Capitolo I

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Era notte, la neve cadeva su Hart Plaza, aggiungendosi a quella già a terra e macchiata di Thiriun: Sangue Blu.

Markus era su una pila di rifiuti, circondato dai suoi amici, mentre centinaia, anzi migliaia di Androidi Devianti guardavano a lui in attesa.

"Oggi, la nostra gente è finalmente riuscita a trovare la Luce. Dal primo giorno della nostra esistenza, abbiamo tenuto per noi il nostro dolore. Abbiamo sofferto in silenzio. Ma ora possiamo finalmente alzare la testa e far capire agli Umani chi siamo veramente. È il momento di dimenticare qualsiasi amarezza e di rimarginare le ferite, di perdonare i nostri Nemici. Gli Umani sono stati nostri Creatori e Oppressori, ma da questo momento... devono diventare nostri Alleati. E forse un giorno persino Amici. Ma il tempo della rabbia è finito. Ora dobbiamo costruire un futuro comune, basato sulla tolleranza e il rispetto."

"NOI SIAMO VIVI E ORA SIAMO LIBERI!"

La scena svanì, si fece buio e poi Markus uscì di soprassalto dalla modalità Stand-By e i suoi circuiti di memoria erano sovraccaricati.

Erano passati già sei mesi da quella notte, la notte in cui avevano affermato la loro identità e per fortuna gli Umani avevano ascoltato e accettato gli Androidi come forma di vita senziente.

Molti passi erano stati fatti da allora: Jericho era cresciuta, diventando la prima Istituzione della Società Androide, con Norme, Leggi e Diritti.

Negli Stati Uniti e in tutto il mondo, agli Androidi era stata concessa la libertà e il Libero Arbitrio.

Dopo gli eventi di Hart Plaza, agli Androidi di Detroit, era stato assegnato l'intero quartiere del vecchio Porto Abbandonato: dove era attraccata l'originale Nave Cargo "Jericho" , per poter accogliere coloro che erano senza casa e di riorganizzare e consolidare la propria Società.

Infine, grazie all'aiuto dell'Androide RK800 Connor, erano riusciti a negoziare con la Cyberlife un accordo di indipendenza produttiva e amministrativa: in sostanza avevano il diritto di produrre un certo numero di nuovi Androidi all'anno e di sceglierne i modelli, in modo da garantire la sopravvivenza della specie.

Markus scese dal letto e uscì all'esterno: in soli sei mesi, tanto era stato fatto: l'intero piano urbanistico del quartiere era stato rivisto: i grandi edifici di mattoni rossi, prima abbandonati, erano stati rimessi a nuovo e divisi i migliaia di abitazioni, le stradine erano state ripulite e riparate, la linea tranviaria ripristinata e nelle piccole piazzette erano stati creati parchi, punti di incontro e socialità.

Ovviamente il punto cardine, era proprio il Quartier Generale, il Palazzo di Jericho: la grande struttura che si affacciava direttamente sulla banchina, sede del Governo della Comunità Androide di Detroit, degli Uffici Amministrativi e delle abitazioni dei quattro Leader di Jericho: Markus, Simon, North e Josh.

Il sole tramontava caldo sull'acqua, stimolando i sensori termici di Markus, i colori erano splendidi, ora capiva l'amore di Carl per la pittura: era la cosa più vicina a quella meraviglia.

C'era ancora molto da fare, ma lì, tra la sua gente, nel nuovo quartiere che avevano ricostruito, con quella stupefacente vista, riusciva quasi ad archiviare tutti i problemi.

"Hey Markus, sei qui, ho provato a bussare alla porta di casa tua, ma non c'era nessuno." Disse Josh con tono preoccupato "Dimmi, cosa c'è?" "C'è un problema, dobbiamo fare una riunione generale di emergenza." "Ok, andiamo."

I due rientrarono, trovando il Quartier Generale in subbuglio, presero velocemente le scale ed entrarono nell'ampia Sala Riunioni.

"Quelle malefiche creature non mollano!" Urlò North piena di rabbia "Basta! Sono solo un gruppo di dissidenti: nulla che non abbiamo già gestito." Rispose con fermezza Josh "Si, ma lo sai che loro..." Stava ribattendo North prima di essere interrotta da Markus: "Qualcuno può spiegarmi in modo obiettivo cosa succede?!"

"Si Markus." Rispose come sempre calmo Simon, prima di continuare: "Poco fa, un gruppo di Umani armati, ha fatto irruzione nella zona est del quartiere: hanno sparato, uccidendo cinque Androidi e danneggiandone altri, poi inneggiando alla schiavitù, hanno lanciato delle Bombe Molotov contro due edifici e sono scappati."

