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Come se tutto il mio sangue venisse risucchiato fuori dal mio corpo, sento il viso sbiancare. La macchina si ferma a qualche centimetro di distanza dal mio ginocchio. 

Rimango immobile per quello che mi sembra un'eternità. Sento il picchiettio della pioggia sulla felpa beige e le gocce che mi scendono giù dal naso. Percepisco il formicolio delle punte delle mie dita associato al tremolio delle gambe avvertendomi di cedere da un momento all'altro. Il mio corpo è paralizzato, gli impulsi nervosi non giungono ai muscoli, nonostante il circolo dell'adrenalina nelle mie vene.

I miei occhi guardano davanti ma senza mettere a fuoco.

Il tempo si è mutato, lo scorrere dei secondi è diventato lo scorrere dei minuti e quello dei minuti in ore. Sento il cuore svolgere un battito, il sangue fluire nelle arterie e piano piano le guance pizzicare. 

E in un battito delle ciglia i miei occhi mettono a fuoco la macchina davanti a me. Come la galoppata di un cavallo il mio cuore incrementa radicalmente la sua velocità ad ogni secondo, dandomi la sensazione di poter traboccare dalla mia gabbia toracica. Il formicolio delle dita accresciuto mi induce a stringere i pugni. Serro la mascella e assottiglio lo sguardo.

I tergicristalli spazzano via l'acqua che scende a rivoli sul parabrezza, chiarendo alternativamente la figura dietro al volante della Jaguar. 

Ha il viso rilassato, nessuna traccia di spavento come se il tutto fosse andato secondo i suoi piani. 

Resto immobile con la rabbia che bolle nelle vene e lo guardo intensamente mentre raggiunge la sicurezza e apre la portiera. La chiude dietro le sue spalle e raggiunge l'angolo del paraurti.

- hai intenzione di startene lì per tutta la giornata?- domanda ironico con il suo tono sfottente mentre si poggia sulla carrozzeria e incrocia le braccia. 

Non mi volgo nella sua direzione, rimango esattamente nella stessa posizione.

-guarda un po'- apro bocca e alzo il braccio e gli mostro il mio dito medio laccato di bianco.

La sua t-shirt si tinge di un bianco più scuro segno che si sta bagnando. 

Nessuna macchina circola, siamo solo noi due fermi in mezzo alla strada con il rumore del motore acceso e della pioggia infrangersi sull'asfalto da sfondo.

Allunga la gamba e mi si avvicina di un passo.

- Che cosa ti passa per la mente? Razza di psicopatico- il mio tono di voce rimane completamente piatto.

Mi giro finalmente e lo guardo in faccia. Stiamo uno di fronte all'altro a una piccola distanza. Ci mangiamo con gli occhi come due nemici sul campo di battaglia. Nessuno più prolifera una parola.

- rispondimi- ma lui semplicemente arcua le sue labbra facendomi andare ancora di più su tutte le furie.

Stacco il contatto dai suoi occhi e lo sorpasso continuando ad attraversare la strada. Sta letteralmente diluviando, la mia felpa è diventata un panno bagnato così come la tuta. 

Nessuna parola al mondo descriverebbe al completo questa situazione. Quando di mezzo c'è lui le cose perdono valore. E' lui. . . il suo modo così stramaledettamente sicuro che fa perdere ogni certezza a tutto ciò che lo circonda.

Lui rende tutto un gioco. Tutto si rifoggia secondo le sue regole. 

Con una mano mi tiro i capelli all'indietro come se potesse spegnere l'urto che mi pervade la mente ma in una frazione di secondi il mio corpo va all'indietro e mi ritrovo nella posizione iniziale con la sua mano calda intorno al mio polso e il mio corpo attaccato al suo. 

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