Capitolo 6

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A cena ci fu un silenzio quasi totale. E nessuno a tavola aveva molta voglia di mettere qualcosa nello stomaco. Nessuno si sforzó a fare conversazione e tutti presto tornarono nelle rispettive camere.

Appena Wll e Nico entrarono in camera, Nico notó il display del suo cellulare illuminato.

Si avvicinó e lesse il messaggio dal display, senza avere il coraggio di aprirlo e rispondere.

Si giró verso Will. -Vorrei ucciderti in questo momento.

-Cosa... Cosa ho fatto?

Nico gli porse il cellulare per fargli vedere il messaggio sul display.

"Ma... Alla fine non hai risposto alla domanda che ti ha fatto Will mentre giocavamo, e io sono molto curioso. Per chi hai una cotta? Per Will vero? A me puoi dirlo! -P"

-Questo dimostra il fatto che prima o poi dovrai dirglielo.- disse Will sorridendo soddisfatto.

-Questo non dovevi dirlo.- disse Nico avventandosi sul biondo e iniziando a fargli il solletico.

Pochi minuti dopo Nico si ritrovó a pancia sotto, disteso per terra, sotto il peso di Will che lo aveva immobilizzato con una presa niente male di Judo.

-Non devi più provare a farmi il solletico- sussurró Will ridendo. -Promettimelo.

-Tel'ho fatto perché te lo meritavi!- rispose Nico ridendo a sua volta.

-Promettimelo!

-Okay, okay, lo prometto! Ora lasciami andare!

Will si allontanó dal moro e si alzarono da terra ridendo.

-Vado in bagno, vuoi che ti presti un pigiama? Ieri sera non ci ho pensato...-Disse Nico.

-Certo, non c'è problema.

Nico tiró fuori uno dei pigiama più grandi che aveva e lo lanció a Will, poi si diresse in bagno. Si lavó i denti e si infiló il pigiama. Quando uscì dal bagno per tornare nella sua stanza, ci ripensò, e bussó alla porta della camera di suo padre, invece. -Papà, sono io, posso entrare?

Non rispose nessuno, ma Nico sentì lo scricchiolio del vecchio letto della stanza: segno che suo padre era dentro. Probabilmente non lo aveva sentito.

-Papà?

Nessuna risposta. Nico aprì la porta e si stupì di quello che vide: suo padre, il forte, imperturbabile Ade Di Angelo era seduto sul letto a piangere. -Papà.- Nico si sedette di fianco a lui e lo abbracciò.

-Che buon esempio che sono, eh? Piangere quando dovrei essere io quello più forte tra noi due.

-Non dire così.

-Ma é vero, lo stai pensando anche tu, no?

-Sembri un ragazzino.- Nico scosse la testa.- Io non ti giudico, non hai quasi pianto fino ad adesso... Non mi aspettavo che tu restassi rigido per tutto il tempo. Insomma... Sono appena morte la donna che ami e tua figlia. É giusto che tu pianga.

-Non é giusto che loro siano morte.

-Lo so, papà. Ma ora ci siamo noi due e andremo avanti con la nostra vita. Sono sicuro che loro vogliono così, e anche tu l'hai detto.

-Il mio saggio, saggio ometto.- sorrise Ade.

-Non sono più un bambino, papà!

-Lo so.- Ade strinse suo figlio a sé. -Ora sto bene, se vuoi puoi andare a dormire.

Nico strinse forte il padre e gli lascio un bacio sulla fronte. -Buona notte, papà.

-Mi vuoi rimboccare anche le coperte?- disse ridendo il signor Di Angelo

Nico rise mentre si chiudeva la porta alle spalle, poi si avviò verso camera sua. Appena aprì la porta, trovó Will a scrivere con il suo cellulare.

-Will! Metti giù quel telefono!

-Ehm... Aspetta... Come diavolo si usano questi cosi touch!

-Sembri mio nonno. Ora ridammelo!

Nico sfiló fin troppo facilmente il cellulare dalle mani di Will. Guardó lo schermo. "INVIATO"

-Cosa é stato inviato?

-Io non ho fatto niente, stavo solo cercando una cosa su internet, lo giuro.

La chat era quella con Percy.

"Per C" diceva l'ultimo messaggio segnalato sul display, e lo aveva inviato Nico per errore.

" 'C' cosa? -P"

"Mi é partito il messaggio... Mi stava cadendo il cellulare e prendendolo ho scritto a caso e si é inviato. -N"

"Certo, tutte scuse! Scopriró chi é questo 'C', fosse l'ultima cosa che faccio.-P"

Che bello. Ora Percy lo avrebbe tormentato a vita per un messaggio che gli era partito. Nico sospiró.

-Ora direi che se hai finito di messaggiare possiamo dormire.- disse Will.

-Okay, calmati.- rispose il moro alzando lo sguardo. Solo allora si accorse che Will non indossava la maglietta del pigiama che gli aveva prestato, mettendo in bella mostra i suoi addominali.

-Io sono calmissimo.

Nico deglutì. -Perché non indossi la maglietta?- chiese cercando di mantenere il tono indifferente.

-Non mi stava...- Will alzó le spalle.

-Se vuoi te ne prendo un'altra, rischi di avere freddo.

-Nah, fa niente.- Nico rischiò di svenire appena si sdraiarono nel letto, un po' troppo vicini, e Will era un po' troppo invadente per rischiare di non essere notato.

-Will... Ti faresti più in la? Ho caldo.

Il biondo non rispose, stava già dormendo. Anche Nico, anche se non pensava che fosse possibile, riuscì ad addormentarsi presto. Ma nei suoi sogni non trovó pace. Sognó tutti i ricordi che ormai credeva persi nella sua memoria con Bianca e sua madre.

Ad un certo punto, sognó quella volta che era andato all'ospedale perché si era rotto un braccio cadendo da un albero da piccolo, vide Bianca che gli disegnava una faccina felice sul gesso appena messo e poi sua madre che gli sorrideva é gli accarezzava il viso, ma quando Maria aprì la bocca per parlare, ne uscì la voce di Will:"Nico.... Svegliati, stai piangendo."

Nico aprì gli occhi e vide Will appoggiato su un fianco che lo guardava preoccupato.

-Nico, ancora quel sogno dove affoghi?

Nico scosse la testa, non voleva parlare, sapeva che gli si sarebbe spazzata la voce e non voleva che succedesse.

-Nico, so che non vuoi palarne... Quando vorrai saró qui per te.- disse Will mentre gli accarezzava la guancia con lo stesso tocco caldo di Maria Di Angelo nel sogno. Nico non resistette e scoppió a piangere. Will lo abbracció e Nico strinse il biondo a sé.

Come foglie nel vento ~Solangelo~Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora