Ascolta l’Arroganza, fatti una corazza spessa e chiuditi dentro, fuori dal mondo dove nessuno può raggiungerti, toccarti, ferirti… Non ti sentono, tu puoi colpirli, allontanarti, puoi proteggerti che ciò che ti spaventa e ti rende vulnerabile. Il mondo ti teme e ti rispetta, ma tutto quello che desideri è sopravvivere, senza il giudizio degli altri, e il prezzo da pagare non ti spaventa.
Tre bugie si erano manifestate, quel piccolo paese in soli due giorni aveva iniziato a perdere tutti i suoi colori con le proprie sfumature, ottenendo solo tonalità pesanti o ingrigite. Quella sensazione di disagio non faceva che crescere, per la prima volta temeva di tornare a casa, temeva di affrontare un qualsiasi discorso, e l’ombra del Corvo sopra di lei non fece che peggiorare il suo stato d’animo.
“Mi è sempre piaciuto vederti scrivere le tue poesie. Ho sempre pensato ci fossero delle frasi capaci di smuovere qualsiasi soggetto”.
“Saresti il primo” mormorò lei in tono piatto, “Non sono mai piaciute a nessuno…”
La presenza cupa di quell’essere era in grado di annullare ogni nota ed essenza vitale della ragazza come una sanguisuga capace di prosciugare la propria vittima; un parassita che solo i più forti erano riusciti ad allontanare preservando la propria protezione. Lei non poteva definirsi forte, e ormai sentiva di essere finita nella sua trappola. Per quanti sforzi cercasse di fare per liberarsi, aveva la sensazione di avvolgersi solo di più in quella rete insidiosa. Voleva scappare, eppure qualcosa nonostante tutto le impediva di scacciare il bugiardo.
Non sapeva nemmeno lei come, ma la visione di quella figura appollaiata su un albero, il mantello di piume nere che venivano accarezzate dal vento e quello sguardo così persuasivo capace di abbindolarti solo con il suo respiro… quanta bellezza poteva avere il male? Come poteva l’essere più cattivo del mondo godere di una tale aspetto capace di intrappolarti senza lasciarti più andare? Ad ogni sua parola avrebbe voluto colpirlo, ma quando si avvicinava, lo aveva già fatto, era come se tutto il corpo si bloccasse.
La sua unica via di fuga, in quel momento, era alzarsi dalla panchina e rifugiarsi in un posto qualsiasi dove un animale come lui non potesse raggiungerla, ma non era certa si sarebbe sentita al sicuro. Ormai qualsiasi momento o luogo poteva generare una visione paranormale in grado di destabilizzare totalmente il suo campo mentale, facendole dubitare di tutto, anche della cosa più banale. Le era bastato un pomeriggio, una passeggiata innocua per incontrare il Pavone e la sua vanità, e il Coniglio si era addirittura intrufolato dentro la propria camera. Come poteva sentirsi al sicuro?
“Stai capendo, un po’?”
“Capire?” Béatrice si girò di scatto verso il suo carnefice, “Cosa dovrei capire? Sto impazzendo! Dormo male e per la prima volta temo di uscire di casa!”
“Allora sta funzionando, inizi a vedere quello che realmente contiene questo posto”.
Cosa doveva vedere che fino a quel momento non era risultato visibile? Il suo era un subdolo gioco per portarla alla follia più totale come aveva fatto con l’ansia che aveva seppellito poco tempo prima? Era probabile, quanto era vero che in molti davano la stessa testimonianza, un bugiardo capace di ucciderti da dentro e lentamente. Non poteva ricadere di nuovo nel suo mosaico disturbato, non voleva finire di nuovo in quella pedana quadrata dove milioni di tasselli la circondavano con crudeltà, e dove non era certa del prossimo passo.
Aveva paura. Lo percepì benissimo, sentiva il tremore alle gambe, la voce incrinarsi e la vista faticare a mettere a fuoco una figura precisa. La tensione non aveva mai avuto sintomi tanto pesanti.
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Il corvo dice bugie
FantasySTORIA ORIGINALE Nel paese girano voci su ogni compaesano presente, ma solo una voce su tutte é in grado di spaventare abbastanza da crederci: "Non ascoltare il Corvo, dice solo bugie" Ma durante una cerimonia funeraria, Béatrice si imbatte proprio...