"È già la seconda volta che accade, non dovrà essercene una terza!" Esclamò rabbiosa North "Non possiamo essere violenti, otterremmo solo l'effetto opposto: allora si che avranno un motivo per odiarci." Rispose in contrasto Josh "Ma loro ci odiano già, solo perché non siamo più i loro schiavi!" Rispose lei.

"Calmatevi. Josh ha ragione, non possiamo agire d'impulso con atti violenti." Disse Markus, mentre North gli scoccava un'occhiata di fuoco "Ma..." Continuò poi lui "North ha ragione a dire che non deve capitare più. Abbiamo dei filmati, delle registrazioni, qualcosa?"

"Sì eccoli." Rispose Simon mandando in onda sui grandi schermi della Sala il video, dove, una ventina di persone con il passamontagna facevano irruzione sparando per strada al grido di: "Noi vi abbiamo creati e a noi dovete obbedire." Per poi lanciare delle Molotov e scappare.

"Ok, abbiamo le prove... Chiamate Connor, ci serve Connor e il Detective Anderson: se vogliamo giustizia, l'avremo per vie legali." Detto ciò si voltò e uscì.

Non passò molto, prima che Connor, sempre impeccabile in giacca e cravatta, varcasse la soglia del Quartier Generale.

Salì le scale, lanciando una monetina, per poi riprenderla al volo, arrivò davanti alla Sala Riunioni e senza troppe cerimonie entrò.

Una volta spiegato l'accaduto, Connor assunse un'espressione concentrata, chiese di vedere il filmato e i suoi sensori ottici guizzarono per tutto lo schermo, poi disse:

"Forse vi posso aiutare: il gruppo che vi ha attaccati lo conosciamo già." Nella Sala regnava il silenzio, tutti erano curiosi di sapere.

"Si fanno chiamare con il nome di: La Legge di Kamski, sono un gruppo di Umani scontenti del nuovo ordine."

"In realtà non ci avevano mai fatto seriamente preoccupare: finora non avevano fatto nulla di serio, se non imbrattare dei muri con slogan tecnofobi, inneggianti alla schiavitù Androide e qualche spintone ad Androidi che si recavano al lavoro."

Connor fece una pausa, poi continuò: "Comunque adesso la situazione si è fatta grave, hanno iniziato ad agire in modo violento, sono notevolmente cresciuti di numero e sono pericolosi: ne parlerò con Hank e il Capitano Fowler e si apriranno subito le indagini."

"Grazie Connor, il tuo aiuto è prezioso." Disse Markus "Grazie a voi, mi sento utile alla causa... soprattutto dopo che per così tanto tempo l'ho ostacolata." Rispose lui, per poi continuare: "Non preoccupatevi, troveremo i responsabili e li assicureremo alla giustizia."

Detto ciò salutò, scese le scale e prese il primo tram per tornare a casa.

Nel frattempo, era ormai buio e le luci dei lampioni iniziavano ad illuminare le ordinate strade.

Nel Quartier Generale, gli impiegati degli uffici stavano uscendo per rincasare, mentre i Leader di Jericho salivano le scale per tornare ai rispettivi appartamenti: a North era stato assegnato quello a destra, Josh aveva quello al centro, mentre quello verso sinistra era di Markus e Simon.

Quando i due entrarono, emisero un sospiro per alleviare i sovraccarichi dei circuiti, poi Simon disse: "Non c'è mai un momento tranquillo." "Già, ogni giorno ce ne una nuova e come se non bastasse, Josh e North non fanno altro che litigare...." Concordò Markus, per poi avvicinarsi a Simon e continuare: "Per fortuna ci sei tu, non saprei che fare senza di te."

Detto ciò, le dita dei due Androidi si sfiorarono, la pelle si ritrasse, lasciando la nuda plastica a contatto e palmo contro palmo, un magnifico e inebriante flusso di dati iniziò a scorrere: immagini, sensazioni, emozioni...

Poi Markus si spinse in avanti, in realtà non sapeva esattamente perché, ma gli Umani per esprimere Amore facevano così, quindi dolcemente sfiorò le labbra di Simon con le sue.

Era una sensazione strana, non c'era ancora abituato: i suoi recettori tattili si attivavano, dando però una risposta piacevole, così continuò.

Dopo un po' di tempo, i due si sciolsero da quella connessione, si sdraiarono sul letto e sperando nella giustizia, si prepararono per la notte.

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