PASSI AVANTI

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Carmine

Mi è sembrato di rivivere lo stesso dolore, lo stesso senso di vuoto che ho conosciuto bene. Un dolore che mi stava portando verso il punto di non ritorno.

Per un attimo stavo per perdere anche lei, proprio ora che ci siamo trovati. Come se la vita mi stesse mettendo ancora di fronte all'oblio.

Eppure eccola qua Rosa, le nostre mani strette insieme per paura di separarci anche solo per un secondo. Nel buio della notte camminiamo verso casa mia, perchè paradossalmente è il posto più sicuro per noi. Per lei.

Di certo non posso farla tornare a casa sua, un luogo dove adesso sarebbe un'estranea e una criminale per il suo stesso sangue. Mille pensieri mi passano per la testa, ma al centro di tutto c'è la ragazza al mio fianco.

"Ca', a che pensi?"

"A tutto e a niente. Forse non so nemmeno io a cosa pensare" in parte mento, ma alla fine a cosa dovrei pensare? A lei che si stava sacrificando per me? Alle persone che cercheranno a tutti i costi di separarci e forse ucciderci? Alla possibilità di non vederla più? No, voglio pensare solo alla sua presenza. A noi. Finchè posso.

"Tarantè ora mi importa solo di fasciarti quella ferita e farti stare al sicuro. Voglio stringerti e strapparti via ciò che è successo stasera" mi rendo conto che possono sembrare frasi fatte, ma Rosa mi porta a dire anche queste cose. E lei sa di avere potere su di me, sa come usarlo, ma sa come farmi essere la persona più felice del mondo.

So che non dobbiamo dare nell'occhio e sono ben consapevole che non siamo mai abbastanza al sicuro qua fuori, ma ora l'unica cosa che voglio è baciarla. Sentire il suo sapore.

E all'improvviso la tiro verso un vicolo semi nascosto, la imprigiono tra il muro e il mio corpo che sembra gigante rispetto a lei. Senza dire una parola la guardo negli occhi, quegli occhi che sono come una calamita per me e che mi hanno fatto perdere ogni senso da quel "Di Salvo non mi riconosci?" nei corridoio dell'ipm.

Lentamente appoggio le labbra sulle sue, e come se ogni nostro muscolo sapesse già cosa fare inizia una danza meravigliosa. Baciarla è ossigeno per me. Sembra essere l'unica cosa a tenermi vivo in questo momento.

Nel silenzio del vicolo si sentono solo i nostri baci e i nostri cuori che battono a ritmo impazzito.

"Ca', mi farai impazzire" quei suoi sospiri accendono un fuoco in me, che faticherei a spiegare.

"Tieni paura Tarantè?" le faccio scappare una risatina. Mi piace stuzzicarla, farle perdere la lucidità.

"Non svegliare il can che dorme. Posso giocare anche io le mie carte" inizia ad accarezzarmi il petto, e direi che è meglio rimetterci in cammino verso casa. Di certo sveglierebbe qualcosa non adatto ai vicoli, e di certo non voglio che i nostri primi momenti di intimità vengano vissuti in queste condizioni.

"Dai che siamo quasi arrivati, non ti distrarre" a queste mie parole sento che mi fulmina con uno sguardo, ma non può sembrare minacciosa quando è così piccola e dolce al mio fianco.

"Facciamo piano, e speriamo di non svegliare a Futura" probabilmente Rosa spera più di non svegliare mia madre e di non avere nessun contatto con lei. Ma conoscendo colei che mi ha messo al mondo, avrà fiutato la presenza di una Ricci fin dalla via prima, e infatti neanche il tempo di arrivare al bagno che sento la luce accendersi in camera.

"Ca' sei tornato finalmente ma che fine..." si blocca all'istante appena vede che non sono solo. Anzi sono in compagnia dell'ultima persona che avrebbe voluto in casa sua.

"Ma' prima che dici qualsiasi cosa, questa è un'emergenza. Rosa deve essere medicata e l'ospedale è fuori discussione" mia madre mi guarda in silenzio, come per farmi dire di più.

"Diciamo che c'è stato un incontro poco gradito alle piscine e Rosa ne ha subito le conseguenze"

"Chi è stato?" il suo torno è fermo

"Adesso non importa questo" in tutto ciò Rosa si è rifugiata in bagno, come se quella stanza potesse salvarla ed estraniarla dalla situazione.

"Carmine, giuro su Dio che se non mi dici chi è stato..."

"Che fai? Mi cacci? Ti metti a urlare? Fallo pure" so che sto alzando il tono di voce, ma in questo momento mia madre sta esagerando.

"Non capisci che voglio solo capire cos'è successo? Non scordarti che sono tua madre"

"E tu non capisci che ho i miei tempi? Forse è stato sbagliato anche tornare qua, io..."

"è stata colpa mia" una voce leggera esce dal bagno. Rosa apre la porta ed esce con gli occhi gonfi, andando contro tutto ciò che si era prefissata prima di entrare in casa mia. "è stata colpa mia perchè ci siamo innamorati, e... e... questa situazione ci fa rischiare ogni singolo istante" sento la sua voce spezzata e in automatico la mia mano stringe la sua.

"Rosa"

"No Ca', è vero. Mio padre avrebbe potuto ucciderti stasera, avrebbe potuto uccidere anche me. E non ho visto pentimento nei suoi occhi. E questo mi dice che ci riproverà. Tutto perchè ti amo, e perchè non posso fare niente per proteggerti da questa guerra" la stringo a me in una morsa che potrebbe soffocarla. Ma ora ci fa quasi appartenere.

Vederla così fragile, in preda alla paura mi spezza il cuore. E noto che anche mia madre ci guarda con uno sguardo diverso, uno sguardo meno duro di quanto mi aspettassi.

"Tarantè, tu non tieni colpe. Stasera ti stavi sacrificando per me, e sai cosa ho provato? Una paura immensa di perderti. Di non poter avere un primo appuntamento con te, non poter rivedere Futura tra le tue braccia, di poterti baciare ancora e di non poter fare l'amore con te" Rosa sorride tra le lacrime. E le parole mi escono senza pensarci; ho appena detto di voler fare l'amore con lei davanti a mia madre? Di solito non dico neanche che ore sono davanti a mia madre, ma ora è come se fossi in un mondo solo con Rosa.

"Ha ragione" non so come decifrare queste parole di mia madre "Rosa tiene ragione. Non è colpa vostra, nè del vostro amore. Per quanto mi sia difficile appoggiare questa pazzia, l'unica cosa che voglio è vederti felice Ca'".

Mi suona strano sentire queste parole da parte di mia madre, lei che ha sempre imposto una determinata visione di famiglia e di classificazione delle persone. E guai a pensarla diversamente.

"Rosa ti rende felice, come raramente ti ho visto. E questo non è mai un peccato" i suoi occhi ci guardano senza barriere adesso e il suo corpo è come se si fosse lasciato andare all'accettazione di ciò che ci lega.

"Tuo padre si pentirà di questa sua posizione, di averti perso. Ma ormai sei una donna, che tiene carattere. E questo può far paura, persino ai genitori" Rosa vedo che la osserva quasi incredula, non sa come interpretare questo slancio. E neanche io so bene cosa dire.

"E non guardatemi come se fossi na santa, per piacere. Ragazzina vieni con me, che quel graffio va sistemato" ho quasi paura a lasciarle sole, in una stanza. Mi viene anche da sorridere al rapporto che potrebbe nascere tra di loro e Rosa mi stringe la mano come una conferma che va tutto bene.

Un'altra dimostrazione della sua forza, non vuole creare problemi ma soprattutto vuole iniziare a fare lei i primi passi che non ha mai osato fare.

Persino con Wanda Di Salvo. 

IO E TE, SU QUELLA SPIAGGIAWhere stories live. Discover now