Capitolo tre

49 5 0
                                    

Le ore di lezione trascorsero lentamente. Neveah era sempre più stufa di ciò che viveva, di ciò che provava. Viveva nella solitudine, desiderava che qualcuno l'accettasse. Era stanca, stanca di continuare a 'vivere'. Aveva paura, paura del futuro, paura di restare per sempre sola. Non sapeva cosa aspettarsi andando avanti con gli anni,non sapeva chi ci sarebbe stato al suo fianco,ma del resto nessuno lo sapeva con certezza. Ma la verità era che sotto a quel continuo soffrire, Neveah stava iniziando a provare un piacere sadico nell'essere sola, aveva paura anche di questo piacere,perché lei lo provava, lo viveva. Pensava alla solitudine come la sua più cara ed unica amica, credeva fosse meglio crescere e morire soli mentre il resto del mondo continuava a vivere quotidianamente, a nessuno sarebbe pesata la sua morte.

Camminando per i corridoi di quella immensa scuola, Neveah notò Mike comodamente seduto sugli scalini esterni dell'edificio intento a fumare una sigaretta in compagnia di uno dei suoi "amici".
La curiosità di sapere cosa bramavano era tanta, così si accovacciò appoggiando la schiena al muro iniziando ad origliare.
-Mike sei un uomo, gli uomini non piangono mai! Che fai? Mi crolli per una ragazza del genere? Guardala! È già un miracolo che si regga in piedi!-disse il ragazzo istericamente. Quelle parole arrivarono al cuore impietrito di Neveah come lame.

Mike sferrò un pugno al ragazzo accanto a lui-Nick, non parlare di lei in questo modo davanti a me! Io la amo! Metti in funzione quel tuo unico neurone e capisci da solo quando è il momento di tacere! La prossima volta non sarò così clemente con te!-gridò furiosamente per poi voltarsi e andare via.

Neveah ci mise un po ad assimilare la notizia. Lei lo amava? Non lo sapeva, non aveva mai amato, era confusa, molto confusa, ma la cosa di cui era certa era il tempo: aveva bisogno di tempo, troppe informazioni in poco tempo, doveva riuscire a mandare giù il groppo che aveva dentro.
Lei stava male, come se dovesse scoppiare ma in realtà non sentiva proprio nulla, continuava a chiedersi cosanci facesse sul pianeta terra, si chiedeva perché Dio aspettasse così tanto a resettare tutto o magari farle chiudere gli occhi per sempre. Non capiva perché doveva essere lei a soffrire così tanto, perché si, ora che sapeva di Mike, ora che iniziava a capire davvero cosa, lei,ave sempre provato per lui, stava cento volte peggio.

Can you fix the broken?Where stories live. Discover now