Capitolo quattro

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Era capitato spesso a Neveah di ritrovarsi a perdonare le persone solo perchè non voleva che uscissero dalla sua vita. Continuava a sopportare ogni minima cosa sperando che un giorno tutto ciò sarebbe finito. Credeva,inoltre,che avrebbe dovuto essere forte e mettere fine a tutto,ma la verità era che non era forte,per niente.

Aveva capito che la vita era così : gente che andava,gente che tornava,gente che nonostante tutti gli sbagli continuava,incessantemente,a mancarle,gente che rimpiangeva e gente che,come Mike,le avevano strappato il suo piccolo cuore restituendolo distrutto.

Aveva capito,ormai,che il male era il nuovo bene,ed era in base a tutto ciò che lei aveva cambiato se stessa :da dolce divenne apatica,fredda,scostante,sembrava che non le fregasse nulla di niente e di nessuno.

Ma c'era qualcosa,o meglio,qualcuno che era in grado di abbattere tutti quei muri che aveva costruito col tempo. Qualcuno capace di sollevarle il morale,capace di traformare la sua angoscia in felicità,le sue lacrime in sorriso,quel qualcuno era Mike. Era grazie a lui che Neveah aveva capito che l'amore esisteva,ma nonostante tutto lei negava,non voleva essere presa in giro. Alle prese in giro,al finto buonismo,preferiva di gran lunga il menefreghismo,sincero e diretto. Preferiva un coerente " Non m'importa nulla di te" alle fine e penose dichiarazioni d'interesse di chi fingeva di voler restare,per comodità. Lei era una persona con dei sentimenti,non era un divano su cui sedersi per cazzeggiare in attesa di trovare qualcosa di meglio da fare.


Dopo quella notizia,scioccante,le ore di lezione terminarono velocemente. Neveah uscì dall'edificio scolastico e notò in lontananza Mike che camminava a passo spedito verso di lei. La paura di impossessò di lei,cambiò direzione correndo velocemente verso la fermata dell'autobus che,fortunatamente,arrivò in quel preciso momento. Salì su di esso,si girò verso il finestrino e guardò Mike che correva tentando di raggiungerla. Tirò un sospiro di sollievo nel vedere le porte del bus chiudersi e sentire quest'ultimo partire subito dopo.

Sapeva di provare qualcosa di profondo ma di estremamente sbagliato per quel ragazzo tanto folle quanto dolce,ma non poteva permettere anche all'amore di distruggerla ulteriormente.


Arrivò a casa,posò la sua borse nella camera ed entrò in cucina dove sup padre tentava di cucinare qualcosa. Non era per niente bravo in cucina,finiva sempre per bruciare le pietanze ed erano,poi,costretti ad ordinare il pranzo ,o la cena,dal ristorante in fondo alla strada.


-Ciao tesoro,com'è andata a scuola?-chiese premurosamente. -Bene-Mentì lei freddamente,osservando la pioggia attraverso la finestra.

Le sarebbe piaciuto dimenticare per stare bene,dimenticare ciò che provava,che viveva,resettare tutto per poi inizare una vita normale.


Era talmente presa dai suoi pensieri da non notare che suo padre le stava parlando-

-Nev,hai capito?-chiese con un velo di preoccupazione sul volto.

Lei scosse il capo-Scusa,non prestavo attenzione,potresti ripetere?-ammise debolmente.

-Dicevo : fra un paio di settimane sarà il tuo diciottesimo compleanno e..so che tu non ami molto le feste,così ho deciso di regalarti un viaggio,di circa un mese,in Italia,Milano precisamente-La guardò sorridendo leggermente-Da bambina amavi quella città-sospirò ricordando,probabilmente,quei momenti in cui lei era felice.

-Grazie papà-cercò di sorridere ma,probabilmente,il suo tentanto sorriso assomigliava più ad una smorfia-Quando partirò?-chiese successivamente.

-Domani. Ho parlato con i tuoi insegnanti,sono d'accordo sul fatto che questo viaggio possa aiutarti a staccare un pò la spina-Le disse preoccupato per la sua salute.

Non le andava di chiedere spiegazione a riguardo,sapeva che suo padre aveva ragione. Doveva staccare la spina.


Senza spicciare parola annuì e salì al piano di sopra,nella sua camera. Tirò fuori una valigia enorme da sotto al letto ed iniziò a riporre all'interno di essa i suoi abiti.


Nel mentre,sentì la suoneria del suo cellulare,diede un'occhiata veloce al display e notò che l'emittente del messaggio era Mike. Era sorpresa. Non credeva che dopo tre anni,lui avesse ancora il suo numero. Aprì la casella dei messaggi,selezionò il nome di Mike ed iniziò a leggere il messaggio che le aveva inviato :

" Hey Nev,

sono io,Mike,so perfettamente che mi stai evitando di proposito,lo capisco,davvero..Ma dammi almeno l'opportunità di dirti ciò che sento..Anche se non ti ho più cercato,più chiamato,più scritto,non significa che non ti pensi. Non sai quante volte nella mia testa frullava l'idea di prendere il cellulare e chiamarti o venire sotto casa tua chiedendoti umilmente scusa. Perdonami se non l'ho fatto,perdonami se non ho il coraggio di farlo,perdona la mia evidente codardia. Vorrei lottare,ma non so se per te ci sia davvero qualcosa per cui lottare. Vorrei convincerti e farti capire che ne vale davvero la pena,che potremmo gettare gli sbagli del passato all'aria e ripartire da zero,insieme,senza pentimenti..Pensaci.

Ti amo,

Mike.xx" .

Can you fix the broken?Where stories live. Discover now