Sei anni non erano stati sufficienti a lenire il dolore della perdita, probabilmente neanche il dono di una lunga vita sarebbe bastato. In quegli ultimi tempi Tauriel aveva notato un'attività sospetta ad Erebor, nei momenti in cui vi si era avvicinata durante una delle sue passeggiate. I mercati erano di nuovo attivi e pieni di gente, per non citare il fatto che tra Elfi e Nani adesso non vi erano più rancori. Non aveva fatto che chiedersi chi fosse quel misterioso Re sotto la Montagna, tanto gentile e paziente da essere riuscito a calmare le acque tra i due popoli e farsi carico di un posto tanto importante e pieno di responsabilità. Per più volte aveva pensato di presentarsi a lui, per vederlo, ma non aveav mai trovato il coraggio di farlo a causa dei ricordi che riemergevano ogni qualvolta si avvicinasse alla Montagna Solitaria. Di fatto si era limitata a star lontana da quel posto, onde evitare il riemergere di dolorosi ricordi.
Ogni sera, dopo l'ultimo pasto della giornata, si recava fuori dal Reame Boscoso, ovviamente armata per potersi difendere in caso di attacchi. Camminava a lungo, con il solo scopo di raggiungere il posto più lontano dal regno per poter guardare le stelle da sola. Quella notte però non vi erano stelle. Una luna di fuoco si ergeva davanti a lei, spezzandole il fiato e riempiendo di lacrime i suoi occhi. Crollò in ginocchio mentre le tornavano in mente le parole dette da Kili durante il loro primo incontro. Non avrebbe mai potuto dimenticare quelle parole, quasi sussurrate, mentre lui la guardava come se fosse una dea.
"Ho visto una luna di fuoco una volta, si era levata sul passo vicino a Dunland, enorme, rossa e dorata era, riempiva il cielo."
Mentre i ricordi tornano ancora una volta, lei si lascia andare al dolore piangendo silenziosamente. Ogni cosa la riporta a Kili e il vuoto che sente nel petto si fa ancora più ampio, ora più che mai mentre sente ancora la sua voce nella testa senza riuscire però a scacciarla. Cresciuta con la convinzione che i sentimenti offuscassero la ragione, si era convinta di essere stata troppo debole per poterlo salvare e dunque si considerava parzialmente colpevole della sua morte. Se da un lato era stato Bolg a trafiggerlo, lei aveva permesso che ciò accadesse semplicemente lasciandosi offuscare la mente dal dolore e dall'amore.
Stringe le braccia al petto mentre guarda il cielo, immaginando di trovarsi tra le braccia del suo amato mentre la stringe a sé. Piange e stringe in mano la pietra di Kili, presa dalla tasca poco prima.
<<Mankoi lle uma tanya Kili, a' maelamin? (*)>> sono le parole che le escono in un sussurro, scossa dai singhiozzi.
Il momento in cui lui si era sacrificato per salvarla non faceva altro che balenarle nella mente in qualunque momento del giorno, soprattutto la notte, divenendo anche la causa dei suoi incubi. Ogni giorno aveva chiesto notizie al Re, ricevendo però sempre la stessa risposta:
<<Il nano è morto, non puoi riportarlo indietro. Dimenticati di lui, non avresti potuto impegnarti comunque, era destinato a morire. Ora o più avanti. E questo tu lo sai.>>
La chiara allusione alla mortalità del nano era diventato quasi come un mantra ultimamente, usato solo per convincersi del fatto che tra loro non poteva esserci nulla. Si ritrovava però a maledire il Re ogni volta che si congedava da lui, in cuor suo sapeva che quella risposta era solo una menzogna, solo non aveva come provarlo. Aveva pensato che fosse tutta una sceneggiata così da poterla promettere in sposa a suo figlio non appena avesse fatto ritorno. Ma per quanto Tauriel fosse affezionata a Legolas, non lo amava e non avrebbe mai voluto caricarlo del peso di un matrimonio non voluto. E in più lei aveva già donato il suo cuore a qualcuno che purtroppo non era più in vita, ritrovandosi così incapace di amare altri che non fossero Kili.
Lo scorrere dei suoi pensieri le aveva fatto perdere la concezione del tempo, adesso era notte fonda e lei avrebbe dovuto fare ritorno a palazzo per non destare sospetti o preoccupazioni. Così, rialzandosi, fa ritorno verso le sue stanze con aria funebre e una volta giunta si cambia per la notte, sdraiandosi poi sul proprio letto tentando di trovare sonno. Era consapevole però che quella luna rossa l'avrebbe tenuta sveglia per tutta la notte, incantandola. Non sapeva dirlo se questo fosse o meno un presentimento, fatto restava che non riusciva a distogliere lo sguardo da essa.
La mattina dopo, al sorgere del sole, avrebbe come di solito aggiornato il suo diario, nel quale raccontava il suo dolore. Quello stesso sentimento che, a detta del Re, la rendeva troppo giovane e tutt'altro che saggia ai suoi occhi. Lei temeva che questa saggezza potesse spegnere la sua voglia di esplorare il mondo e provare sensazioni nuove, finendo per ridurla come Re Thranduil, avvolto da una corazza fatta di rabbia impossibile da trapassare.
Lo ha sempre reputato insensibile ad ogni cosa, mai nella sua vita lo aveva visto provare anche un solo briciolo di emozioni. Certo, doveva averne vissute tante, ma non aveva la stessa umanità di Legolas. Gli è sempre interessato il bene del regno, a discapito di chiunque e qualunque cosa. Lei non sarebbe diventata così, non poteva o avrebbe finito col dimenticare il suo amato e, se fosse stato ovunque lì fuori, gli doveva almeno uno spazio nel cuore.
La sua mente aveva vagato per tutta la notte, mentre guardava la luna, salvo poi risvegliarsi col sentire gli uccelli cantare all'alba. Si accinge dunque a scrivere sul suo diario, prima che vengano a chiamarla per la colazione. Un ultimo sguardo colmo di sollievo alla luna, come se il suo calare affievolisse il suo dolore. Apre il diario e intinge la penna d'oca nell'inchiostro prima di iniziare a scrivere nella sua lingua.
"Caro diario,
durante la mia consueta passeggiata notturna ho visto una luna rossa. Mi ha subito riportato in mente ricordi sempre più dolorosi. Non vivrò mai più Mereth-en-Gilith, o qualunque altro fenomeno naturale, allo stesso modo. Questa festa per me è motivo di dolore, di lutto. L'unico momento in cui ho potuto guardare davvero negli occhi il mio amato Kili, ascoltando le sue parole mentre mi raccontava della luna di fuoco che lui aveva visto. Fa così male...perché? Non riesco a concepire il motivo per il quale un sentimento così puro come l'amore possa fare così male. Probabilmente perché ti si radica dentro, estirparlo significherebbe strapparti il cuore e distruggerti.
Ogni sera, non riuscendo a darmi pace, esco e vado a vedere le stelle, sperando di scorgere in esse un suo messaggio. Le guardo per ore, senza poter distogliere lo sguardo da esse, mentre sento un familiare groppo in gola che quasi mi soffoca. Non riesco a respirare, le lacrime mi rigano il viso e gli occhi mi bruciano. Allora prendo la pietra di Kili e la stringo tra le mani, come fosse la cura per il mio male. Poco dopo sto già meglio, mi rendo conto adesso più che mai che lui è l'unica cosa di cui ho bisogno e che farei qualunque cosa pur di riaverlo con me.
So che Re Thranduil nasconde qualcosa, devo solo scoprire qual è il suo segreto. Ma sono quasi certa che abbia a che fare con Kili. E se lui avesse tradito tutti, patteggiando con Bolg per far uccidere Kili così che io potessi sposare Legolas senza alcun intralcio? Dopotutto è così spietato da arrivare a tanto, non mi soprenderebbe affatto se avesse fatto una cosa simile. Certo, dovrebbe però aspettarsi poi che io cerchi vendetta. Questi pensieri sono un segno del mio delirio, non riesco a pensare ad altro che non sia Kili e penso di star impazzendo.
Non dormo più a causa degli incubi che ormai hanno riempito le mie notti. Raramente riesco a dormire, è quando accade che io mi addormenti contro una pietra, sotto al cielo stellato e con la pietra di Kili stretta tra le mani.
Una parola mmi rimbomba nella testa, da quello che so è probabile che sia in Khuzdul, la sua lingua.
Amrâlimê.
So cosa significa, ma non lo avevo dato a vedere quando me lo disse la prima volta. Nella sua lingua è la parola per dire...mio amore. Proprio adesso sento una fitta al petto, come una pugnalata. Non riesco più ad andare avanti, ho bisogno di una tregua da tutto questo o potrebbe non finire bene.
Chiuso il diario e posata la penna, si alza e va a fare un bagno caldo prima di essere chiamata. Si immerge nella vasca di acqua calda appena preparata e si lascia sprofondare trattenendo il fiato. Quanto aveva appena concluso di scrivere era frutto della sua giovinezza, non sa del motivo per il quale esistano i sentimenti e per lei è tutto una novità. Non solo, Re Thranduil aveva sempre avuto ragione sul suo conto, non era abbastanza saggia da comprendere a sufficienza i meccanismi del mondo e aveva notato come l'amore per Kili la stava portando alla follia, tanto da spingerla a pensare anche le cose peggiori di lui pur di giustificare la morte dell'amato.
Immersa in acqua non sente più nulla, finalmente ha un momento di silenzio e pace, per la prima volta riesce a rilassarsi e distendere quei muscoli sempre in tensione, liberando anche la mente.
Se non fosse che...
(*) Perché l'hai fatto Kili, amore mio?
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Tenna' san'... Amrâlimê
FanfictionKili e Tauriel, due anime separate ma unite. Entrambi sopravvissuti alla Battaglia delle Cinque Armate, credono di aver perso l'amore della loro vita. Credono che ormai sia tutto perduto e, ovviamente, c'è chi sa la verità e non vuole rivelarla ai d...