CAP 1

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dalla finestra della mia camera passa un filo d'aria gelida, rimpolpa nelle mie ossa e mi fa passare un brivido, seduto sulla mia scrivania continuo a scrivere velocemente e violentemente sul mio diario 'non importa a nessuno, nessuno mi vuole, nessuno mi fa star bene, io sto bene da solo, se qualcuno probabilmente provasse a farmi felice saprei solo mandarlo via, io sto bene da solo, sto bene da solo, sto bene solo...' poso la penna e mi alzo, prendo da un cassetto una candela, una candela sottile, alta e verde, la posiziono accanto al porta penne e l'accendo, la sto a fissare per svariati minuti, "harry! la cena è pronta!" urla mia mamma,
"arrivo!" le rispondo, fisso ancora quella candela per qualche secondo, "riuscirò mai a farmi amare come ho sempre voluto? no, harry tu non vuoi essere amato" parlo fra me e me, soffio sulla candela, chiudo il diario ed esco dalla camera.
mia sorella e mia mamma sono sedute a tavola, quest'ultima mi sorride e mi chiede come sto,
"sto bene" rispondo sorridendo sedendo a tavola,

"domani è lunedi, devi andare alle 3:30pm a prendere il libro che ho ordinato, in libreria" mi ordina mia sorella,

"non ho voglio di andare a prendere il tuo libro" dico masticando un pezzo di pane,

"chi che è che ha 18 anni ed è impegnata?" insiste,

"non iniziare con sta storia come se avessi 10 anni"

"ne hai 16 e non devi fare niente"

"mamma gemma quando se ne va di casa?" metto in mezzo mia madre,

"harry, dai, fra poco avrà la casa. sii gentile con tua sorella qualche volta" dice dandomi un piatto di pasta al pesto,

"prendimi quel libro" dice gemma alzandosi e andando di sopra,

"magari lavorando diventerai più simpatica ed educata" sbuffo.

"allora, come stai harry" mi chiede mia mamma sedendosi,

"me lo hai gia chiesto, io sto bene"

"non mi sembra, ti ha turbato qualcosa oggi? oltre a tua sorella.."

"no.." fisso il vuoto per qualche secondo e continuo "lo sai che io sono sempre sulla logica dell'eremita no?"

"si, amore, se vuoi essere così non mi opporrò, ma se non stai realmente bene vorrei che tu ti trovassi qualcuno che ti possa rendere felice e che non sia solo il tuo unico amico" risponde mia mamma, molto accuratamente,

"okay, io non so sento che qualcosa dentro di me vuole qualcuno da amare, non qualcuno che mi possa amare, capisci?"

"tu vuoi provare il sentimento"

"io voglio provare a soffrire per amore"

"e allora fallo"

"però, ecco perchè sono solo, non ho mai trovato la persona da poter amare, così non l'ho più cercata.."

"cercala, harry sono sicura che è vicina a te, basta cercare nei posti più improbabili, i posti più assurdi" sorride,

"hai ragione" accenno un sorriso.

"dai mangia, che si fredda" mi guarda con uni sguardo rassicurante e iniziamo a mangiare. 

quando abbiamo finito di mangiare vado di nuovo  in camera mia e la chiudo a chiave, come ogni sera esco dalla finestra e vado riva al mare, abito a Santa Cruz, sulla costa, siedo come al solito sulla sabbia e sto ad osservare il bellissimo tramonto di ogni sera, scatto alcuno foto subito e poi metto della musica di sottofondo, siamo a gennaio e il clima è perfetto, mi butterei quasi in acqua come penso di fare ogni volta, ma mai lo fatto, magari un giorno mi capiterà di farlo.
levo le scarpe e i calzini, cammino a piedi nudi sulla sabbia bagnata e fisso l'orizzonte con gli occhi lucidi "la persona che potrei amare si potrebbe trovare dopo questa linea" dico sottovoce, "la persona a cui potrei rivelare il mio mondo potrebbe essere dietro di me" traccio una linea orizzontale sulla sabbia con il piedi destro,
"se mai la persona che dovessi amare mi regalasse una candela la potrei sposare" traccio vicino alla riga un'altra ma verticale, "e se mai  la persona che dovessi amare mi dirà che mi ama io potrei mettermi a piangere" sulla sabbia ho disegnato '—|' queste linee, '—' l'amore è una linea senza fine, '|' una candela è una linea che piano piano si appiattisce, che piano piano sparisce, come l'amore che riceverò io..
io devo ricevere questo amore perchè è l'unico che posso concedermi, la candela è la misura del tempo dell'amore che una persona potrà donarmi, ed è giusto così, io non meriterei neanche di essere amato, non significo niente per nessuno e credo che mi stia facendo solo illusioni, ma questa è un illusione che diventerà una realtà temporanea per me e l'anima prescelta che dovrà far parte della mia storia.
mi siedo nuovamente sulla sabbia, il tramonto è sparito, a questo punto dovrei tornare a casa, ma voglio concedermi ancora 5 minuti di buio nella mia testa, chiudo gli occhi e mi lascio trasportare dal suono delle onde: dei passi mi distraggono dalla mia pace, mi giro di scatto e vedo un ragazzo passeggiare spaesato a qualche metro di distanza da me, faccio finta di niente e richiudo gli occhi. i passi si fanno sempre più vicini e allora mi alzo irritato e prendo le mie scarpe faccio per andarmene scosso, perchè avrei voluto restare ancora li per un po', in questo posto non c'è mai nessuno, strano che si sia fatto vivo qualcuno.
faccio che per salire le scalette che portano sulla strada ma il ragazzo dice "non andartene per causa mia!" mi blocco all'istante e mi giro lentamente:
"me ne stavo andando per i fatti miei" rispondo, i capelli mi vanno i faccia per il vento e vedo da lontano che lui ridacchia, mentre mi dice "ho visto che stavi tranquillo e si vedeva che volevi ancora restare" si avvicina, scendo le scale per andargli incontro,

paura, inganno e noi. {larry stylinson} Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora