Art | CHARLES & LUCRE

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Charles

Se vi siete mai chiesti chi è Charles Leclerc fuori dalla pista, vi rispondo subito. È un semplice ragazzo che quando vuole passa i pomeriggi in barca con gli amici, ascolta la musica mentre balla per casa facendo le pulizie e a cui piace l'arte.
Se ci so fare con le ragazze? Assolutamente no.
Il bell'aspetto aiuta in parte ma quando ti siedi con una ragazza a un tavolo o la porti fuori, la personalità è quella cosa che più di tutte non riesco a valorizzare.
Puntualmente, quando un appuntamento non va come sperato mi confido con mio fratello e purtroppo questa volta mi tocca arrangiarmi da solo.
Il miglior modo per soffocare una delusione amorosa? Lavorare, lavorare e lavorare. Non a caso avevo preso il primo volo per Maranello e mi ero immerso nel lavoro dalla mattina fino alla sera.
«Sai che non fa bene lavorare troppo, vero?» mi chiede una voce mentre sto analizzando alcuni dati al computer, non distolgo lo sguardo dal pc ed è solo quando questa persona mi tira un orecchio che finalmente la degno di un'occhiata.
«CHARLES, PARLO CON TE!» strilla la sorella di Antonio quando finalmente la degno di qualche tipo di attenzione.
«Scusa, stavo pensando» le dico tornando subito con lo sguardo sullo schermo. Lucrezia sbuffa e mi chiude il pc sotto il naso: «Stavi pensando alla delusione amorosa dell'altra sera?»
Alzo lo sguardo sbalordito, con gli occhi spalancati, chiedendomi come sia possibile che si noti sulla mia faccia la delusione della serata appena passata.
«Chiudi la bocca che ti entrano le mosche. Si legge benissimo sulla tua faccia che qualcuna ti ha scaricato. Ti porto fuori.» dice lei mentre comincia ad avviarsi verso la porta e attende sulla soglia.
«Allora? Vieni o no?» domanda mentre mi lancia un'occhiata contrariata per il fatto che sia ancora seduto sulla sedia.
Velocemente mi alzo, saluto alcuni ingegneri e mi incammino fuori dalla sede della Scuderia. Non so dove Lucrezia mi voglia portare ma ha ragione, sicuramente sarà meglio che rimanere per ore relegato davanti a dei numeri.
«Allora, qual è la meta di questo pomeriggio magico?» chiedo sforzandomi di sorridere, so benissimo da Antonio che sua sorella non sopporta le persone che portano costantemente il cosiddetto muso lungo.
«C'è una mostra di Kandinskij, che organizzo io. È un'esperienza immersiva, ti aiuterà a toglierti quella faccia.» sorride mentre mi conduce per la strada.

«È già pieno?» domando mentre tiro fuori gli occhiali da sole, cercando di prevenire l'effetto celebrità.
«No, sei il primo visitatore. Praticamente il museo è chiuso ma dato che la organizzo io, posso fare entrare una persona e visto che sei così musone, ti cedo volentieri l'invito.» afferma aprendo la porta e invitandomi ad entrare.
Tolgo gli occhiali da Sole e le rivolgo un veloce sorriso prima di entrare in una stanza buia.
«Resta fermo dove sei» mi dice nel buio ma poco dopo una serie di figure geometriche colorate si muovono davanti ai miei occhi, come nelle composizioni astrattiste.
La sala a un certo punto passa da nero a un bianco tiepido, non accecandomi ma permettendo alla mia vista di adattarsi gradualmente.
«Ta dan! Mi sembri molto più sollevato» sorride Lucrezia piazzandosi al centro della stanza e lanciandomi uno sguardo soddisfatto.
«L'hai progettato tu?» chiedo guardandomi attorno come un bambino, lei annuisce precisando:"In realtà, io ho avuto l'idea dell'esperienza immersiva. Tutto il resto lo hanno fatto gli architetti"
«È meraviglioso. Che dipinto è?» domando mentre mi sporgo verso il telo e ci passo la mano sopra, Lucrezia si aggira per la stanza mentre guarda le figure che si muovono sotto i suoi piedi.
«È la composizione ottava. La mia preferita sentenzia sollevando lo sguardo e ammirando i cerchi dai mille colori che si espandono nella stanza.
E se non sapete quanto Charles Leclerc sa essere stupido nelle conversazioni con le ragazze, faccio l'uscita più disastrosa nella storia del flirting.
«Ti va di uscire con me?» me ne esco come un idiota mentre mi do mentalmente dello scemo e qualsiasi altro insulto mi venga in mente per non essermi morso la lingua prima di sparare una simile cretinata.
Lucrezia mi osserva con un leggero sorriso mentre mi immagino alle prese in giro che subirò da qui all'eternitá.
«Certo che mi va di uscire con te. Ne parliamo alla fine della mostra» sorride allontanandosi verso la stanza seguente.
Forse la mia goffaggine stavolta è servita a qualcosa.



Per questa stupenda one shot ringraziamo la fantastica lucreziasstories che gentilmente ha deciso di partecipare a questo mio nuovo progetto. Spero tanto che vi sia piaciuta e ci vediamo molto presto con la prossima👀

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