SEI ANNI DOPO
Il tempo impiegato dai nani per sgomberare le sale da tutto quell'oro era qualcosa che Kili non aveva considerato. Ci vollero infatti sei lunghi anni per liberare le sale e parte di quell'oro venne dato agli uomini, così che potessero ricostruire la città di Dale e avere denaro a sufficienza per soddisfare i loro bisogni e far rinascere la loro economia. Erano stati loro ad aver subito più perdite e ad essere rimasti con meno risorse per recuperare ciò che avevano perso.
In quel tesoro però c'era qualcosa che sapeva essere desiderato dal Re degli Elfi, Thranduil. Ne aveva sentito parlare a Thorin e successivamente aveva avuto modo di osservare lui stesso di cosa si trattasse. Bianche gemme che brillavano di una luce così pura che gli aveva ricordato le stelle. In un episodio di follia Thorin le aveva chiamate "le bianche gemme di Lasgalen", gemme a loro affidate affinchè venissero lavorate e tramutate in gioielli e che mai erano state restituite al loro legittimo proprietario. Forse per la volontà di rimettere a posto le cose o forse in ricordo di Tauriel, aveva deciso di mettersi all'opera e completare quel lavoro, rendendo quelle gemme splendidi gioielli e mettendo in risalto la loro lucentezza. Conservò per sé solo un bracciale e un anello, il resto lo rese personalmente a Thranduil quando si presentò al suo cospetto, invitato per un accordo di pace. Sperava ancora di poter rivedere Tauriel, anche dopo tutto questo tempo, e di donarle quei gioielli che aveva conservato, ma forse questo era destinato a restare solo un sogno.
L'accordo di pace fu siglato e ogni rancore era stato lasciato al passato, ma c'era qualcosa di cui Kili non era ancora del tutto convinto. Più volte aveva chiesto a Re Thranduil notizie su Tauriel e ogni volta aveva ricevuto sempre la stessa risposta:
<<Non penso vogliate saperlo, vi arrecherei soltanto ulteriore dolore rimembrandovi la sua persona.>>
Quelle parole lo avevano tormentato a lungo e senza sosta, tuttora continua ad avere la sensazione che possa essere ancora viva. Ma teme questa alternativa perché potrebbe significare che lei non voglia più vederlo e non ci sarebbe altra spiegazione perché, se fosse ancora viva, Re Thranduil le avrebbe comunicato che il suo amato è vivo e lei sarebbe tornata da lui. Così inizia a tormentarlo un altro pensiero, il fatto che per lei ormai sia una fiamma ormai spenta, un ricordo lontano.
L'idea che Re Thranduil potesse nascondergli la verità, ancora non era balenata nella sua mente.
Per distrarsi dai pensieri ne approfitta della libertà delle sale per mettersi a lavoro con gli altri per ricostruire ciò che è andato a pezzi ad Erebor. Avevano deciso di riservare a dopo i festeggiamenti per il compimento della missione per cui erano partiti, volevano attendere il completamento dei lavori. Ed era in questi momenti che avvertivano maggiormente la mancanza di Thorin e Fili e i momenti passati assieme prima dell'arrivo del drago. Se fossero stati ancora vivi, avrebbero di certo condiviso con loro questi momenti di gioia. Kili avrebbe dato tutto per poter sentire ancora una volta i racconti dello zio, erano tutti ancora addolorati dalla perdita ma col tempo andavano avanti.
Lentamente Erebor prendeva la forma originaria e i nani precedentemente fuggiti avevano fatto ritorno alle loro dimore assieme ai nani dei Colli Ferrosi, che li avevano aiutati significativamente durante la battaglia portandoli alla vittoria, anche se dolorosa.
