Mia vita

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- Will! - Nico corse verso il ragazzo biondo, intento ad andare verso i campi di fragole, accompagnato da un ragazzo della Casa di Demetra e suo fratello Austin.

Lui si fermò subito. - Cosa è successo, Nick?

- Una ragazza è stata male, all'arena. Penso che ora sia in infermeria, ti aspettano.

- Okay. Grazie. - gli diede un bacio frettoloso prima di correre nella direzione dell'infermiera.

- Erano anni che Nico e Will abitavano al Campo Mezzosangue, erano tra i più vecchi; molti dei semidei che avevano conosciuto e combattuto con loro erano andati via, a costruirsi una vita, molti a Nuova Roma. Loro due erano sempre pronti a dare una mano ai nuovi campisti, a organizzare le Capanne e le nuove costruzioni, spesso erano loro a condurre le riunioni tra i Capo cabina, affiancati da Chirone.

Era passato tanto tempo da quando erano entrati lì per la prima volta, ormai avevano superato la maggiore età da tre anni. Ed erano ancora nell'unico luogo che li aveva mai ospitati veramente.

Ormai nessuno aveva più paura di Nico, tranne all'inizio i nuovi arrivati, che però si illudevano che fosse gentile quando lo vedevano a cena che rideva con Will e tornavano ad essere intimoriti quando lo vedevano dare ordini.

E Will era ormai divenuto il principale medico al Campo; in poco tempo era riuscito anche a dare abbastanza esami all'università da potersi vedere riconosciute anche nel mondo mortale le sue qualità.

Quindi, come in quel momento, si ritrovava a correre da una parte all'altra per aiutare e medicare.

Ancora prima di arrivare poteva già sapere cosa era successo: un calo di zuccheri o di pressione. Capitava spesso, d'estate faceva tanto caldo e i campisti passavano tantissimo tempo ad allenarsi, quindi era anche normale.

Arrivò in infermeria e gli dissero che la ragazza era già dentro. Non impiegò molto tempo per capire cosa avesse: un calo di zuccheri. Riuscì a svegliarla e le fece ingoiare una bustina di zucchero, prima, e poi dell'acqua.

- Okay, non hai avuto nulla di che. - la rassicurò. - Ora ti faccio una visita veloce. Per questo pomeriggio ti consiglio di evitare l'arena, il campo di tiro con l'arco, il muro dell'arrampicata... insomma, tutti i posti dove fai troppo sforzo fisico. Puoi passare il tempo al campo di fragole o al Padiglione delle Arti.

- Okay. E la Caccia alla Bandiera di domani? - gli chiese.

- Da domani puoi riprendere tutto. - la finì di visitare. - Ecco, ho finito. Puoi andare.

- Grazie. - la ragazza, che non poteva avere più di tredici anni, balzò giù dal lettino e uscì dalla stanza, ormai nel pieno delle forze.

Will sospirò.

Sarebbe potuto tornare indietro, cosa di cui non aveva troppa voglia, oppure cercare Nico, scelta decisamente più allettante.

Decise quindi di andare verso l'armeria, forse il suo ragazzo era lì per aiutare, come faceva da qualche settimana.

Però non lo trovò, così girò i tacchi e si diresse verso le Case e il fuoco di Estia.

Lo incontrò strada facendo, mentre tornava alla sua Cabina.

- Ciao. - sorrise Will.

- Ciao.

- Io sono libero, se vuoi...

- Dovrei prima fare una doccia. - Nico sembrava dispiaciuto. - Sono sudato, ho aiutato i ragazzi all'arena e poi in armeria.

- Va bene, va bene. Se vuoi vengo con te.

- Okay.

Quando furono nella Cabina di Ade Nico si spogliò subito e si infilò nella doccia. Will si sdraiò sul letto che di solito usava il suo ragazzo e aspettò.

Nico uscì dalla doccia e tornò nell'altra stanza solo dopo aver indossato i jeans, neri e corti. Aprì l'armadio alla ricerca di una maglietta, ma Will lo chiamò.

