10. Ventun anni

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Il tempo passò incredibilmente veloce fino a circa il mese di Giugno, mese in cui finalmente gli esami finirono e l'estate ebbe inizio. Il tempo si rallentò e io mi sentivo più leggera dopo che mi comunicarono la mia promozione e ammissione all'anno successivo. Non so bene chi fosse più emozionata tra me e Ann ma appena vedemmo anche i nostri nomi in bacheca urlammo come matte in corridoio attirando gli sguardi di tutti, ci tappammo la bocca e uscimmo dall'accademia.

"Finalmente è finita anche questa!" Esclamò Ann a tutta felicità, ricambiai l'emozione. Il momento casa arrivò e io e Ann ci preparammo qualcosina di fresco: insalata di zucchine con pomodori e patate; appena accomodate al tavolo ci dividemmo le porzioni da piatto in piatto e iniziando a mangiare Ann prese il cellulare e il suo respiro si fermò in un attimo non appena vide un annuncio sulla pagina web dell'università:

" COMPLEANNO DI ALEXANDER WRIGHT, IL NOSTRO AMATISSIMO PIANISTA "

Ann sussultò dalla sedia leggendo la data, sarebbe stato stasera! Speravamo, sia io che Ann, di poter scegliere di non andare ma nonostante il nostro disaccordo, ci sentimmo al quanto obbligate dopo aver letto sulla chat di gruppo che ci sarebbe andata maggior parte degli alunni della scuola, così entrambe ci guardammo negli occhi e sospirammo come a dire: davvero dobbiamo farlo?

Con una leggera malinconia ci alzammo dalle sedie, mettemmo tutto in ordine insieme e ci dirigemmo in camera mia. Non avevo la più pallida idea di che cosa mettere per la serata e alla fine optai per un jeans a zampa e una camicina bianca semplice, lo stesso Ann. Mi truccai un poco per non sembrare uno zombie e mi acconciai i capelli in uno chignon basso.

"E menomale che non volevi impegnarti con il vestiario." mi disse la mia amica sorridendo, la guardai confusa "Era per dire che stai benissimo, come al tuo solito!" si congratulò con me, le ricambiai il sorriso dolce. riguardo la sera, comunque, non mi interessava nulla, neanche dove si sarebbe svolta anche se immaginavo fosse in casa sua e alla fine avevo ragione: mega villa stile greco con tanto di giardino e piscina. Mi sentivo un'estranea.

Una volta fuori io e Ann eravamo sorprese e non credevamo ai nostri occhi, la famiglia Wright ci aveva chiamate povere in minimo trenta lingue diverse e noi non ci sentivamo proprio a nostro agio (e non vi dico il taxi che abbiamo dovuto prendere per arrivarci, orribile). C'era musica assordante che rimbombava ad ogni lato, luci colorate, luminarie e camerieri che andavano e venivano con vassoi stracolmi di bevande di ogni genere ma la cosa che mi sorprese ancora di più è che erano perfino presenti ballerine chiamate sicuramente ad intrattenere gli ospiti; inutile dire che me ne sarei voluta andare subito da lì ma sapevo che non avrei avuto la alcuna possibilità.

Intanto la mia migliore amica sembrava abbastanza eccitata al pensiero, lei al mio contrario amava gli alcolici anche se non si direbbe dal suo visino angelico che si ritrova, quindi mi guardò con quello sguardo come se mi stesse pregando di entrare per prendere parte a quel casino e io ovviamente non riuscii a dirle di no, così prese e sfrecciò a tutta velocità all'ingresso, mi tappai le orecchie per il rumore della musica a mille. Mi posizionò da una parte tranquilla, prese una birra e iniziando a ballare mi incentivava a guardarla muovere il bacino e la testa a ritmo di musica, d'altronde c'era Justin Timberlake, non uno qualunque. Allo stesso mi guardavo attorno per vedere dove fosse Alexander, ma aspetta, perché ci sto pensando esattamente?! Jane ritorna in te! Scossi la testa e poi una voce al mio orecchio che mi fece sussultare: "Ehi, ti stai divertendo?" Mi girai di colpo ed era quel pervertito di Michael, lo allontanai da me: "Ma che vuoi? Scansati." "Uh, aggressiva stasera, bimba?" Mi afferrò il mento, gli schiaffeggiai la mano schifata dal gesto, peccato che non smise di darmi fastidio tanto che mi prese in braccio, mi incollò al suo stesso sudore e mi fece girare, era ubriaco marcio. Gli urlai di lasciarmi andare ma lì nessuno riusciva a sentirmi, così con tutte le le mie forze mi scollai da lui e caddi a terra sbattendo la schiena vicino la pedana della mia sedia, arrivò finalmente Ann, si inginocchiò a me preoccupata chiedendomi come stessi, allo stesso tempo si alzò e nel momento in cui stava per dirne quattro a quello schifoso, lui le diede uno schiaffo fortissimo facendola cadere di fianco a me, urlai spaventata.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Oct 13 ⏰

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