Capitolo 3

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"Ciao a tutti"
Altre urla provengono da dietro le mie spalle, Ale mi poggia una mano sulla gamba e si avvicina al mio orecchio per chiedermi se vada tutto bene.
Io annuisco mentre cerco di realizzare tutto, una lacrima esce incontrollata dal mio sguardo ma Ale la nota e puntualmente la sposta via.
Stefania si accomoda sulla poltrona davanti a me, con lei c'è un'altra donna che credo la aiuterà in quest'evento; non fa infatti parte dello staff di Station.
La donna ci invita a calmarci, a me nasce un sorriso ironico considerando che non riesco a spiccare parola.
Ste si guarda in giro chiedendo un microfono ed aspettando che ci sia silenzio; abbassa leggermente lo sguardo nel pubblico e mi guarda.
Posso giurare che il suo sguardo sia su di me adesso.
Sorride al mio sorriso ironico ed io non posso fare altro che arrossire ed abbassare lo sguardo.
Non appena lo rialzo il suo è ancora lì fermo su di me.
La cosiddetta conduttrice la chiama e così lei distoglie la sua attenzione da me.
Mi giro verso Ale guardandola tipo 'hai visto quello che è successo?'; lei annuisce in risposta ed io riporto il mio sguardo su Ste mentre sono ancora in trance.
Saluta nuovamente tutti aggiungendo che è molto felice di essere tornata finalmente in Italia per incontrarci dopo il Covid. Ci dice come si svolgerà la giornata: ci sarà un'oretta e mezza di 'dibattito' e poi si passerà a fare la foto per ordine di Pass.
Da quel che ho capito noi abbiamo la priorità e possiamo parlare un po' di più con lei in privato.
Non mi sarei mai aspettata di poter parlare da sola con lei un po'. Sorrido solo a pensarci.
Passano il microfono tra le persone che alzano la mano per fare domande, lei risponde sempre molto cordialmente sfoggiando il suo bellissimo sorriso.
Qualche domanda riguarda la serie, altre riguardano la sua vita privata.
Io non mi azzardo a parlare, ascolto affascinata ogni sua parola non distogliendo un secondo lo sguardo dal suo volto.
Assumo una posizione leggermente più comoda, ho i muscoli un po' tesi; faccio un po' di rumore e questo attira nuovamente la sua attenzione; mi sorride dolcemente.
Il silenzio cala in sala e Ste alzando lo sguardo nota che una ragazza le ha porso una domanda che a quanto pare nè io nè lei abbiamo sentito.
Le chiede gentilente di ripetere e la ragazza impacciatamente lo fa.
"Il tuo personaggio è apertamente Queer e vive la propria sessualità in modo libero. Tu invece non hai mai parlato apertamente del tuo orientamento sessuale e comunque negli ultimi anni non si è mai saputo di un tuo eventuale compagno. Ci sono novità?"
Dice timidamente arrossendo un po'. Domanda molto privata.
"In realtà io e Danielle abbiamo una relazione."
Cala il silenzio. Io in totale shock.
"No ragazzi sto scherzando."
Inizia a ridere di gusto.
"Avreste dovuto vedere le vostre facce."
Continua ridendo.
Mi scappa un sorriso involontario sentendola ridere.
"Non avete mai sentito parlare di nessuno perché non c'è stato nessuno nella mia vita negli ultimi anni. Non ho mai parlato del mio orientamento sessuale perché la ritengo una cosa superficiale; vi basti sapere che io e Carina siamo uguali sotto questo punto di vista."
"Lo avevamo capito un po' tutti mi sa."
Sussurro.
Si gira verso di me come se mi avesse sentita.
Abbasso lo sguardo facendo finta di nulla e grattandomi la nuca per l'ipotetica brutta figura che ho appena fatto.
Ste continua a rispondere ad un paio di domande e poi saluta tutti allontanandosi dalla sala principale per andare in quella che sarà la stanza delle foto e dell'incontro faccia a faccia.
Lo staff ci fa mettere in fila, ci faranno entrare in ordine di numero.
"Io e te entriamo insieme, tu fai anche le mie foto e ci parli solo tu. Così avrai il doppio del tempo per stare con lei."
"Tu sei pazza Ale, io non riuscirò manco a dirle 'ciao', figurati se riesco a fare una conversazione di 10 minuti con lei."
"Ti aiuterò io stai tranquilla."
Dopo circa 40 minuti manca solo una persona davanti a noi.
Mi prendo di panico.
"Possiamo sempre andare via; ti ringrazio per tutto. Mi è bastato guardarla. Va bene così."
Cerco praticamente di scappare ma Alexandra mi tira per il top rischiando di lasciarmi nuda.
"Eh no bidditta, tu ora rimani qui. La incontri. Gli dici tutto quello che mi hai continuato e ripetere per mesi. Ti fai le foto. La abbracci. E poi. Dico poi. Andiamo via. Non farmi fare una scenata che sai ti porterebbe a farti notare da tutti, soprattutto da lei."
Il mio carattere è un po' contrastante. Riesco a stare al centro dell'attenzione e mi piace esserlo in alcuni ambienti, magari quelli che per me sono più familiari. Contesti nuovi, con molta gente sconosciuta, mi portano ad essere timidissima; oggi specialmente che ci sono sentimenti di mezzo non riesco proprio a sciogliermi.
All'inizio di una conoscenza potrei essere molto chiusa, al punto di non riuscire a spiccare parola, ma se mi prendo di confidenza è finita. Sono una pazza scalmanata che è spesso l'anima del gruppo.
Il nostro turno arriva. Ale spiega la situazione al bodyguard che acconsente senza fare troppe domande, praticamente non gli è fregato nulla.
Ci dice di procedere ed io mi blocco in mezzo al minuscolo corridoio che divide noi e lei, riesco a vederla da qui.
Ale mi spinge a tradimento facendomi perdere l'equilibrio.
Ste si sporge velocemente verso di me per impedirmi di cadere ma io riesco a non precipitare ritrovandomi a pochi centimetri da lei; i suoi occhi nocciola sono fissi nei miei.
Faccio un passo indietro e lei mi guarda confusa.
Ale è dietro di me.
È lei la prima a presentarsi.
"Piacere Alexandra"
Le stringe la mano e Ste sorride cordiale stringendole a sua volta la mano.
"E lei è Elena."
Continua invitandomi a presentarmi.
Io riesco solo a guardarla imbambolata; mi riprendo dalla trance iniziale quando sento la sua mano sulla spalla.
"Tutto bene?"
Annuisco.
"Devo ancora realizzare di essere davanti a te."
Le dico francamente.
Mi sorride.
"Pensavo non parlassi sai? Sei stata zitta quasi tutto il tempo prima."
Allora mi ha notata. Sorrido imbarazzata.
"Elena dovrebbe farti vedere una cosa."
Alexandra da dietro le mie spalle si unisce alla conversazione.
Io mi giro confusa non capendo.
Lei mi indica il braccio.
Lo sguardo di Ste cade in quel punto. Prende delicatamente il mio braccio e lo avvicina a se.
"Ma sono io."
Sorride tipo una bambina.
"Lo avevo notato ma non ero certa fossi io e non volevo metterti a disagio chiedendotelo. Sono davvero identica, assurdo. I miei occhi sono proprio uguali."
Il suo tocco mi fa rabbrividire. La mia pelle nuda è a contatto con le sue mani ed io non riesco a smettere di guardare la sua mano che sfiora il mio braccio, le sue dita che tracciano i contorni del disegno.
"Vi va di fare le foto?"
Chiede Ste ed entrambe.
"Cedo volentieri le mie 2 a lei, dopotutto siamo qui solo perché lei ti segue."
"Quindi tu non sai chi sono?"
Domanda interrogativa.
"No no, ti conosco; Elena parla praticamente sempre e solo di te quindi ti conosco di riflesso alle sue parole."
Sorridono entrambe guardandomi.
