CAP 2

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sono le 11:36a.m, sto penzolando per los angeles da un po', è di questa città non ho notato niente di bello oltre al mare, al cielo e a louis..
vorrei ritornarmene a casa, ma i bus per santa cruz non passeranno prima delle 13:40, suppongo quando finirà la mattinata per gli studenti.
finisco nuovamente sulla costa, mi sedio sulla sabbia questa volta, pur essendo lunedì la spiaggia è praticamente piena. prendo in mano il telefono, chiamo niall ma non risponde, faccio un sospiro e cerco le mie cuffiette nello zaino, le metto e faccio partire "clocks" dei coldplay, una delle mie canzoni preferite; tengo concentrato lo sguardo su una nuova prospettiva dell'orizzonte,
mi fa sempre il solito effetto, distruggente, l'orizzonte è una sfida per me, mai nessuno capirà come il mare mi faccia sentire qualcuno.
mi sono fatto trasportare in un altro mondo in poco tempo, la suoneria del telefono che interrompe la musica, interrompe la mia pace, -niall-, rispondo, 'ciao niall' dico con voce roca,
'harry! scusa, c'era il test di chimica, come mai non sei venuto'
' test di chimica cazzo'
'già, harry tutto bene?'
'al dire il vero non proprio'
'che succede'
'sono a los angeles'
'eh?'
'poi ti spiego appena riuscirò a tornare a casa'
'sarà meglio, la tua mancanza si è fatta sentire non preoccuparti'
'immagino che molte persone si siano messe a piangere perchè non le ho sorriso'
'credo che Jen abbia quasi portato allo sfinimento la sua amica perché tu non sei passato a chiederle come va? nel tuo modo simpatico, quello per prendere per il culo'
'si ho capito cosa intendi'
'bene, quando torni?'
'credo per le 2:30a.m potremmo vederci a casa mia'
'allora mi faccio trovare li, ciao haz ora vado'
'okay ciao' butto giù la chiamata e decido di alzarmi, controllo che ore sono le 12:01a.m, il tempo non passa più, mi sono rotto di stare li e vado verso la fermata del pullman che dovrei prendere, resto seduto li fino che si fanno le 1:20p.m, le mie gamba stanno tremando, un tic normale, scorro qualche video sul telefono, alzo la testa un secondo e mi ritrovo louis davanti, "vai a casa?" mi domanda cosí diretto,

"ciao anche a te"

"questa è la tua frase preferita vedo" dice, io ritorno con la testa sul cellulare, lui sgarbato me lo sfila di mano e si siede accanto a me,

"che fai?!" dico sorpreso,

"niente, quello che fai tu"

"non credo di averti rubato il cellulare" rido isterico,

"no, ma mi hai fatto sentire così" sorride e mi rimette il telefono tra le mani, "ciao, vai a casa?" ricomincia, io sorrido e scuoto la testa,

"si, sto aspettando il pullman"

"anche io vado dove vai tu"

"bene" sorrido e faccio finta che lui non sia più accanto a me, lui astuto si alza e mi tira su, d'istinto metto in tasca il telefono e lui mi prende le mani,

"anche io vado dove vai tu" ripete marcando le parole,

"vuoi pranzare con me?" domando capendo cosa volesse che io rispondessi,

"con piacere" sorride e si va a risedere, io scrivo velocemente a niall che non ci sarò e di non preoccuparsi, mi siedo e accenno un sorriso al ragazzo,

"louis, non mi hai ancora detto come fai di cognome" lui alla mia domanda ride,

"tomlinson" risponde,

"louis tomlinson, okay allora adesso indovinerò la tua personalità" dico divertito dalla mia idea sciocca, lui ride e annuisce, "okay" dice,

"allora tu potresti essere una persona che ha un gruppetto di amici con cui fa un po' il menefreghista, è che è sia odiato che invidiato e a volte anche amato dalle persone, ti piace divertiti però dentro hai un briciolo di amore per la sapienza e ami riflettere sul perché delle cose" sorrido e lui rimane un po' scosso,

paura, inganno e noi. {larry stylinson} Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora