CAPITOLO 2

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                                                            —DISCONNECTED—


"Aveva una bella macchia la tua maglietta, tesoro..." mi disse mia madre quella sera.

Alla fine, quando erano tornati, mi avevano costretta a stare lì con loro e la zia, nel salotto dell'hotel. Mi ero piuttosto annoiata, soprattutto perché quella zia di mia madre parlava in continuazione e di persone che non avevo idea di chi fossero, e oltretutto mi aveva vista l'ultima volta quando avevo 5 anni (ovvero 13 anni prima).


"Però non ricordavo che bevessi caffè..." aggiunse mia madre.

"Infatti non lo bevo...è stato un tizio a venirmi addosso con un bicchiere, non guardava nemmeno davanti"

"Su tesoro, sono sicura che non l'ha fatto apposta..."

"Gli conviene..." ero ancora nervosa per l'incidente di quel pomeriggio "Mamma, vorrei uscire stasera"

"Oh no, tesoro...non è la serata"

"Ma come?!"

"Io e Russel ceniamo con la zia. Tuo fratello non aveva voglia di stare con noi, perciò non obbligo nemmeno te..."

"E allora perché non posso...??"

"Ci stavo arrivando...Josh non ha voglia, perciò resta qui in hotel, in camera. Ma non lo possiamo lasciare solo, ha 12 anni, perciò preferirei che fossimo tutti qui vicino stasera..."

"Vuol dire che devo fare la babysitter??"

"Allison..." mia madre mi guardò con uno dei suoi sguardi, quelli che dicevano <non sbuffare-fai la sorella responsabile-è sempre tuo fratello>. E di solito dovevo ubbidire...

"Non devi stare chiusa in camera, è solo per sicurezza...perché non vai in salone, ho sentito che suonano stasera"

"Suonano...?"

"Sì, suona un gruppo...credo che siano giovani, magari ti piacciono"


Tirai un sospiro, rivolgendo uno sguardo a mia madre. Mio fratello aveva la capacità di farti impazzire e chiamarti ogni 10 secondi per le cose più stupide...però io capivo mia madre, per quanto potesse sembrare strano. A volte la ammiravo addirittura, soprattutto per come continuava a essere solare e forte dopo la separazione con mio padre. L'uomo che era con lei adesso non era nostro padre, ma il suo compagno, Russel. Mi piaceva, era una brava persona, e soprattutto rendeva felice la mamma. E questo mi faceva piacere...


"D'accordo..." le dissi infine.

"Sì...?" mi chiese lei speranzosa.

"Sì, farò un giro in salone..."

"Brava tesoro...!" e mi diede un bacio sulla guancia "Su fatti carina, io vado a finire di vestirmi"


Fatti carina...era un'impresa per me, non ero il tipo di ragazza che adorava giocare con vestiti da sera, scarpe e accessori. Tuttavia per una volta mi sforzai: indossai dei jeans neri e una maglia un po' elegante, ma non eccessivamente. Ovviamente non avevo scarpe con il tacco, perciò decisi che le Vans nere andavano più che bene. Misi qualche braccialetto, giusto perché mi piacevano, e legai i miei lunghi capelli biondi in una coda alta: erano un po' mossi, ma con una spazzolata li misi a posto. Misi il cellulare in tasca, uscii dalla camera e mi diressi al piano inferiore, verso il salone. Mia madre e Russel erano già usciti con la zia, ma alla fine avevano deciso di andare a cenare in un ristorante lì vicino: a detta della zia era più "raffinato ed elegante"...

I LOVE TO HATE YOU x  [COMPLETA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora