8. Sguardi

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Il nome di quel ragazzo ormai non voleva andarsene dalla testa, proprio non ci pensava. I giorni passavano velocemente così che la vicenda con quella Lyanna finì e non se ne parlò più, gli esami e le lezioni si facevano sempre più complicati da seguire ma riuscivo a fare tutto nel miglior modo possibile, allo stesso modo di lui persi le tracce. E andava bene così.

La sessione invernale era quasi al termine, ciò significava che la primavera era alle porte e ragazza più felice di me non esisteva al mondo in quel momento; fortunatamente non avevo mai avuto allergie e tantomeno al polline così che amavo la primavera e mi reputavo fortunata. Ho sempre amato i fiori, specialmente le rose: di qualunque colore fossero mi fermavo sempre per fotografarle o solo a mirarle e chiudendo gli occhi e annusarne l'odore. Ogni giorno di San Valentino mio padre me ne comprava un fascio dal fioraio da quando sono una bambina, proprio come fosse una tradizione. -"Per la mia principessa" era la frase che sempre scriveva sul bigliettino, anch'esso fiorato, dedicato a me.

Avevo dunque bei ricordi di questa stagione, il clima era altrettanto piacevole e spesso e volentieri il cielo era limpido. Odiavo, invece, la pioggia. Il mio umore cambiava totalmente e anche tutto ciò che apparentemente volevo fare o avevo in programma all'improvviso veniva mandato in fumo semplicemente perché io non avevo più voglia di far nulla. Preferivo starmene in casa a deprimermi nella speranza che il sole ritornasse.


E ora che stavo pensando a tutto questo, il professore di letteratura mi richiamò al mondo: -"Signorina Williams, è con noi o sta pensando ad altro?" Spalancai gli occhi e mi scusai, ritornai così a prestare attenzione alla lezione.

Prima che uscissimo dall'accademia mentre io e Ann eravamo pronte per attraversare la rampa, il preside e la vicepreside ci richiamarono all'attenzione, ci fermammo. Poi un ragazzo che sfrecciava con lo skate per la rampa passandomi affianco, chiusi gli occhi per lo spavento. -"Signorino Wright, sarebbe pregato di essere presente ed ascoltare cosa stiamo per comunicarvi, inoltre sa bene che lo skate è vietato da utilizzare nel cortile dell'accademia." Lo richiamò la vicepreside, lui alzò gli occhi al cielo mentre io ero lì, ferma ancora a cercare di realizzare che quel ragazzo mi era passato affianco, che avessi sentito il suo odore e che finalmente lo guardavo...e non potevo farne a meno, perché?

Indossava un paio di pantaloni cargo color beige, una canottiera e un cardigan bianco ad un solo bottone, le Convers e i suoi capelli lunghi e ricci gli coprivano gli occhi, lo sguardo rivolto verso i presidi e le mani nelle tasche, ancora una volta tutto intorno a me quasi si volatilizzò; finché non si girò verso di me. Voltai il capo in un'altra direzione anche se ormai avevo inteso che avesse capito che lo stessi fissando, non si voltò subito come speravo facesse, anzi: sentivo che mi guardava molto attentamente, ogni mia linea del volto, notai con la coda dell'occhio che mi fissò dalla testa ai piedi, dal mio viso fino ai miei stivaletti marroncini. Mi morsi le labbra, ero così stranamente nervosa che quasi sudavo.

In tutto ciò non ascoltai una sola parola di quello che dissero i presidi, non mi girai finché anche lui non se ne andò. La sua sola presenza mi provocava strane sensazioni, quelle a cui non riesci a dare una spiegazione.

-"Perché fissavi lo strambo?" mi girai verso Ann, aveva notato tutto? -"Ma che dici? Sei matta? Mica lo stavo fissando, mi è solo capitato di guardarlo, tutto qui..." cercai di nasconderle il mio precedente nervosismo ma nulla, mi aveva scoperta: -"E' inutile che me lo nascondi Jane, si sarebbe notato anche da chilometri di distanza." -"Ma stai zitta... è anche antipatico." -"Finalmente qualcosa in cui andiamo d'accordo." ci guardammo e scoppiammo a ridere. Per tutto il tragitto verso casa parlammo d'altro fino a che quasi a destinazione non mi disse di non dimenticarmi di venerdì sera. -"Venerdì sera? Cosa c'è?" Si fermò: -"Come cosa c'è?! C'è il musical dell'accademia! Tutti i ragazzi si esibiscono!!" Cosa? -"A che ora sarà?" -"Oh e insomma! Allora non hai ascoltato proprio niente! E' alle 20.30." -"Mi devi aiutare, non so come vestirmi..." nascosi il volto dietro le mani, che vergogna. -"Tranquilla, visto che è domani vengo a casa tua e vediamo come conciarti." Domani?! Non avevo proprio prestato attenzione a nulla. Riuscii solo ad annuire e a darle un orario lasciandoci sulla soglia d'ingresso di casa mia.

Fra l'arte e la musicaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora