Mi risveglio circa un'ora dopo con Cardio che mi chiama.
Cerco di aprire gli occhi ma la luce del sole mi acceca.
Siamo a giugno quindi oltre a essere molto caldo il sole è anche molto forte.
Proprio per questo varie goccioline di sudore mi ricadono sul viso ma che affretto a toglierle.
Finalmente riesco ad aprirli e mi accorgo che Gianni mi stava fissando.
<Buongiorno Cardio>
<'Giorno a te piccère. Dormito bene?>
<Si finalmente. Era da giorni che non dormivo così>
<Son content. Mentre dormivi la direttrì agg chiamato ognuno di noi per dirle cosa fosse success a Viola>
A questa frase scattai e mi misi seduta pronta ad ascoltare tutto quello che aveva da dire.
<Edoà ha raccontato quello che ti ha detto. Lo stess vale per chiattillo e Carmine.
Pino ha detto di non aver visto nient e Ciro e' stanno parlando mo>
<Bene. A te non hanno chiamato?>
<No perché avevo te ca' dormivi> le mie guance si tinsero di rosso e lui sembra accorgersene perché ridacchiò.
<RAGAZZI L'ORA È FINITA> tutti svogliati andiamo incontro a Beppe e insieme andiamo verso le celle.
<Giada tu starai con loro ancora qualche ora finché Viola non sarà finita in isolamento, comunque per la notte sarai nella tua cella con Silvia.>
<Va bene grazie Beppe. Ma Nad come sta?>
<É sempre in come ma almeno sta rispondendo ai farmaci. Non perdere la speranza Giada.>
<Quella mia Beppe>
Beppe ha ragione la speranza è sempre l'ultima a morire e io mi sono fatta abbindolare troppo.
Pensavo solo a voler uccidere Viola e rivendicare Nad che a Nad stessa.
Ero accecata dalla rabbia perché la troia voleva me. Voleva ammazzare me e invece ha colpito una delle mie migliori amiche.
La pagherà, ovviamente, ma col tempo perché voglio fargliela pesare.
<Piccère vieni ca'> é Ciro che mi chiama e indecisa mi dirigo alla sua cella che condivide con Edoardo.
<Ehi> <Ci tenen chiamati tutti ra' direttrice ppe parlare e' cosa è successo.>
<Si me l'hanno detto>
<Molti tenen visto a' scena e ca' ha provato ad ucciderti.. ma sicond me nun é cossi>
<E sentiamo com'è andata secondo te?>
<Tieni carattere piccère. Comunque sicond me e' aie fatto caccos sennò perché ha reagito cossi?>
<Perché forse è pazza? C'è tu mi stai dicendo che praticamente non credi che mi voleva ammazzare?>
<Si esatto>
<Ciro fosse stato solo Edo a dire che mi voleva fare fuori, forse ti avrei creduto ma sono state in 10 a dirmi ciò e allora una domanda mi sorge spontanea.. perché non pensi sia così? C'è qualcosa fra voi due? Ti piace la pazza?>
<NUN PARLARE COSSI DI ESSA>
<Ah ecco, avevo ragione io. Ti piace la stramba. Io te lo dico Ciro, quella si sta prendendo gioco di te.
Le piace solo avere attenzioni, non gliene frega un cazzo di te, ti sta solo usando e tu sei un coglione che non lo capisci>
<Attenta a parlare cossi e' me piccère potresti pentirtene..>
<L'unica cosa di cui mi sono pentita nella mia vita è stata non ammazzare mio padre appena mi ha picchiata, quando mi sentivo così sbagliata e così fuori luogo.
Quindi figurati se io mi pento per averti detto la verità.>
Decisi che la conversazione poteva finire qua così, fiera di me, andai da Beppe a chiedergli se potevo tornare nella mia cella e lui acconsentì.
Dopo 5 minuti ero già nella mia cella insieme a Silvia.
<Mi manca così tanto Nad>
<Anche a me Silvi, ormai siete le mie migliori amiche non oso nemmeno immaginare una vita senza voi due>
Senza pensarci due volte Silvia mi abbracciò e insieme piangemmo per un'oretta pensando ai momenti belli che abbiamo passato insieme.
Decidemmo di non andare a cena in mensa e di restare nella cella a rilassarci a giocare a carte.
Verso mezzanotte andammo a dormire e finalmente riuscì a dormire un po' di più.
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Sangue nero
FanfictionGiada è una ragazza di sedici anni di milano che fin da quando era piccola veniva picchiata dal padre. Un giorno presa da un coraggio inaspettato prese la pistola che si trovava in un cassetto del comó di casa sua e lo uccise con tre colpi al petto...