- Dai, amore, vieni qui. - gli fece cenno di andare a sedersi vicino a lui.

Nico sprofondò nel materasso.

Dopo tutte le cure e insistenze gli Will aveva ripreso peso, e ora i muscoli erano delineati e pieni. L'adolescenza era stata generosa con lui, si era anche alzato, le gambe erano lunghe e di un color latteo, anche se Will lo superava sempre, con il suo fisico abbronzato e lentigginoso. I capelli ebano erano tenuti abbastanza corti, ed era proprio il biondo ad avere l'onore di tagliarglieli.

Will gli passò le mani tra i ciuffi neri mentre il suo ragazzo gli si sistemava sulle gambe, metà sdraiato sul letto.

- Alla fine la ragazza come stava? - domandò l'ultimo.

- Il solito: un calo di zuccheri. - scrollò le spalle. - È andata via tranquilla, non sembrava preoccupata.

- Con un medico come te. - Nico gli sfiorò gli avambracci con una carezza.

- Senti, stavo pensando, a proposito di questo... - iniziò a mugugnare, indeciso.

Nico capì che era una cosa seria e quindi si mise seduto bene davanti a lui. - Will, butta fuori e basta. Prometto che qualsiasi cosa sia non avrò reazioni esagerate.

- Ecco... vorrei andare fuori.

- Fuori... in che senso?

- Fuori... dal Campo. Andare nel mondo mortale.

- Andare... per viverci?

Will annuì. Nico era incredulo, stava ancora metabolizzando la cosa.

- Ma... esiste il Campo di Giove. Lì possiamo vivere normalmente e... - obiettò.

- Lo so, lo so. Ma io volevo rimanere qui, a New York, vicino al Campo Mezzosangue. Volevo iniziare a vivere con te. So che per te il Campo è il primo posto che hai sentito come casa, e anche il mio, in fondo, anche se c'è la sottile differenza del fatto che io ho ancora una famiglia e tu invece...ma non divaghiamo. - prese un respiro. - Volevo solo iniziare qualcosa con te, qualcosa di serio. Qualcosa di mio e di tuo. Senza pensare sempre di essere in pericolo, di doversi difendere dai mostri, di dover insegnare ai nuovi arrivati come non uccidersi con una spada e di essere sempre presenti per tutti in ogni momento. Stavo solo pensando che... siamo qui da quando siamo piccoli, insomma, adesso possiamo farci una vita nostra, no? E poi, sai, io potrei lavorare in ospedale, ho fatto gli esami, e tu... per te vedremo cosa fare, potresti lavorare in un negozio, o pensa, addirittura insegnare italiano. - ne stava parlando con un tono entusiasta, come solo chi sta per avverare un sogno.

- O-okay, Will. Va0 bene, se è quello che vuoi.

- Ehi. - il suo sguardo si rabbuiò. - Non lo devo volere solo io. - gli prese le mani. - Dobbiamo prendere insieme questa decisione. Riguarda il nostro futuro.

- Io lo voglio, Will. Lo voglio tanto quanto lo vuoi tu. Ci ho pensato anche io qualche volta, solo che qui stavamo bene e tu sembravi felice, così non volevo rovinare nulla e...

- Nico, io sono comunque felice. Io sono felice ovunque, perché tu sei la mia vita.

Il corvino lo guardò a lungo negli occhi, poi annuì. - Iniziamo questa nuova cosa. Insieme.

Will sorrise raggiante e lo baciò frettolosamente. - Ti amo, Nico. - gli disse continuando a tendergli il viso. - Non vedo l'ora di passare con te il resto dei miei giorni.


Nel giro di due mesi Nico e Will avevano già le loro routine, tra il lavoro di Nico e i turni di Will, il loro appartamento illuminato ogni mattina dal sole nascente, e davanti una vita intera da trascorrere insieme.


Nickname | SolangeloDove le storie prendono vita. Scoprilo ora