Cap 11

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Jungkook

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Jungkook

Aprii gli occhi, risvegliandomi dal torpore del sonno e dai miei demoni interiori, e dal suono delle vittime a cui toglievo la vita ogni volta che lo ritenevo necessario.

Quelle urla, quelle immagini, l'odore del loro sangue, riempivano i miei sogni, o meglio i miei incubi.

Ma con il tempo avevo imparato semplicemente a conviverci.

Prima che stessi con mia moglie, disturbavano i miei sogni continuamente, ma da quando la mia vita finalmente si era intrecciata alla sua, nel modo in cui volevo io, beh i miei incubi non erano più così intensi e presenti come prima.

Certo invadevano sempre la mia mente, la mia anima nera, mi trasmetteva quelle immagini che io stesso avevo compiuto, come una somma di monito, di punizione per le vite che toglievo, ma fortunatamente non erano più intense di come e quando ero un ragazzino.

Da quando la mia piccola regina, si era donata me, non so come poterlo spiegare, ma erano diminuiti, e non erano più opprimenti come un tempo.

Lei era il mio balsamo lenitivo per la mia anima oscura.

Certo, li avevo ancora, ma non più come prima.

Avendo imparato a conviverci, non ci fai poi più così caso, che diventano compagni di viaggio nei sogni.

Ma con lei tutto si attenuava, solo con la presenza della mia fonte di luce pura.

Fiordaliso.

Abbassai lo sguardo verso la piccola figura accoccolata nuda su di me, coperta dal piumone primaverile, che manteneva al caldo i nostri corpi nudi e ancora intimamente uniti.

Dio, per me questo era il paradiso, per un demone dannato come me.

Stare dentro mia moglie, e sentirmi un tutt'uno con lei.

Feci scorrere le mie dita, lungo la sua schiena liscia e morbida, con delle carezze lente e pigre, godendomi del  torpore e della delicatezza che mi trasmetteva a contatto con la sua pelle pura e profumata.

La mia piccola femmina perfetta.

Chiusi gli occhi, continuando ad accarezzarla lentamente, godendomi del momento di pace, che solo con lei e nella nostra intimità ne potevo godere.

Amavo il potere, il sangue, i soldi, ma amavo anche soprattutto questo.

Mi lasciai andare alle sensazioni, che il corpo caldo di mia moglie trasmetteva al mio, sentendo il suo dolce respiro tranquillo, accarezzare la mia pelle nuda, mentre la sentivo stringersi a me nel sonno, come se fossi la sua ancora di salvezza.

Mi faceva sentire potente.

Se non avrei lei, non sarei quello che sono ora.

Sarei arrivato al potere certo, ma non sarebbe stato lo stesso senza di lei.

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