"Se hai sedici anni e vivi nel quartiere più bello di Roma, sei fortunato. Il nostro è il migliore dei mondi possibili. Ma per quanto sia tutto così perfetto, per sopravvivere abbiamo bisogno di una vita segreta"
Io ho 16 anni e vivo nel quartiere più bello di Roma. Bello ma complicato. Vivo una vita che non sento mia, sopravvivo in questa gabbia di perfezione, perbenismo e ipocrisia. Fuggo ma non posso andare lontano, lotto contro tutto, anche contro quello che provo. Ho un guinzaglio stretto al collo e la mia vita segreta cerco di costruirla nella mia camera e nella mia fantasia. Mi sento soltanto un ragazzino viziato a lamentarmi di quello che ho ma non riesco a non pensare a quello che mi manca. Qualche mese fa ho conosciuto una ragazza che in un attimo ha cancellato quel silenzio che mi annegava, ma l'ho già persa. Anzi, l'ho dovuta perdere perché la desideravo e non potevo desiderarla. Doveva restare un segreto. Lei è diversa, lei non è accettata dalla mia famiglia, perchè non vive nel quartiere più bello di Roma e per qualche altro stupido motivo che nemmeno capisco. I soldi? lo stile di vita? I titoli di studio? Non lo so ma so che lei era la parte più importante della mia vita segreta e mi dovevo accontentare che restasse tale. Mi sono un po' innamorato, forse mi sono innamorato si. Lei mi piaceva tanto da scrivere il suo nome mille volte sul libro di storia, mi piaceva tanto da non riuscire a non dirlo. Mi sentivo felice, più libero e sorridevo, non lo facevo da un po' e mi piaceva vedermi sorridere. Mi piaceva di più far sorridere lei, quello mi faceva morire (morire di felicitá). Io sono davvero così fortunato? mi sento solo morire (morire soffocato)