, Nico si mise di fronte al biondo e gli disse:- Ma se... Se sta sera uscissimo?

-Per fare cosa?

-Festeggiare, ovviamente! Ti sei appena tolto il gesso. E poi mi devi un primo appuntamento!

-Io ti devo un primo appuntamento? Sei venuto da me tutti i giorni in ospedale!

-L'ospedale non é romantico!- disse Nico ridendo.

-Vada per l'appuntamento... Non ti facevo tipo da queste cose.

Nico sbuffò e poi sorrise. -Per che ora ti passo a prendere?

-Le 7:30?

-Okay... Vestiti elegante e non fare domande.

Salirono sull'autobus appena arrivato e durante il viaggio parlarono un po' di musica, degli ultimi album usciti e dei concerti a cui avrebbe fatto piacere ad entrambi andare, Will scese dopo 2 fermate, per poi entrare a casa sua. Come al solito entró nel trilocale, che come sempre era troppo grande e troppo vuoto per lui solo, questo perché, come al solito, Apollo era fuori per lavoro.

Will sbuffò e poggió le chiavi sul mobile all'entrata, poi si buttó sul divano e si mise a guardare un po' di televisione.

"Sono le 4, alle 6:30 inizió a prepararmi... Non sará un'impresa tanto ardua, no?"

Le 6:30 erano arrivate e passate, e Will si stava guardando allo specchio, ancora in accappatoio, indeciso su come vestirsi. Nico aveva detto elegante ma... Elegante quanto?

All'inizio Will optó per qualcosa di casual: dei jeans e una T-shirt, ma erano troppo poco eleganti... Dopo un quarto d'ora passato a cambiarsi i vestiti, Will scelse finalmente qualcosa. Dei jeans neri non troppo stretti e una camicia azzurro chiaro semplice, che, a parere di Nico, metteva in risalto i suoi occhi, e un paio di Vans.

"Oggi pomeriggio mi sono fatto abbastanza problemi sul vestiario per tutta la mia vita, mi sembro peggio di una ragazza." Pensó mentre si finiva di allacciare le scarpe.

7:30, qualcuno suonó al campanello, e Will aveva l'impressione di sapere di chi si trattasse. Aprì la porta e si ritrovó davanti Nico, lui si era messo parecchio in tiró: jeans attillati, camicia bianca che non lasciava molto spazio all'immaginazione, cravatta nera e all stars. Will sorrise.

-Will Solace,- Nico gli porse una mano. -vogliamo andare?

Will strinse la mano di Nico.- Volentieri, ma si può sapere dove mi porti?

-No, é una sorpresa.- disse Nico sorridendo maliziosamente.

-Oh, Okay.. Quindi non posso proprio saperlo.- fece Will sorridendo.

-Proprio no.

-Peccato.

Nico portó Will fino all'entrata di Central Park: il posto preferito in assoluto del biondo in tutta la Grande Mela.

Si fermarono lì davanti e Nico prese una mano di Will tra le sue e guardò Will negli occhi, il biondo si perse nel nero pece degli occhi del moro. -Will...- mormoró Nico. -Una volta mi dissero che la vita delle persone é come una foglia trasportata dal vento, e che prima o poi la corrente d'aria finirá, quindi bisogna provare l'ebrezza di volare prima di essere posati a terra. Io con te provo quell'ebrezza in ogni singolo momento, e so che questa sembra una dichiarazione da pre-matrimonio, ma, volevo farti capire quanto ti amo. Perché é così: io ti amo. E questa parole dette da me sono molto rare, quindi... Niente... Vuoi essere il mio fidanzato?

Will rimase senza parole per qualche secondo, guardó il moro a bocca aperta. Davvero il suo Nico, l'ironico, scontroso, bellissimo Nico, gli aveva detto quelle parole?

-Si!- disse Will cercando di baciare l'altro, Nico si scostó, mimando un "aspetta" con le labbra. Poi tolse le mani da quelle di Will e alzó la sinistra, muovendo le dita. All'anulare c'era un fine anello argentato, mentre al mignolo era legato un filo rosso, che scendeva, Will seguì con lo sguardo quel filo, e notó stupito che era legato anche al suo mignolo sinistro e all'anulare della stessa mano c'era un anello uguale a quello di Nico.

Alzó lo sguardo sul moro, che sorrideva, e avvicinó il volto a quello dell'altro. -Ti amo anch'io Nico Di Angelo.- e lo bació.

Come foglie nel vento ~Solangelo~Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora