Pov. Abbey
Mentre camminavamo verso la scuola Michael non parlava, ed io ero troppo agitata per poter formulare una frase di senso compiuto e quindi decisi di rimanere in silenzio; arrivati, non so quale sia l'aggettivo più giusto, se purtroppo o finalmente, il mio migliore amico si fermò di scatto, colto alla sprovvista.
-Michael, sei sicuro di stare bene? Non hai una bella cera. - gli chiesi preoccupata.
-Sto bene, siamo in ritardo dovremmo sbrigarci o arriverai in ritardo alle tue lezioni.-
Dopo avermi accompagnata in segreteria mi diede un affettuoso bacio sulla guancia e si diresse verso due ragazzi che lo salutarono in modo scherzoso, immaginai fossero i suoi famosi amici, ma a quanto mi aveva detto non molto tempo fa erano tre, e quindi non fui così sicura che fossero loro. Non potei non pensare che fossero entrambi molto carini.
Durante la pausa pranzo non lo vidi e ad essere sincera mi andava bene così, mi presi tempo per studiare tutto ciò che mi circondava in modo da non perdermi, e cercai un angolo nel grande giardino di quell'immensa scuola per poter mangiare in tranquillità e leggere uno dei miei libri preferiti. Appena suonata la campanella guardai l'ora, ero in ritardo per biologia e se non fossi sbrigata probabilmente non solo avrei perso l'intera ora di lezione, ma avrei rischiato di perdermi. Rimettendo in tasca il telefono mi accorsi di un nuovo messaggio, era un messaggio di Mike ( di solito non sopporta essere chiamato in questo modo, io ero l'unica, o almeno pensavo, che lo potesse chiamare così).
"Ehy scricciolo, dopo le lezioni io e i ragazzi ci fermiamo a scuola per un paio di ore per provare delle nuove cover, chiamami quando esci dalle grinfie della Morgan così ti dico in che aula siamo. un bacio, Mike."
Erano le 16:00 ed ero distrutta, in questa scuola i professori sono molto esigenti ma non sanno placare gli animi ribelli degli alunni, è stata un'impresa titanica riuscire a seguire la lezione e come unico risultato ho ottenuto un mal di testa allucinante; avrei dovuto chiamare Michael ma sicuramente non mi avrebbe risposto al telefono in mezzo a quel miscuglio di note e percussioni, quindi decisi di mandargli un semplice messaggio.
"Scusami fratellino ma sono stanchissima e la testa mi sta esplodendo, vado diretta a casa, dovrei riuscire a ricordami la strada, se dovessi perdermi non esiterò a chiedere aiuto o a semplicemente chiamare tua madre, cerca di stare tranquillo e non preoccuparti per me, sto bene. Dirò a tua madre che tornerai più tardi, un bacio, Abs."
Riposi il telefono nella borsa e mi incamminai verso l'uscita della scuola e poi verso casa, ebbi qualche problema con le vie, erano abbastanza diverse, ma grazie all'aiuto del navigatore che avevo nel telefono riuscii a raggiungere casa. Lungo la strada ebbi tempo per riflettere e come sempre finii a pensare a chi non faceva più parte della mia vita e nonostante non avessi un buon rapporto con la mia famiglia biologica ne sentivo la mancanza e dentro di me cresceva la rabbia ogni minuto di più, a maggior ragione perchè non si era più saputo nulla sul colpevole dell'accaduto.
Arrivai davanti a casa e non ebbi tempo di cercare le chiavi nella borsa che la porta si aprì, e sulla soglia di casa apparve un ragazzo, un ragazzo che non avevo mai visto dall'aria misteriosa.
Buonasera a tutti, come vedete ho aggiornato prima, e per questo dovete assolutamente ringraziare la mia migliore amica, è riuscita ad aiutarmi con questo capitolo, fortunatamente riesce a capire le mie idee, anzi senza che ci diciamo niente pensiamo le stesse cose. Se non fosse stato per lei questo capitolo non ci sarebbe nemmeno, quindi ringraziate tutti lei.
Viva Ariaaaaannna lol
Buon fine settimana a tutti, al prossimo aggiornamento.
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Live // Ashton Irwin
FanfictionDue ragazzi con storie completamente diverse, con famiglie diverse e con amici diversi. Lei Abbey Wilson, una ragazza di Londra. Lui Ashton Irwin, un ragazzo di Sydney.