Il ripopolamento di Erebor distraeva Kili, il lavoro era così tanto da non avere altri pensieri se non per il suo popolo. Finalmente tutto tornava alla normalità, come narrato nelle leggende tramandate di generazione in generazione. Con l'oro che avevano tenuto per sé avevano coniato delle nuove monete con l'effigie di Thorin e con quello rimasto avevano forgiato dei lingotti. Era stato lavorato e modellato a piacimento, usando gli scarti per la creazione di oggetti di uso quotidiano. In più avevano ripreso a scavare e lavorare il Mithril, dell'acciaio argentato impossibile da distruggere. Di quello stesso materiale Thorin aveva regalato a Bilbo una cotta di maglia, ancora oggi Kili gli era grato per non aver consegnato allo zio l'Arkengemma. Se lo avesse fatto la guerra avrebbe preso una piega differente e di certo Kili e gli altri non sarebbero lì per raccontarlo.
Ora che ogni cosa è al suo posto, la vita di Kili e cambiata. Le responsabilità si fanno più importanti in quanto Re sotto la Montagna, tutti contano su di lui e deve saper gestire alla perfezione ogni situazione così da garantire al suo popolo sicurezza e stabilità, oltre che mantenere saldi i rapporti con gli altri popoli.
Ma quando cala la notte e tutto sprofonda nel silenzio, Kili non può fare a meno di riportare a galla i ricordi dei momenti trascorsi con Tauriel. Lei abita ancora il suo cuore, come un albero vi ha fatto le sue radici e sarà difficile estirparla. Le notti sono colme di lei, gli appare in sogno in ogni momento sussurrandogli parole nella sua lingua, così dolce e sensuale. Ed ecco che il dolore ritorna, come una campana che suona le ore, a ricordargli che lei è ormai soltanto un lontano ricordo.
Ogni risveglio è duro, si ritrova sempre sudato e con gli occhi rossi e lucidi, il viso rigato dalle lacrime e il cuscino bagnato a causa dei pianti silenziosi a cui si lasciava andare ogni volta che si risvegliava da un sogno che la riguardasse. Ogni volta ha dolore alla gola, la voce roca come se avesse gridato per tutta la notte. Più volte e per svariati mesi altri hanno creduto che fosse febbricitante ma in realtà erano solo sogni molto reali a perseguitarlo e nei quali non viveva altro che la perdita della sua amata, in qualunque modo essa avvenisse.
Più volte aveva sognato di baciarle le labbra calde e morbide, ma poi quelle stesse labbra diventavano fredde e Kili si ritrovava sul suo corpo morto, a baciarla per darle l'ultimo saluto e accarezzarle il viso ormai pallido e anch'esso freddo, dall'espressione sempre serena come se avesse trovato la pace.
Più volte la rabbia lo aveva assalito, non sarebbe dovuta andare così. Nessuno dei due meritava una sofferenza tale e diverse volte lui aveva valutato l'idea di raggiungerla nell'aldilà per potersi finalmente riunire a lei ed essere felice. Ma poi le sue responsabilità da Re lo avevano fatto ritornare alla lucidità, a chi avrebbe potuto lasciare le redini del regno senza avere eredi? Sarebbe tutto andato in rovina, ci sarebbero state sommosse e problemi all'interno della loro comunità, dettati dalla mancanza di un re e dal problema di doverne eleggere uno nuovo. A quel punto tutto sarebbe stato vano, ogni vita tra cui quella di Tauriel, sarebbe stata sprecata per una battaglia che a quel punto non avrebbe avuto alcun senso se seguita da altri problemi.
Il compito di portare avanti il regno sarebbe rimastoil suo, aveva promesso di rendere fiero suo zio Thorin per quel che faceva enon avrebbe mai infranto tale promessa.
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Tenna' san'... Amrâlimê
FanfictionKili e Tauriel, due anime separate ma unite. Entrambi sopravvissuti alla Battaglia delle Cinque Armate, credono di aver perso l'amore della loro vita. Credono che ormai sia tutto perduto e, ovviamente, c'è chi sa la verità e non vuole rivelarla ai d...