La mattina passa più in fretta del previsto.
Fra un'attività e l'altra arriva il pomeriggio con la mia parte preferita: le due ore di svago insieme ai ragazzi nella sala comune.
Ora infatti mi trovavo sul divano intenta a leggere "Orgoglio e pregiudizio", ma continuavo a distrarmi, non riuscivo a stare concentrata perché il mio sguardo andava sempre a Gianni.
Era seduto al piano intento ad imparare la melodia di "Sangue nero".
E io non so perché ma continuavo a guardarlo, e lui più volte mi aveva sorpreso.
Io diventavo rossa come un pomodoro e lui di rimando faceva una risatina.
Purtroppo dovetti interrompere la mia "lettura" per così dire perché i ragazzi mi avevano chiesto di fare una partita a biliardino.
Io e Edoardo contro Ciro e Totó.
<Ei piccère dobbiamo vincere>
<Certo Edo non preoccuparti>
A biliardino me la cavavo molto bene.
La mia famiglia è sempre stata molto appassionata tanto da avercelo in casa e fare i tornei praticamente ogni weekend.
Come pensavo la partita è finita 10 a 4 per noi.
<Che ti avevo detto Edo>
<E brava la nostra Piccère, e chi se lo s'aspettava!>
<sì infatti chi se lo aspettava..> dopo la "litigata" che abbiamo avuto noi due il nostro rapporto non era più come prima.
Mi guardava male, come se volesse una vendetta per quello che gli avevo detto.
<Giada, Silvia vi vuole la direttrice ci sono notizie di Nad> Liz ci avvisó e in men che non si dica ci stavamo già dirigendo alla studio.
Silvia, una volta arrivate, spalancò la porta:
<direttrì che è success?>
<ragazze sedetevi per favore>
Facciamo come ci dice e poi iniziò a parlare.
<Allora ragazze ci sono buone notizie.
Nad sta bene e si è svegliata, é ancora un po' debole ma recupererà benissimo>
<Me sta a dì la verità direttrì?>
<certo Silvia, Nad sta bene>
Al "Nad sta bene" io e Silvia ci abbracciammo fortissimo consapevoli che tra poco avremmo riavuto la nostra amica.
La direttrice dopo essersi unita all'abbraccio ci disse che l'indomani potevamo andarla a trovare.
Contentissime tornammo in aula comune e urlammo che Nad stava bene e che si era svegliata.
Vidi Filippo che era felicissimo, aveva gli occhi che li brillavano, si vedeva tutta l'emozione che provava in quegli occhi color cioccolato.
Mi risedetti sul divano e guardai i miei amici gioire tutti insieme.
In questi momenti preferisco guardare e starne fuori.
Mi piace vedere le persone felici e sorridenti.
Ho sempre amato la felicità.
Sono sempre stata una ragazza felice, che trovava la felicità anche nelle piccole cose.
E vedere questa scena mi ha fatto scoppiare il cuore.
Nel marasma di gente abbracciata vidi cardio.
É da qualche giorno che oramai penso a lui, penso che non mi sia più indifferente come lo era prima, o forse non lo è mai stato solo che io l'ho capito dopo.
I suoi modi di fare, il suo sorriso, le sue parole e la sua musica mi fanno stare bene.
Mi fanno sentire me stessa, mi fanno sentire Giada.
Ma solo Giada, non Giada Bianchi.
Bianchi, il mio cognome, mi faceva sentire sbagliata, mi faceva ricordare che io sono sua figlia e questa cosa mi fa troppo male.
Cardio incastrò i suoi occhi coi miei e mille farfalle nella mia pancia cominciarono a muoversi.
Gianni allora si mosse.
Venne verso di me e si sedette sul divano.
<Piccère com mai nun sei a festeggià con noi?>
<In queste situazioni mi piace starne fuori e vedere le persone sorridere>
<Lo saje ca' piens troppo agli altri e maje a te
stessa?>
<lo so lo so. Io amo aiutare le persone, perché a me non ha mai aiutato nessuno. Ho sempre fatto tutto da sola.
Mi sono rialzata da sola, ho pianto da sola e mi sono consolata da sola.
E allora ho deciso che avrei sempre aiutato chi fosse in difficoltà per non fargli passare quello che avevo provato io.>
Avevo le lacrime agli occhi, la vista mi si annebbiò è una lacrima fuoriusci.
Cardio si affrettò ad asciugarmela con l'indice con premura, con una delicatezza incredibile.
<Non aia' maje sentirti sbagliata. Mai. Sei speciale e nusciuno l'ha capito, ma io si.
Io veco o' core grande che tieni, veco quanto aie sofferto ed é propeto ppe chistu ca' nun te abbandoneró mai.>
<Grazie Cardio, non so come farei senza di te>
Ci abbracciammo e restammo abbracciati per tutto il tempo a parlare del più e del meno, proprio come fanno gli amici o forse qualcosa in più....
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Sangue nero
FanfictionGiada è una ragazza di sedici anni di milano che fin da quando era piccola veniva picchiata dal padre. Un giorno presa da un coraggio inaspettato prese la pistola che si trovava in un cassetto del comó di casa sua e lo uccise con tre colpi al petto...