"Quindi lei è la nuova recluta?"
"Si signore"
Furono questa le prime parole che segnarono l'inizio della mia vita da soldato.
Sono Paul , nuovo soldato semplice nell'esercito, sono stato obbligato, i miei genitori dicevano che non sarei stato alla loro altezza se non fossi entrato nel militare, perciò. Avevo fatto domanda alcuni giorni prima ed eccomi qui oggi, è la prima volta che vengo al centro controlli militari. Per essere arruolato dovevo superare vari esami, ma non fisici, sanitari, sarebbe stata una bella cosa anche per vedere se il mio corpo stava bene. Il centro controlli era di grandezza media, non era una vera e propria struttura ma più che altro una sorta di tenda da deposito, probabilmente non volevano spendere troppo sui primi controlli.
Non sapevo molto di come si svolgevano , ma mio padre mi aveva detto che ci avrebbero messo molto a svolgerli dato che solo un medico li faceva , mentre gli altri si impegnavano ad assisterlo. Penso che quel medico sia stato il capo degli altri, o quello più bravo, facevano visitare le nuove reclute a lui in modo di avere i risultati più precisi.Ero arrivato verso le sette e quaranta quel giorno e c'era già parecchia fila, ne facevano una sessantina alla volta e io ero il trentaduesimo.
Era primavera , e questo vuol dire che se mi avessero preso avrei dovuto lavorare durante l'estate. Mentre il vento soffiava e il sole faceva il suo giro io continuavo a procedere in quella fila di persone che magari non avrebbero avuto un futuro, come magari nemmeno io. Arrivò finalmente il mio turno, entrai in quel posto dove la temperatura era più fredda e tutto molto silenzioso, ad eccezione di alcuni macchinari. Un'infermiere mi invitò a sedermi su una sedia mentre altri preparavano il necessario per visitarmi. Aspettai qualche istante finché poi non arrivo un ragazzo, probabilmente quasi la mia stessa età, vestito di un camice bianco aperto ed aveva dei capelli castano chiaro legati in un piccolo codino. Era lui il capo dei medici, sembrava molto calmo come serio.
"Paul ?" Chiese lui mentre consultava una cartella piena di nomi e di scritte.
"Si sono io" Confermai.
Posò così la cartella su una cassettiera di metallo e si avvicinò portandosi dietro un carrellino con degli strumenti.
Iniziò per primo a farmi una visita oculistica, per poi continuare con una visita medica generale e la valutazione della personalità, gli altri esami li avevo già svolti e questo in parte era un vantaggio, mancava solo fare un'elettrocardiogramma .
Tra tutte le visite questa era stata una delle migliori,quel ragazzo aveva un tocco d'oro tanti che non mi aveva nemmeno fatto male.
Mi tolsi la camicia che portavo e questo mise alla luce il mio fisico, sicuramente mi sarebbe servito molto allenamento per renderlo migliore.
Iniziò ad appiccicarmi gli elettrodi e il leggero freddo mi fece passare un brivido lungo la schiena, arrivò poi il momento in cui dovevo rimanere immobile e decisi di guardare quel ragazzo, è giovane per fare questo, ma molto esperto. Scrutai così ogni parte del suo corpo per identificarlo meglio.
"Come si chiama?"
Senza distogliere gli occhi da uno schermo mi rispose.
"Patryck "Mi sembrava di aver già sentito quel nome, forse nei giornali o negli annunci del militare, beh ora sapevo meglio chi era. Finì di fare l'elettrocardiogramma e quando mi tolse gli elettrodi sentii un leggero freddo dato dalla sua mano, non sapevo se era proprio il suo calore corporeo o la temperatura nella stanza. Mi rimisi la camicia mentre lui scriveva in dei fascicoli etichettati.
"Le faremo sapere i risultati presto e grazie per volersi arruolare" dicendo questo accennò un leggero sorriso. Uscì da quel posto e vidi che si era formata una folla più intensa di quando ero entrato, fatto sta che non era mio problema.
Presi il treno con i soldi rimanenti e tornai a casa dai miei genitori. Il treno ci mise poco ad arrivare e mi affrettati a salire per non perderlo. Mi sedetti al mio posto ed aspettai che ripartisse. Il sole stava scomparendo tra le fitte nuvole grigie mentre qualche goccia d'acqua iniziava a cadere, finendo anche sul vetro accanto a me. Avevo quasi paura a tornare a casa,mio padre insisteva a farmi fare il militare e se non mi avessero preso per qualche motivo non sarebbe stato più fiero di me, non che prima lo fosse , so che ha sempre voluto il meglio per me ma non è questo il modo. Scesi alla stazione del mio paese e mi incamminai a casa. Ero arrivato, presi un profondo respiro e mentre stavo per aprire la porta sentì una mano sulla spalla.
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Lost eyes- Paultryck
Fanfiction-Ho perso i miei occhi per te- Non è solo quello che un giovane soldato disse a uno scienziato, è anche quello che è successo realmente. La guerra è crudele e non sempre in molti sopravvivono , questo è quello che i due ragazzi devono subire, ma nel...