· Cædric ·

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"Il grande vantaggio del giocare col fuoco è che non ci si scotta mai. Sono solo coloro che non sanno giocarci che si bruciano del tutto."

Oscar Wilde

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Quando ripresi conoscenza i residui delle emozioni mi scossero un'ultima volta.

Mi sentivo terribilmente pesante e il corpo non rispondeva più a nessuno degli impulsi che gli inviavo. Era come essere dentro una roccia.

Non c'erano suoni, immagini, odori, né nessun altro tipo di percezioni al tatto. Niente.

Era sparita persino quella pressione leggera e continua che proveniva dalla precedente coscienza del corpo.

Diavolo.

Mi concentrai e lentamente separai ogni molecola della mia essenza da quell'ammasso di cellule inermi. Staccarsi dai neuroni spenti fu la parte più difficile, ma ormai ci avevo fatto l'abitudine.

Fluii fuori da quel corpo e aleggiai per qualche istante nell'aria. Tornare ad essere senza peso era una bella sensazione. Gli umani erano i più facili da possedere, ma di certo erano anche degli ospiti pessimi. Non avevano le ossa cave come i draghi, né l'agilità di molte altre creature. Erano pesanti, impacciati, senza poteri da sfruttare. E fragili. Maledettamente fragili.

Era già il terzo ospite che uccidevo nel giro di un mese. E non era una cosa di cui andavo fiero.

Ripresi possesso dei miei sensi e mi guardai intorno.

Un piccolo cratere informe si era creato intorno ai nostri tre corpi nel punto in cui si erano schiantati, ma era solo il centro di un altro, molto più grande. Quello lasciato dalla nostra eccitazione. La sentivo ancora, o almeno sentivo un'eco di ciò che era stata. Bastava ancora a tenermi in piedi.

Se avessi avuto ancora un forma corporea avrei sorriso.

Alla faccia di tutti quelli che credono che le emozioni non siano nulla di reale! Le nostre erano così concrete che potevano distruggere tutto e tutti nell'arco di centinaia di metri. C'era solo da sperare che il mio divertimento non fosse troppo quando avrei sentito la scusa che avrebbero inventato gli umani per giustificare un evento simile. Paracadutismo estremo era ma verità, ma un asteroide sarebbe stata la scelta più logica. Con un po' di fortuna la mia allegria non avrebbe fuso il televisore nuovo.

Addensai la mia essenza fino ad apparire come una nebbiolina bianca e poi qualcosa di più combatto.

In realtà era sbagliato parlare degli effetti delle nostre emozioni. Noi eravamo emozioni. E avevamo bisogno di provarne di intense in continuazione. La noia ci avrebbe consumato lentamente fino ad ucciderci.

«Dov'è Calder?» la voce di Caliane si insinuò come un'eco distante nella mia mente.

La individuai che aleggiava sopra il cadavere che aveva appena abbandonato. Lei era atterrata per prima, la sua ospite era quasi completamente sfracellata sotto il mio.

Scandagliammo l'area circostante. Non c'era traccia di Calder.

«Si sarà ripreso prima di noi.» la morte ci intontiva per un po', a volte anche per giorni. Chissà quanto tempo era passato dallo schianto. «Si sarà allontanato.»

L'idea non mi dispiaceva particolarmente. Io e Calder eravamo buoni amici, quanto di più vicino a due fratelli potesse esistere nella nostra razza. Purtroppo, però, i recenti sviluppi avevano creato non poche complicazioni tra di noi.

Stories by Artemide12Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora