Tesoro

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- Avete visto Will? È così figo.

Nico rizzò le orecchie nel sentire la voce parlare del suo fidanzato.

- Will chi? - rispose un'altra.

Erano voci femminili, forse ragazze sicure di non poter essere sentite da nessuno in quell'angolo dell'armeria, dove però Nico stava sistemando gli scudi per la successiva Caccia alla Bandiera, probabilmente coperto proprio da essi.

- Il figlio di Apollo. Quello riccioluto e alto, il medico dell'infermeria. - riprese la prima.

- Sisi, adesso ho capito. Mmm... Si, dai, è carino.

- Io preferisco Austin. - si intromise un'altra voce.

- Will è più bello.

- Will è gay. - non lo disse disgustata, solo come un dato di fatto.

- Non lo sapevo!

- Ma dai, sta sempre con quel figlio di Ade. Si vede che non sono solo amici.

- Non ci avevo mai fatto caso. Chissà come mai ha scelto un ragazzo che è praticamente il suo opposto.

- Non penso siano affari tuoi. E poi, non credere di poter attirare il suo sguardo. Ha l'intero Campo ai suoi piedi, ci sono ragazze molto più belle di te, non vedo perché dovrebbe sceglierti.

- Ehi, come ti permetti!

Nico ridacchiò nel sentire gli strilli e gli insulti di quelle tre ragazzine. Oh, era ovvio che Will attirasse le attenzioni delle campiste più piccole. Non era di certo brutto. Sin da quando era piccolo era parlato per la sua bellezza, accompagnata da un carattere premuroso, onesto, ma anche determinato e autorevole. E col tempo la situazione non poteva che essere migliorata: la pelle perennemente abbronzata e cosparsa di lentiggini, il fisico scolpito da anni di addestramento, i capelli biondi in ricci definiti, gli occhi celestiali che sprizzavano gioia. E le labbra. La maggior parte delle persone le vedeva distendersi in sorrisi sinceri e entusiasti. Ma che solo Nico aveva avuto l'occasione di assaggiare, un primato di cui non poteva fare a meno di vantarsi, almeno tra sé e sé.

Finalmente in silenzio, dato che le ragazze si erano allontanate, sospirò e riprese il suo lavoro. Non voleva pensare al fatto che lì al Campo girassero voci su quello che lui e Will facevano nella loro privacy, o su quello che gli altri credeva che facessero. Insomma, gli dava fastidio l'idea che qualcuno parlava di loro alle loro spalle. Decise di zittire davvero la voce nella sua testa, ma sentì qualcuno entrare. Non poté vedere chi fosse perché quella persona gli coprì gli occhi. Però capì subito che era Will, aveva riconosciuto le sue abili mani piene di calli e calde.

- Ciao, tesoro.

- Ciao, Solace.

- Perché siamo tornati indietro? - lo fece voltare tenendolo per i fianchi.

- Così. - alzò le spalle.

- Nono, ti conosco, c'è qualcosa sotto.

- Invece ti sbagli. Non c'è niente. - provò a riprendere il suo lavoro, ma Will lo fermò.

- Nico. - lo guardò a lungo negli occhi, poi fece un sorriso, a metà tra il compiaciuto e lo stupito. - Stai davvero provando a fare il geloso?

- Non è vero, cosa stai dicendo. - provò a schermirsi.

Allora Will scoppiò in una fragorosa risata. Non che il corvino non fosse una persona gelosa, ma quando lo manifestava era sempre molto diretto ed esplicito. Vederlo tentare di essere geloso gli fece tenerezza.

- Angelo, non serve che ti nascondi. - lo abbracciò e gli baciò affettuosamente il collo. - Su, non preoccuparti. Ci sono anche un sacco di persone che sono attratte da te.

- Non è affatto vero. Non sono come te.

- Ma non fare l'arrabbiato. Adesso andiamo a pranzo, su. - provò a tirarlo fuori, ma Nico si rifiutò. - E va bene. - gli prese il viso tra le mani e lo baciò. - Ora dobbiamo proprio andare. Non posso permettere al mio paziente preferito di saltare un pasto.

- E se...

- Andiamo a mangiare. Ordini del dottore.


Nickname | SolangeloDove le storie prendono vita. Scoprilo ora