Lo sguardo di Ste è indecifrabile.
Non posso fare a meno di guardarla completamente persa in lei.
Mi attira verso di se portando una mano sul mio fianco per fare la foto. Perdo il fiato.
Sorride smagliante ed io la seguo spontaneamente.
Mi propone di fare altre foto un po' più divertenti.
In una facciamo la linguaccia, in un'altra una faccia buffa ed infine poggia le sue labbra sulla mia guancia per l'ultima foto. Sono morbide. Il suo profumo mi entra nelle narici e realizzo sia proprio quello sentito ieri al museo.
"Facciamone un'altra con..."
Prima di finire la frase è interrotta dal fotografo.
"Ne abbiamo già fatte 4, è il numero prestabilito.
Sembra scocciata.
"Stupide regole."
"Non preoccuparti, domani ne potrete fare altre 4."
Dice Ale.
"Anche domani siete qui?"
Chiede entusiasta.
La mia accompagnatrice annuisce.
"Sono così brava che avendola vista così tanto depressa dopo che eravamo sull'Etna lo stesso giorno in cui c'eri anche tu, ho pensato di farle questa stupenda sorpresa e farle passare con te qualche minuto. Sei stata la sua salvezza quest'anno."
Ste ascolta curiosa.
"Ti abbiamo cercato qualche ora sull'Etna e alla fine siamo scese senza alcun risultato..."
Le dico.
"Mi dispiace per questo, sono stata lì tutto il giorno con alcuni amici. Siete siciliane o eravate solo in vacanza lì?"
"Viviamo in provincia di Messina. Io ho vissuto qualche anno a Catania quando ero più piccola."
Dico.
"La mia amata città."
Le si illuminano gli occhi.
Annuisco pensando che io l'ho amata tanto quanto l'ho odiata.
Nella mia testa c'erano tante domande, tanti discorsi da poter fare; ma in questo momento ho solo un vuoto.
La mia bocca parla per me.
"Posso chiederti una cosa?"
Le domando.
Lei mi guarda aspettando che io continui.
"Potrei chiederti un abbraccio?"
Alexandra è scioccata.
Odio il contatto fisico; faccio un'eccezione se riguarda qualcosa di più sessuale.
La delicatezza, questo tipo di intimità, non è concepita nella mia testa se con sconosciuti.
Ste si avvicina immediatamente a me stringendomi.
Mi sento sprofondare, ogni mio muscolo si rilassa, mi sento molle, mi sento calda. Mi sento a casa.
Rimaniamo così un tempo indefinito. Io cerco di memorizzare nella mia testa questi attimi sapendo che sono rari da far provare al mio cuore e soprattutto al mio cervello.
Una piccola lacrima scorre sulle mia guancia e cade sulla sua spalla scoperta. Lei mi allontana dolcemente cercando di capire il perché delle lacrime.
"Sto bene, semplicemente non sentivo certe emozioni da tanto tanto tempo. È bello provare altro oltre che rabbia e delusione."
Dico sincera.
Mi stringe nuovamente a se; sembra un abbraccio conosciuto, un abbraccio familiare, un abbraccio vero, quasi sentito anche da parte sua.
Sento anche il suo corpo rilassarsi sul mio, la differenza d'altezza la porta a poggiare la sua testa su di me.
Il tempo sembra fermarsi, mi sento finalmente davvero bene.
Veniamo interrotte da Ale che poggia una mano sulla mia spalla.
"Il bodyguard vi chiama da qualche minuto ma nessuna delle due ha sentito."
Anche Ste a quanto pare si era scollegata dal mondo esterno.
"Dovremmo andare."
Sussurro già malinconica.
"Ci vedremo domani."
Sorride.
"Ci vedremo domani."
Sorrido.
Mi allontano da lei.
La seguo con lo sguardo mentre sto uscendo; lei fa lo stesso fin quando un'altra ragazza non entra nella stanza con lei, la saluta sorridente; si rigira poi verso di me poco prima che io esca completamente dal suo campo visivo ed il suo sguardo si incrocia nuovamente con il mio.
Io ed Ale siamo di nuovo nella grande sala conferenze dell'Hotel aspettando che stampino le foto.
"Ho scordato di prendere le sue cartoline autografate."
Rifletto a voce alta.
"Le prenderai domani Lena."
Ci sediamo nei posti in cui eravamo prima.
"Ti rendi conto di quello che è appena successo no? Siamo state 15 minuti lì con lei. Penso tu possa ritenerti davvero fortunata. Quando vi siete abbracciate sembrava davvero essersi rilassata; ha anche chiuso gli occhi perdendosi. Vi siete distaccate dal mondo; il bodyguard poteva anche urlare, non lo avreste mai sentito. L'hai colpita, te lo avevo detto."
Fa spallucce.
"So solo che non mi sentivo così bene da tempo Ale, non vedo l'ora di rivederla domani."
Una donna ci porta le foto ed io non posso fare a meno di sorridere come una scema; scatto con il mio cellulare le foto che ho in mano; faccio un piccolo collage e lo pubblico su Instagram taggandola.
Chiedo ad Ale di rimanere fin quando Ste non finisce; lei acconsente. Decidiamo però di prendere qualcosa al ristorante dell'Hotel per ammazzare il tempo vista la lunga fila.
Ci sediamo ai tavolini da cui possiamo vedere la sala ed ordiamo una crêpes ciascuno; organizziamo nel frattempo la serata ed optiamo per andare in una discoteca della zona visto che Ale conosce una ragazza che ci andrà, una sua ex compagna di università da quel che ho capito.
Domani pranzeremo qui così da poterci godere di più la giornata e fare tutto con più calma.
Sono circa le 19 quando manca solo una persona; io ed Ale andiamo a pagare per poi tornare nella sala principale.
Ste esce qualche secondo dopo; si guarda intorno come a cercare qualcuno; mi sorride non appena incrocia il suo sguardo con il mio; mi saluta con la manina ed esce fuori.
Noi ci incamminiamo con calma verso l'uscita; lei è lì a fare qualche foto e firmare autografi velocemente; è davvero una gran brava persona, sempre disponibile con tutti.
Usciamo dalla porta laterale visto il caos che c'è davanti quella principale; Ste sale poco dopo sul Taxi con quella che credo sia la sua manager ed io ed Ale ce la vediamo sfrecciare davanti mentre facciamo una bella passeggiata verso il ristorante in cui ceneremo.

Siamo in fila davanti la discoteca aspettando Valentina, l'amica di mia cugina. Ho gli stessi vestiti di quel sabato di Gennaio e devo dire che oggi mi vedo ancora più bella di quella volta.
Entriamo al suo arrivo, Vale conosce il bodyguard che ci fa saltare la fila permettendoci di entrare quando è già mezzanotte.
Della musica a livelli estremamente alti pompa nella casse mentre io e le ragazze balliamo in pista; le due decidono di bere qualcosa ed io per la prima volta in vita mia decido di seguirle per farlo a mia volta.
Una bella bartender ci chiede cosa vogliamo; optiamo per 2 shottini a testa di tequila.
Nel mio passato da adolescente ho provato qualche volta quindi dovrei ricordarmi ancora come si fa, sembro però a quanto pare notevolmente confusa.
"Se vuoi ti faccio vedere come si fa."
Mi dice cordiale la ragazza dietro il bancone.
Sto per dire che non c'è bisogno quando la vedo poggiare il sale nel mio collo scoperto, mette poi un pezzo di limone tra le mie labbra e prima che io me ne possa rendere conto la sua lingua è sul mio collo e la sue labbra spaventosamente vicine alle mie.
Non so se a causa della giornata adrenalinica o per il fatto che il mio corpo ha ancora i brividi pensando a Stefania ma questi gesti hanno un gran effetto su di me.
Poggia il sale sul suo collo e mette un pezzo di limone fra le sue labbra; fa il giro del bancone per evitare di farmi sporgere come ha appena fatto lei ed io ripeto esattamente le sue azioni.
Ripeto nuovamente il tutto ma dopo aver mangiato l'ultimo pezzo di limone mi ritrovo attaccata al bancone con la sua lingua in bocca.
Ale esclama un "wow" scioccata dalla situazione.
Io ricambio il bacio facendo sfogare gli ormoni che ho ad un livello eccessivo da tutta la giornata.
Sento uno sguardo fisso su di me e mi stacco cercando di capire chi sia; mi guardo intorno non riuscendo a capire di chi questo possa essere; le mie due accompagnatrici hanno deciso di sorseggiare una birra al bar per tenersi impegnate.
La barlady sconosciuta riprende a baciarmi riportando la mia attenzione su di lei; poco dopo mi comunica che deve per forza tornare a lavorare ma che se voglio ci vediamo appena finisce la serata.
Mi avvicino ad Ale.
"È stato strano" dico.
"È stato proprio strano, non so nemmeno come sia potuto succedere tutto così velocemente. A Milano capisco che fate tutto di corsa ma manco a 'fa così'."
Ale si rivolge a Valentina strappando una risata ad entrambe.
"Mi sentivo osservata sapete?"
"Noi non guardavamo giuro."
Ridono di gusto.
"Bho, sarà stata qualcuna che vuole la ragazza sicuro. Ci sono troppi inciuci qui a Milano."
Dice Valentina.
Annuisco convincendomene.
Continuiamo a ballare fin quando non sono le 2; io mi struscio su Ale lasciando viaggiare la mia testa che è un po' confusa; sono infatti un po' brilla ma mi viene offerto un ultimo shot che non rifiuto; è la prima volta che mi sento così libera in vita mia.
Essere stati astemi tutta la vita mi sa che mi ha portato a non reggere molto bene l'alcol.
Gira praticamente tutto intorno a me e mi sento molto molto felice; non penso di star riuscendo a formulare una frase grammaticalmente corretta e posso giurare di avere detto qualche parola in altre lingue.
"Forse devo vomitare Ale."
Con molta calma si dirige a chiedere le chiavi del bagno privato alla ragazza del bar, discutono un po' ma lei alla fine cede. Saliamo le scale verso quello che credo sia il privè; Ale parla vivacemente anche con il bodyguard all'entrata delle scale ma alla fine anche quest'ultimo cede.
Sento ancora la mia pelle bruciare; qualcuno mi sta guardando. Passiamo davanti ad un gruppo di persone ma non ci faccio caso.
Ale apre la porta in tempo permettendomi di vomitare in pace. Mi tiene la testa dopo avermi legato i capelli.
"Sta bene?" Sento chiedere alle mie spalle.
"Si, non aveva semplicemente mai bevuto prima e stasera non so perché ma ha voluto provare. L'aria di Milano mi sa."
Discutono ancora ma non riesco a seguire la conversazione visti i continui capogiri.
Non riesco a girarmi per capire chi sia visto che un altro conato di vomito risale lungo la mia gola.
"Non berrò mai più." Biascico.
"In 24  anni non avevo mai bevuto e mai vomitato ed arrivo a farlo ora. Ma a cosa pensavo esattamente quando ho accettato quegli shot?"
Due risate dietro le mie spalle mi fanno sorridere.
"Le vado a prendere un po' d'acqua."
Dice Ale a quella che credo sia Valentina dopo avermi asciugato le labbra dal vomito.
"Vai al mio tavolo e dì che ti mando io; hanno visto che mi sono allontanata. È il primo sulla sinistra."
Ho lo sguardo ancora basso per poter capire chi sia ma mi sa che non è Vale; cerco di tirarmi su e delle mani morbide mi aiutano a farlo.
Alzo gli occhi per ringraziarla convincendomi sia Valentina ma un paio di occhi marroni assai familiari sono davanti a me; sto per spiccare parola quando sento il mio corpo lasciarsi andare totalmente.
Le sue braccia mi avvolgono la vita impedendomi di cadere.

Come mi innamorai di STe (Stefania Spampinato)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora