CAPITOLO 1

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Facevo avanti e indietro nella hall dell'Annandale Hotel. La zia di mia madre era venuta a trovarci a Sidney, e alloggiava in quell'hotel. Era il luogo più storico e lussuoso della città, pochi potevano permettersi di trovarsi lì dentro: io infatti, Allison Clark, con i miei jeans e la t-shirt dei Coldplay presa a un concerto, non c'entravo assolutamente nulla.

Ero lì ad aspettare i miei da un quarto d'ora, ma non arrivava nessuno. Sbuffai, guardando l'ora sul cellulare: le 16 e 25. Mi spostai in direzione dell'entrata, ma prima che me ne potessi accorgere un ragazzo mi venne letteralmente addosso. Guardava da un'altra parte, e per di più aveva in mano un bicchiere di caffè, che si rovesciò sulla mia t-shirt (che tra l'altro era bianca)...


"Oh cavolo, scusami...!" disse.

"Accidenti!" esclamai io, La mia maglia si era tinta di marrone, ed era fradicia.

"Mi dispiace, davvero..."

"Ma dove guardavi?!" esclamai ancora "Ma guarda..."

"Non ti ho vista, scusami..."

"Non ci credo, la mia t-shirt dei Coldplay...guarda che disastro!"

"Coldplay...?" mi chiese lui, guardando la mia maglia.


Avrebbe potuto fare qualcos'altro, anziché stare lì immobile a fissarmi. In quello stesso momento la mia frustrazione crebbe, perché mi resi conto di chi era quel ragazzo...


"Sono mortificato..." mi disse.

"Senti, lascia perdere Irwin, o come ti chiami..."

"Hai detto Irwin...?"

"Non sei il batterista di quella band...? Ashton...?"

"Sì...quindi mi conosci?"

"Ne farei a meno, ma sì..."


Mi guardò senza dire una parola, con un'espressione un piuttosto strana...e poi aveva quei capelli ricci spettinati fermati da un'assurda bandana rossa. Sì, la trovavo assurda, come tutta quella situazione del resto...


"Scusa, ma ora ho da fare, e penso anche tu..." gli dissi "Ti saluto"

"Hey, aspetta un secondo..." mi fermò "Non so nemmeno come ti chiami"

"E' necessario saperlo...?"

"Beh...posso pagarti la lavanderia per la maglietta, o ricomprartela se preferisci..."

"No, grazie...non dubito che tu te lo possa permettere, ma non ho bisogno di soldi da un estraneo"

"Cercavo solo di..."

"Sì, sì, di essere gentile...ma stai tranquillo, non serve. Non so se tornerà come prima la maglia..."

"Mi spiace davvero, io non..."

"Davvero, lascia perdere..." conclusi.


Non mi andava proprio di stare lì a discutere e perdere tempo in stupidi convenevoli con lui. Non avevo intenzione di prendere l'elemosina, e non mi interessava avere a che fare con lui: sapevo chi era, per sentito dire, ma ne avrei fatto a meno. Proprio quell'Irwin mi doveva capitare...non avevo mai capito perché tutte le ragazze gli morissero dietro, né perché impazzissero tanto per lui. Portava sempre quelle bandane in testa, per non parlare della miriade di vestiti che aveva: anche se aveva una t-shirt di Jimi Hendrix o dei Guns 'n' Roses, scommettevo che non sapeva nemmeno chi erano.

Me ne stavo già andando, ma lui mi chiamò di nuovo:


"Hey, aspetta...! Dimmi almeno come ti chiami..."

"Tra 5 minuti lo avrai dimenticato, quindi non ne vedo il motivo..." gli risposi, e lui mi guardò ancora con quella strana espressione "Addio Irwin"


Mi voltai, e me ne andai. Perfetto...ora ero ancora più ridicola in quell'hotel, con la mia maglia macchiata di caffè. Ma perché non guardava avanti quel ragazzo, anziché fare l'idiota con i suoi amici solo perché era un batterista e si trovava in un hotel lussuoso...mi dava sui nervi, e dopo aver rovinato la maglia della mia band preferita ancora di più. Era già noioso dover sentir parlare di lui di continuo dalle ragazze, quindi stavo bene anche senza incontrarlo da vicino e senza che mi venisse addosso soprattutto. Insomma, penso sia chiaro che Ashton Irwin non mi piaceva, per niente.

Aveva credo vent'anni e girava il mondo per fare concerti con la sua band di adolescenti (e sicuramente non stava certo male economicamente), ma si comportava come un ragazzino. Era davvero ridicolo. Una mia amica una volta mi aveva costretta a guardare alcuni dei suoi video: da allora mi chiedo quale persona normale si fa un video mentre balla e canta con una confezione di latte al cioccolato in mano...Poteva anche essere un bravo batterista, questo non lo sapevo, ma avrebbe fatto meglio a crescere un po' secondo me. E nonostante questo, le ragazze perdevano la testa per lui. Non me ne capacitavo, non ne capivo il motivo...


Salii al piano superiore, dove si trovavano le camere: dovevo assolutamente cambiarmi la maglietta, iniziava a essere appiccicosa... Scrissi un messaggio a mia madre, dicendole che se fosse arrivata (non si sapeva quando) mi avrebbe trovata in camera.. Riempii il lavandino del bagno con un po' d'acqua, indossai un'altra maglia e misi quella sporca nell'acqua, iniziando a strofinarla con una saponetta. Che nervi...insultavo mentalmente quell'Ashton Irwin e il suo dannato caffè, il modo ridicolo in cui mi guardava e la sua stupida bandana rossa, i suoi insopportabili capelli spettinati e la sua sbadataggine.

Sbuffai, e smisi di strofinare la maglia, lasciandola a mollo nell'acqua, poi mi asciugai le mani. Era inutile continuare a prendersela, e non pensavo neppure che ne valesse la pena per uno come lui, però mi auguravo di non trovarmelo più davanti...



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Heyyy...<3

first time I write here and first story I publish...hope you like it!

Elle xx



I LOVE TO HATE YOU x  [COMPLETA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora