CAPITOLO SECONDO: E L'UOVO PARLO'

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L'allevamento intensivo. L'allevamento intensivo. L'allevamento intensivo. L'allevamento intensivo. L'allevamento intensivo. L'allevamento intensivo.

Anno 0 dell'uovo. Una fredda mattina di Dicembre.

Russel Milly e Fabbri Gerasi erano solo due sottopagati ricercatori dell'università di Celion. L'industria alimentare Mac Holly aveva profumatamente finanziato le casse della facoltà chiedendo ai professori una cosa sola: Create geneticamente carne artificiale!

Burger finti. Tacchino finto. Salsicce finte. Prosciutto finto.

Russel, un tipo magro con due grossi occhiali dalle lenti sempre sporche, ebbe l'idea. - Un uovo Fabbri! Voglio iniziare con un uovo! -

Fabbri guardò perplesso il collega. La Mac Holly voleva perlopiù carne al sangue, però, in effetti, non era stata molto chiara. Un uovo era comunque cibo organico, come primo tentativo andava bene.

Nessuno.

Nessuno sa con certezza cosa accadde quel giorno. Forse Russel mischiò qualche elemento strano o forse Fabbri commise un incredibile errore.

L'uovo venne clonato, creato come nuovo. Il laboratorio fu sorpreso da un fascio di luce. Le finestre si frantumarono e il fischio assordante dell'esplosione coinvolse tutta Celion.

Quella mattina di Dicembre Russel e Fabbri persero la vista. Quella mattina di Dicembre Russel e Fabbri videro Dio in faccia.

Poco prima di perdere la vista, l'udito e i sensi, i due ricercatori lo videro. L'uovo creato geneticamente si alzò a mezz'aria fluttuando lentamente sopra le loro teste.

Poi l'uovo parlò.

Fabbri disse che aveva una voce androgina, calma e tranquilla. La frase dell'uovo è ancora impressa nelle menti di tutti a Celion, è scritta sulla facciata del palazzo comunale e viene tutt'ora insegnata come una filastrocca ai bambini.

Chi farà di ciò che gli è più proprio il suo nutrimento troverà l'ultimo punto del cerchio e il serpente si mangerà la coda.

Dopo avere esclamato la frase misteriosa l'uovo precipitò a terra privo di vita. Il tuorlo rosso uscì lentamente fuori dal guscio mentre Russel e Fabbri giacevano svenuti a terra.

L'arcivescovo Sigismondi Cooptzi era uno degli uomini più importanti di Celion.

- In alto i cuori figli della luce! L'uovo ha parlato!- I suoi fedeli portavano il nome di Deisein.

Le varie scuole di pensiero interpretarono nei modi più diversi la frase dell'uovo, ma tutti erano d'accordo su un fatto: era Dio che si era messo in contatto con loro. I seguaci di Coptzi erano dell'idea che la frase andasse interpretata letteralmente, ci si doveva nutrire di ciò che meglio rappresentava l'esistenza per ogni singolo individuo.

Un giorno gli occhi di Coptzi diventarono di vetro. Un uomo giaceva ai piedi dell'arcivescovo squarciato in più parti. Dalla bocca di Coptzi colava il sangue della vittima. I fedeli si buttarono a terra.

-In alto i cuori figli della luce! L'uovo ha parlato!-

Gori incazzato come una iena suonava il clacson bloccato nel traffico. Una città morta, con autisti ubriachi e semafori rotti. Gorki, sul sedile del passeggero, fumava la sua solita sigaretta giocando col pacchetto semivuoto fra le mani.

- Amico mio. Hai fretta di tornare a casa? E calmati un po'! Vuoi che guidi io? -

- No Gorki. Tutto bene, é solo che non mi va di tardare. Maika s'incazza per molto meno! -

Il telefono della volante squillò. Gorki rispose. Era la centrale, sembrava qualcosa d'importante. Il Deisen omicida che cercavano era stato avvistato alla vecchia stazione abbandonata e la pattuglia in servizio, dopo essere arrivata sul posto, aveva smesso di comunicare con la centrale.

Occhi di vetro. E l'uovo parlòDove le storie prendono vita. Scoprilo ora