Capitolo 26

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Izuku pov:

Il giorno dell'esame era ormai alle porte non chiusi occhio per tutta notte e mi rigirai tra le lenzuola per un lasso di tempo indefinito.
Appena la sveglia suonò mi alzai in piedi veloce come una saetta, mi vestii con una camicia bianca e dei jeans neri stretti; cercai di sistemare i capelli con del gel ma fu inutile, il ciuffo sulla fronte era indomabile.
Misi un po' di profumo e scesi per salutare mia madre con un bacio sulla guancia. "Buona fortuna Izuku!" Con queste ultime parole mi chiusi la porta di casa alle spalle e presi un respiro profondo, erano le sette e mezza del mattino e l'esame lo avrei tenuto alle dieci in Accademia.
Mandai un rapido messaggio a Kacchan e riposi il telefono in tasca.
L'ansia cominciò a farmi sudare le mani, il mio respiro stava accelerando e lo stesso valeva per il mio battito.
Un attacco di panico, ecco cos'era questa sensazione che stava predominando in me facendomi perdere il lume della ragione. Cominciai a camminare verso la casa del biondo e per poco non mi feci investire.
"Guarda dove vai!" Urlò un tipo per poi sparire dietro l'angolo.
Mi appiccicai al muro e mi portai una mano sul petto, pochi secondi dopo ripresi a camminare e arrivai dinanzi la sua casa.

"Tieni, sembra tu abbia corso la maratona." Mi passò un bicchiere d'acqua e mi accomodai sul divano, avevo ancora il fiatone e mi tremò la mano, per poco non feci cadere il bicchiere a terra ma il biondo me lo prese e lo posò sul tavolo.
Mi prese il viso tra le mani inginocchiandosi tra le mie gambe, così da essere alla mia altezza.
"Respira profondamente e guarda solo me...sono qui." Usò una voce calma e bassa, mi rilassai e feci come mi aveva detto.
"Ho paura di fallire..." gli afferrai i polsi e iniziai a piangere silenziosamente.
Con i pollici fece dei movimenti circolari sulle mie guance e mi asciugò le lacrime.
"Io sarò lì con te per trasmetterti tutta la tranquillità di cui hai bisogno. So per certo che li annienterai tutti, sei in gamba e sei pronto." Si avvicinò alle mie labbra e mi diede un bacio casto.

Visto che mancava ancora un'ora all'esame, Kacchan mi aveva portato a fare colazione in un bar accanto all'accademia.
Inutile dire che mangiai a morsi minuscoli solo mezza pastina al cioccolato mentre il biondo dinanzi a me divorò il tutto in pochi secondi.
Lo guardai sorridendo e poi deviai con lo sguardo verso l'edificio.
"Non mangi?" Disse togliendosi le briciole dalla felpa.
Scossi il capo in senso di negazione e presi a torturarmi i pantaloni.
"Vieni qui." Mi afferrò per la camicia e mi alzai di scatto facendo scontrare le nostre bocche, le sue labbra sapevano di cioccolato, sorrisi e schiusi la bocca per approfondire meglio il contatto.
Mi staccai di malavoglia per riprendere fiato.
Rimasi leggermente scosso da questo suo gesto, tutto mi aspettavo tranne che mi baciasse in una maniera così approfondita.

Rimasi leggermente scosso da questo suo gesto, tutto mi aspettavo tranne che mi baciasse in una maniera così approfondita

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"Merda." Soffiò tornando a sedersi con il fiatone, i suoi occhi cremisi mi iniziarono a studiare e un sorriso malizioso si fece largo sul suo volto, sapevo già a cosa stesse pensando e mi coprii il volto con le mani.
"Com'è che sei arrossito?" Allargai le dita così da vederlo.
"Non fare il finto tonto Kacchan, sei perverso."
"Io non ho detto nulla." Si portò le braccia dietro le testa mantenendo sempre lo stesso sguardo di prima.
"La tua faccia parla per te." Mi voltai cercando di calmare il calore che sentivo in tutto il corpo.
"Non pensavo fossi telepatico." Spostò la sedia più indietro divaricando le gambe, era un invito silenzioso.
Mi alzai guardandomi in giro nel caso qualcuno potesse vederci e trassi un respiro di sollievo nel vedere che eravamo soli.

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