7. Tutto per un sorriso

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Era un lunedì come tutti gli altri, non avrei fatto niente di speciale ma la prima cosa che feci una volta svegliatami fu controllare l'orario ad Houston e chiamare i miei genitori: Erano passati giorni dall'ultima telefonata, gli avrebbe fatto piacere sentirmi e anche a me sentire loro anche se qui erano le sette, significava che lì era notte, sbuffai. Non potevo chiamarli, mi alzai dal letto controvoglia e con un velo di malinconia. Li avrei chiamati dopo. Feci la mia solita routine e mi preparai la colazione a base di cereali ed una goccia di miele nel latte, controllai le notifiche di Instagram, avevo molte richieste da parte di molte persone ma non riuscivo a riconoscere nessuno nonostante fossi sicura fossero tutti studenti dell'accademia, non accettai né rifiutai nessuno anche se il post che Ann aveva pubblicato di me aveva superato i cento cuori, era piaciuta così tanto la foto? Andai a leggere i commenti: Mi facevano tutti i complimenti e anche alla fotografa che mi fece ridere. Misi giù il telefono appena finii i cereali per bere il latte e filai in bagno per lavarmi e vestirmi; decisi di mettermi una maglietta nera a mezze maniche e un jeans a zampa chiaro, mi truccai come sempre.

Oggi mi sentivo molto annoiata ma neanche mi andava di chiamare Ann per proporle di incamminarci insieme per l'università, una volta in salotto presi le chiavi di casa e uscii per trovarmi fuori l'accademia verso le otto circa.

La piazzetta era già stracolma di studenti e studentesse, ma appena mi videro mi fissarono tutti, mi fermai confusa: Cosa sta succedendo qui? Arrivò Ann da me -"Buongiorno! - Mi vide visibilmente stranita - "che c'è?" -"Mi fissano tutti. C'entra qualcosa la foto secondo te?" La vidi nervosa: -"L-la foto si è condivisa velocemente e ha fatto scalpore tra tutti gli studenti e sono stupiti, penso non sia niente di male c-comunque..." Sorrise imbarazzata mentre la guardai confusa. Va bene, se è così perché allora mi guardano in questo modo? Non hanno mai visto una ragazza sorridere? Mi girai verso un gruppetto di ragazze che mi squadravano dalla testa ai piedi.

Suonò la campanella e io ed Ann ci avviammo all'interno per poi doverci separare ed entrare entrambe in due aule diverse, la guardai con gli occhi dolci che urlavano di accompagnarmi, ero ansiosa e le voci che mi frullavano per la testa si confermarono una volta entrata che tutti si girarono verso di me allora supplicai Ann di cancellare quella foto e lei lo fece. Ma non finì lì purtroppo: Appena mi sedetti al mio posto una ragazza si avvicinò a me e acidamente mi disse: -"Tu non l'avrai mai, mai. E' mio!" E mi buttò dell'acqua addosso, rimasi sconvolta quando venne cacciata fuori dall'aula, non riuscivo a capire il perché di quel momento anche se ormai i miei capelli si erano già bagnati. Chiesi al professore di uscire per andare al bagno per asciugarmi e mi diede il permesso.

Ero scossa, le mie mani tremavano all'impazzata sulle ruote per farle muovere il più velocemente possibile una volta arrivata mi venne un attacco di panico, così scesi dalla sedia e mi misi a terra accovacciata con le mani sulle orecchie e gli occhi chiusi. Volevo che tutto finisse all'istante. Mi feci coraggio e chiamai Ann al telefono e senza che neanche mi rispondesse capì subito e si precipitò fuori l'aula, mi vide a terra e si inginocchiò e mi abbracciò immediatamente: -"Jane, oh Jane, cos'è successo? Sono qui, se riesci parlami." Mi guardò negli occhi ma io non riuscivo a dire nulla anche se lo volevo tanto, solo dei gesti confusionali e un tremolio che non cessava di fermarsi. Cercavo in tutti i modi di farle capire cosa era successo ma capì tutt'altro.

-"Vuoi dell'acqua? va bene, vado subito." Stava per alzarsi ma io la afferrai subito per un braccio e appena si girò verso di me vide i miei occhi pieni di terrore mentre cercavo ancora una volta di farle capire che in realtà non volevo dell'acqua ma che me l'avessero buttata addosso, mi guardò meglio e notò finalmente le mie condizioni e mi abbracciò un'altra volta: -"Chi è stato, Jane? Perché l'hanno fatto?" Scossi la testa da dietro la sua nuca per farle capire che non lo sapevo, si alzò con le ginocchia. -"E' stata una ragazza o un ragazzo?" Mi chiese indicando i soggetti con due dita della mano destra, così avrei potuto risponderle senza difficoltà; alzai l'indice e chiedendomi gentilmente se potesse toccarmi mi aiutò a sedermi sulla sedia. -"Vuoi qualcosa? Ti va una passeggiata per la scuola?" Non capii se fosse ironica quella domanda oppure volesse attuare un piano di vendetta se così vogliamo chiamarla, fatto sta che accettai e le diedi il consenso per spingermi, arrivammo ai distributori automatici e mi offrì una bibita: Presi una Coca Zero che mi aiutò anche ad aprire al ché io la ringraziai col cenno del capo.

Mi mise una mano sulla spalla e mi fece un grandissimo sorriso per tranquillizzarmi: -"Non ti preoccupare, ce ne occuperemo più tardi di quello che ti è accaduto oggi." Si mise di nuovo dietro di me mentre io rimasi con gli occhi spalancati e la lattina tra le mani appena vicinissimo alle labbra pronta a bere un altro sorso. Mi portò fuori al cortile della scuola e mi avvicinò a delle bellissime piante rampicanti: -"Potresti dipingerle e farci un quadro, perché non provi?" La guardai e le sorrisi: -"Sì." - "Eccoti qui, sei ritornata." Disse sorridendo divertita e nascondendo la bocca dietro al palmo della mano.

-"Jane, chi era la ragazza? Puoi descrivermela?" Annuii: -"Mmh, bionda, occhi celesti, aveva i jeans a vita bassa e stivaletti marroni con una canotta che non le copriva la pancia... Beh, adesso dovrebbe stare in gir-." Mi fermai di botto quando si fiondò dietro di me e con una velocità rientrammo in accademia; -"Dov'è?! Dimmi." -"Non lo so Ann." -"Allora significa che la dovremmo cercare." Sogghignò, questa ragazza è pazza, adesso che avrà intenzione di fare; comprò una bottiglietta d'acqua e, sì, lì capii tutto e onestamente all'inizio volevo fermarla e farle ragionare ma fu proprio lei che in quel momento mi zittì mettendomi l'indice sulle labbra. -"Si ripaga con la stessa moneta quindi non dire una parola." Alzai le mani e rimasi muta, mi lanciò la bottiglietta sulle gambe e mise il turbo. Sì, è pazza.

Intanto avevo ormai saltato tutte le ore di lezione e si doveva quasi uscire per ritornare a casa, per i professori e le professoresse ero praticamente scomparsa ma evidentemente non mi avranno mandata a cercare perché sapevano stessi con Ann, in mani sicure. Stavamo girando per tutta la scuola fin quando non arrivammo in mezzo ad un corridoio quasi vuoto e lì, lì c'era quella ragazza: -"LYANNA?! Quella ti ha veramente buttato dell'acqua addosso? Non ci credo." -"Sì..." La guardai con un sopracciglio alzato confusamente e con le braccia incrociate al busto. -"No, no, non fraintendermi è che ho sempre odiato quella ragazza e finalmente ho una motivazione per farle un dispetto." Poi la chiamò ed entrambe ci avvicinammo, lei alzò gli occhi al cielo e prima che potesse dire una sola parola Ann prese la bottiglietta d'acqua da sopra le mie gambe e dopo averla stappata, con violenza fece schizzare tutta l'acqua in faccia e quello che le rimaneva glielo fece scivolare in testa, bagnandola completamente. -"Questo è per quello che hai fatto alla mia migliore amica senza un'apparente ragione o anzi, forse sì, per le tue cazzate di merda che ti ritrovi ad avere in testa ogni santa volta che arriva una nuova ragazza che ti provoca invidia tale da odiarla così tanto all'improvviso." Rimasi esterrefatta da tutto quello che le disse, ma iniziai a ridere sotto i baffi per la faccia da ebete che le si era stampata in faccia a quella biondina dopo tutto quello che aveva sentito dalla bocca di Ann che apparentemente sembrava un angioletto, cosa che continuai a pensare anche dopo e nel mentre di quella lite.

-"Ma come ti perm-." La interruppe bruscamente facendo la sarcastica: -"AH, sì, forse sarà stata la foto che pubblicai sul mio account di lei, che è riuscita stranamente ad arrivare a più mi piace di tutte quelle che sicuramente pubblichi messe insieme, allora ti si sono girati i coglioni? Che non hai ma dettagli." Risi così tanto che feci un po' rumore e si mise a ridere anche Ann, dunque Lyanna si infuriava ancora di più.

Ma d'improvviso il tempo fu come fermarsi, mentre sorridevo passò lui di fianco a me che, notando come mi guardava con la coda nell'occhio e con sguardo sfuggente da sotto la chioma scura e riccia, mi fermai di botto guardandolo negli occhi e seguendolo sia con lo sguardo che con la testa finché non sparì al di là della porta d'uscita a passo veloce. Ritornai alla realtà con Ann che mi toccò con un dito la spalla. -"Prontoo, terra chiama Jane, chi stavi guardando con tanta enfasi? Mh?" Non ebbi tempo di rispondere che Lyanna urlò: -"Avete visto?! E' appena passato il mio ragazzo, Alexaaander." Disse per poi corrergli dietro. -"Ma se neanche la stava guardando di striscio, dai. Non guarda mai nessuno né si capisce se effettivamente guarda qualcuno. Pff. Beh, cara Jane, caso risolto, ti riporto a casa e poi ti mando tutto quello che c'è da fare, andiamo." Annuii senza rispondere, la mia testa non connetteva più.

Davvero non guardava nessuno? Allora perché guardava me? E poi... adesso sapevo il suo nome,

Alexander.

Fra l'arte e la musicaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora